551 MDXXXIII, FEBBRAIO. 552 Adì .... Marmo 1533 fo acetadi Sier Nicolò Gabriel di sier Marco, Sier Andrea Trivixan di sier Polo, Sier Hironimo Marzello di sier Piero, procuralor. Adì ditto Sier Francesco Loredan, qu. sier Hironimo, Sier Piero Bon di sier Alvixe. A dì 28. La matina, non fo alcuna lelera, nè cosa da conio di farne noia. Da poi disner fo Conscio di X cou zonla. Fi fu poslo che uno qual ha dà una scrilllura voi mani-feslar caxe e possession in visentina usurpade che aspelta a la Signoria, che fo di rebelli, et si recupererà da ducati 2000, voi il quarto, et fu preso rometer questa cosa a le Raxon vechie, et essendo il vero hebbi il quarto. Non fo mandala, perchè il Collegio volse rispetto di consultarla. Fu poslo, di mandar uno di avogadori siati nelle parte di le confìseation fate in Quarantia criminal, di beni di condanadi, vìdelicet in brexana Zorzi Martinengo et Neslor Soardo et in veronese di Ma-laspina : che’l sia ballota questi avogadori presenti et sier Filippo Trun olim avogador, et chi averà più ballote vadi con 14 cavalli, computa nodaro, raxonato eie., et habbi per spexe ducali 180 al mexe, et di quello si recupererà un terzo sia di la Signoria ubligà a l’armar, uno terzo a l’Arsenal, et uno terzo a li Avogadori. Et ballotà rimase sier Filippo Trun, olim avogador di Comun. Di do oratori Venier et Contarmi, da Bologna, di 18 Fevrer, ricevute a dì 23. Essendo stà commesso per il pontefice ai li reverendissimi Farnese, Campeio et Cesis la richiesta di Cesare di far li Ire cardinali, zoè l’arzivescovo di Bari, l’arzi-vescovo di Capua et il magnifico Muselola, et consultilo che hessendo rimasti alcuni cardinali in Roma et promessoli non far nuova nomination di cardinali senza di loro, et nel parlir fatto una bolla che lì a Roma et qui sia il Collegio, et atento che il re Christianissimo voriano li do preposti, l’arzì-veseovo di Tolosa et il fratello del duca di Albania, et di più ne vuol tre altri, lo episcopo di Paris olim di Baiona et l’orator di Soa Maestà di qui parti et il lerzo per il qual etiam il re anglico iti-terciede che è il reverendo Auditor di Camera. Et fo parlalo di crearne il presente solum uno a requisi- tion di Cesare che è Parzlvescovó di Bari, il che diio a Cesare, non li piacque questo, dicendo esser benemerito di la Santa Sede et dii sacro Collegio di reverendissimi cardinali et dovea esser exau-dito. Et mandò il magnifico May a parlar a li cardinali di questo, li qual de qui se ritrovano al numero 19, ì qual sarano qui scritti; nè Cesare attende ad altro che a questo. Il nome di reverendissimi cardinali sono: Far-nesa, Siena, Campegio, Ravenna, Perosa, Palmieri, Santa Croce, Cornaro, Osma, Turnon, Burgos, Agramonle, Santiquatlro, Cesis, Cesarin, Pisani, Manloa, Gadi, et Medici, et li do venuti a Venetia Grimani et Redolphi. Di sier Marco Antonio Venier dottor, orator solo, di 19, ricevute ut supra. Dì la instantia fa Itoli per il reverendissimo Medici, che Bernardin dì Bologna, bandito, sia assollo di! bando, offerendosi. Di tutti do oratori, di 20, hore 4, ricevute a dì 23 ditto. Li cardinali francesi hanno dillo al pontefice haver auto lettere di Franza, zerca la conclusion di le noze di la neza di Soa Santità nell’illustrissimo duca di Orliens, unde io Venier andai dal Pontefice, qual mi dice era vero et che l’ha via tolto il mandato che per opinion sua stava in bona forma per mostrarlo a li soi per veder se’l steva bene, dicendo voler far cosa che produca bon frutto, perchè Cesare non li par si concludi, dicendo da francesi non poter farsi cosa bona, dubitando assà. Et Soa Santità disse più preslo voleva la morie, che far cosa che producesse guerre fra cristiani. Et esso oralor li disse la eletion dii terzo iudice domino Lodovico Porro, Soa Santità laudò et disse haver da! nuntio suo in Napoli, come erano gionti lì alcuni venuti di Coron, tra i qual uno spa-gnol capitanio di guerra, qual affirmava Coron esser forle di sito et da tre parte verso il mar, et hessendo subvenuli sperano potersi defender da turchi, et che molti cristiani de! paese erano venuti de lì. Et disse di questo Soa Beatitudine ne voleva parlar a Cesare, et disse voleva mandar a Venetia il reverendo domino Hironimo Aleandro arziepi-scopo di Brandizo da poi sarà partito Cesare, et non l’ha mandato avanti per esser pratico di cose luterane, il qual sarà grato a la Signoria et è nostro subdito; et che poi gionto et informato che’l sia, li mandarà l’autorità sopra le cose spiritual, qual però tutto faria con la sua conscientia, secondo il voler di la Signoria. Io li afirmai, cadaun rappresentante di quella sarà grato et ben visto