595 i MDXXXIII, MARZO. 596 Del ditto, di 5, ricevute a dì 11, Ozi è venuto uno altro messo del magnifico Morath vayvo-da a suo fradello pre’ Zorzi abbate ; dice il sanzuco di Bossina e lui Morati) andavano alla volta de Bi-cliach, Segna e quali contorni cum il campo de archibusieri et schiopelieri, e la fama deteno di andar a la Zimera fo una finzione, pertanto per barca aposta mando tal aviso. Bi pre’ Zorzi Gayth abbate di Sibinico, da Sibinico a dì 6, ricevute ut supra. Come l’altro zorno scrissi in questi contorni si leva adunatici] grande di hoste turcbesca et haveano spanto voce di andar a ruina de zimaroti et che haveano fatto pace con il re Ferdinando per anni 7. Questa stratagemma ha fatto azió trovano le gente di Ferdinando a risguardo. Ozi mò ho auto un nonlio di mio fradello Morati), che mi manda a dir haver con se 15 milia persone et Casimbey haverne altrettante, et se hanno avvialo per la via di Giasa, uno anderà de la via, l’altro per la via da basso, et voleno assaltar Bisach a l’improvisa et scorrigar questi contorni. Mi ha parso di questo dar aviso ete. Ba Crema, di sier Piero da chi da Pexaro podestà et capitanio, di 8, ricevute a dì 11. Scrive ozi a bore 22 è zonla a Lodi, come scrissi dovea venir, la Cesarea Maestà, pertanto ne do avviso. Bi sier Zuan Baxadona dottor et cavalier, orator appresso il signor duca de Milan, di 5, ricevute a dì 11, date in Aquanegra. Scrive, a di 2 mi partii di Bologna, et questa mattina passai per Cremona, dove dal podestà de li intesi l’imperalor dovea intrar li a bore 12 et intraria positivamente; et che'l feva far il ponte sopra" Po apresso la terra, et disse noii havea potuto far preparatoli alcuna et che passerà solum con 7 bandiere di fanti e la guarda di cavalli, elogeranno tutti in la terra, et de lì un zorno over doi partirà per Lodi, dove io zonzeró a Dio piacendo dimane. Ba Cividal di Friul di sier Nicolò Vitturi proveditor di 9, ricevute a dì 11, in Pregadi. Come havendo auto una lettera da Venzon di Zuan Antonio Michisolo, di 8, con alcune nove, la manda ; la qual dice cusl : Magnifico Signor. Eri giongete de qui uno mercadante da Vienna partilo al primo dì de Quaresima, con el qual parlai longamente, et mi disse che il re Ferdinando era andato in Boemia, dove se ragionava asuuar gente per mandarle in Transilvania; et che alcuni ragionavano che fra lui e il re Zuane era per succeder accordo mediante il serenissimo re di Pola-oa, tamen iudicavano ancora molli incontrario; et che’l re Zuane era in Transilvania. In Buda sono cerea cavalli 5000 et allralanli con il re Zuanne, per quanto se intende, et appresso lui esser lo ambas-sador del Turco,praeterea ho inteso per uno che veniva da Baviera che Cesare havea mandalo per il duca Guielmo et Lodovico frater menor, tamen è non hanno volesto andar, perchè il populo di Monaco e li lor altri gentilomeni non hanno volesto perche si ragionava che fra lui el re Ferando non sia troppa amicitia. Dice più che già uno me-xe si partirono li ambasciatori del re di Pranza et Ingilterra, quali erano a Monaco, tamen non si potea intender a che effetto fusseno. Dice che lì era stato ancora quel del re Zuane. Se altro poterò intender aviserò, eie. Di Bologna di sier Marco Antonio Venier, 217 dotor, orator. di 8, liore 1, Ricevute a dì 11 in Pregadi. Eri sera ricevetti tre lettere, una in materia di le intrale di nostri di Roma per le difficoltà li vieneno fatte da quelli di Zervia, et una drizata al Coniarmi el lui zerca far di le spexe al terzo iudice arbitro ; et poi questa mattina ricevetti lettere di 5 con li avisi di Costantinopoli di 22 et 27 zener, unde andai dal Pontefice, qual era andato fuora a piacer a San Michiel in Bosco, et parlai a Soa Sanlilà, dicendoli zerca le inlrate di Romagna, rispose voleva fusse exeguito il Brieve, ma non si poteva far altro Brieve de qui, perchè la Corte si partiva; et a caso era de lì fuor di la camera don Sebastiano di Ancona lesorier di la Romagna, al qual dissi Soa Sanlilà poteva ordinar scrivesse il Breve fusse obser-vato, et cusì fo contenta et lo chiamò dentro comeltendoli scrivesse, qual disse faria. Soa Santità si parte domai). Poi li comunicai li avisi da Costantinopoli; Soa Santità li ebbe grati. Et zerca quello si trattava con l’orator dii re di Ho-mari ponderò, dicendo da qui non se intendeva nulla. Scrive mandar lettere di l’orator nostro in Pranza. Di Pranza, di sier Marin Justinian ora* tor, da Paris, di 19 Fevrer, ricevute ut supra. Eri sera hessendo a un bancheto di lo illustre signor armiragio, di queli questi principi hanno fatto questo carlevar, ai qual fui invilato con ìi altri oralori Papa, lmperator, Anglia, Fer-