441 MDXXXIII, GENNAIO. 442 sarea Maestà et voleno il Papa sia iudice in la materia di le differentie 1’ ha con zenoesi. Et parlò zerca il re anglico di cometer la cosa del divortio in partibus, ma è stà senza resolution, e dilli cardinali hanno ditto zerca far la pace zeneral non hanno commission, ma hanno di zio scritto in Pranza, et fra 15 giorni dicono haverano la risposta. Cesare poi la festa di la Madona di le candele partirà de qui, il qual atende a conservar la pace de Italia. Io Contarmi fui dal comendador maior di Calatrava per aver il salvoconduto per le galle di Barbarla et l’ho auto et lo manda. Soa Signoria laudò la navegation dicendo esser ben di soi regni. Fu etiam per parlar al comendador maior di Leon per la lettera di grani. Era andato a la caza, perchè ogni giorno l’imperator va, et promesse far nove lettere al viceré di Napoli, et lettere che li comandarà che si lazi trazer. Questi signori hanno expedito ledere in Alemagna a li declori et circuii zoè provinlie in conformità come scrisseno dovea-no far zerca il far del concilio lo fariano domente li altri principi volesseno intervenir. L’imperator ha scritto a l’imperatrice in Spagna che conducili con lei a Barzelona el principe suo primogenito, perchè questa Maestà voi far zurar il regno et far le corte ; si dice haverà dopio servitio. Al principe Doria hanno scritto non vengi de qui, ma vadi a dretura a Zenoa. È aviso, la nave e parte di lo galle esser zonte a Zenoa et fra un mexe sarano in 160 ordine per poter far il viazo. È stà dillo esser partila di Alemagna la fia dell’ imperador per venir a Napoli, dove la sarà di brieve e starà sotto il governo di la viceregiua fu moier di don Carlo di La Noia (ino il lempo la dovrà esser tradulta dui duca Alexandro. Essendo intervenute in corte diferentie tra questi lanzinech con alcuni di [la fameia del signor Ascanio Colonna, mò terza sera andorono do bandiere di essi a la caxa soa, et ditto signor Ascanio convenendo fuzir, si feee mal a uno piede, tamen il furor fu estinto per li capi di essi lanzinech. Scrive il Venier di le gran spexe el fa el in 15 zorni haver spexo 15 scudi, poi a quelli li è venuto a caxa questa bonaman ha convenuto dar, però si raccomanda. Nola. Il salvaconduto per lo galle di Barbaria è con questo: mori né iudei non possino smontar di le galle, nè si possi portar robe devedade, nè libri, et possino toccar solum Ire porli di la Cesarea Maestà, Mazachibir, Oran et One, et altri quando per fortuna fosseno le galle cazate eie. Dii Baxadona orator di Bologna, di 13, ricevute a dì 18 ditto. Zerca il matrimonio del signor duca de Milan, Cesare lauda et exorta, offerendosi usar ogni opera, et Soa Maestà si satisfa assai di esso duca, ma ne la duchessina non seguirà, Soa Excellentia mi ha ditto voi ad ogni modo maritarsi con conlenteza di Cesare. De li danari dia dar a Soa Maestà, nulla fin qui è stà fallo ; pretende Cesare a le cose de Lombardia, per custodia cometer ad alcun suo, e si tratta uno di questi do capi o Antonio da Leva o il marchese dii Guasto, e satisfa più el signor duca il Leva perchè dice il marchese è giovene liberal e quasi prodigo, qual hessendo, saria con danno del Stalo. Le arlellarle dell’imperador che sono in Milano, pezi numero 32, aricorda alcuni a Soa Maestà saria ben condurle in Spagna, altri che si mollino in castello per ogni bon rispetto non essendone a sufficienza. Li cardinali francesi venuti non hanno portalo cosa de inquietatici! de Ilalia. Dicono il suo re voler viver quieto; li quali è stali con Cesare, dicendo se Sua Maestà voi qualcosa dal re suo, si lassi intender, et la cosa di Zenoa il Papa la deciderà. Hanno in commission parlar al Papa del divortio del re anglico che il processo sia fatto in partibus, et a Roma poi la definilion di la causa. Questi aspectano mandati di Franza. Ho aricordà al signor duca, hes-sendo con Cesare, fazi bon oficio per la Signoria. Del ditto, di li, ricevute ut supra. Come ha aule nostre lellere zerca dir al duca voi satisfar quanto è debitor di la Signoria nostra. Li parlerà, et exeguirà ditte lettere. Da Zara, di sier Gregorio Disamano prò-veditor zeneral in Dalmatia, di 8 zener, ricevute a dì 18. Come ha saputo che Morati» Chie-caia venuto a Obrovazo è slà per far trazer danari al paese. Prima vene soi homeni, mostrando comandar 3000 homeni per far laiar legnami per far faste et armarle, poi ditto donandoli non farà altro, et cusi venuto lo hanno apresenlà. Mi ha scrilfo una lettera dolendosi di danni fatti per quelli di Segna con le barche et con nostri sub-dili. LI ho risposto, starò advertito, et trovandone li castigarò. Del ditto, di 10, ricevute ut supra. Questa mattina è venuto de qui citadini nostri stati a Si-binieo, dicono eri sera a bore una di notte di là dii monte si scontrò 12 barche di Segna armate, sopra le qual erano molli fanti, penso vadino ad asaltar lochi del Signor turco. Di Zara, di sier Antonio Miclùel conte, sier Jacomo Martello capitanio, di 10 rice-