’^'93 MDXXXII, NOVEMBRE. Irino, essendo sta a quelli di la terra salvato lo haver et le persone, et che la preda che loro speravano far in esso loco de Patras ditto signor principe quasi tutta I’ ha pigliata per se, et cargato uno galeone genoese di botino per suo conto, il che è stato causa de grandissima mormoratione et rescn-(.¡mento de tulli quelli soldati; ma tamen pare che hora siano stati da esso magnifico Doria assai ben aquietati, non però talmente che cessino, maxima- 104* mente li spagnoli, acusar l’avaritia et tenacità di Soa Signoria con parole molto pungenti. Che nel castello di la Morea li cesarei hanno trovato molti pezi de arlellarie grosse ma antique et oggi inutile, le qual il signor principe ha fate cargar sopra una nave con animo di farle rebutare et redur nella forma che ora usano. Che intorno al castello sopraditto di Lepanto, quale erano per butar ut supra, se atrovavano molte fosse piene de fornenti, li quali seguendo la expugnatione di quella forlcza sariano di grande giovamento a quella armala. Che di 1’ armata cesarea sono stà retenuti do schierazi dii Zanle con formcnli, di qual sono patroni do za-centini zoè Andrea Gagavi et il cognato de uno nominato Smerner che li haveano cargati in Golfo, et che’! magnifico Doria li facea scaricare tulli li grani, nè di ciò mostra lui relator saper la cagione. Che esso magnifico Doria se atrovava di la persona alquanto indisposto, et che per tre zorni non era venuto sopra la pope de la galla nè havea voluto dare audientia. 105 Di Fransa, di sier Zuan Antonio Venier orator, di ultimo Octubrio, ricevute alti 29 Novembrio, date a Bovilla. Ritrovandosi tulli li oratori qui alti 18 scrissi da Monterol, et a di 17 il nontio pontificio et orator cesareo eoncluseno questo alto di farne star qui apartati, è stà con poca consideration, et per far grande jniuria al principe de chi sono oratori, li quali è sta fati venir a Mon-tarol e Bologna e spender, confinandone poi, e a cadami altro è sta licito andar a veder li congressi, e questo alto è dimonstration di tratar conira li principi nostri. Come scrissi alli 11 di questo il serenissimo re anglico passò il mar, smontò a Cales con 1500 in 2000 cavalli, menò seco la marchesana Bolena favorita di Soa Maestà con zerca 20 damisele. Il re Chrislianisslmo siete intorno Bologna alle caze sino alli 19 che l’intrò in dilla terra, alli "20 andò a Marques, alli 21 poi pranso andò verso Cales et a rneza strada incontrò il re anglico c ambe Maestà con fare alto di benevolenlia cl re- 294 verenlia si mosseno et abrazorno apollandosi fratelli et venendo tulli verso Bologna. Jl Chrisliunis-simo dete la destra al re anglico el passando per Marques si reficiorono di le cose opportune et fo molta copia, richeza et pompa quanto existimar si possi, el procedendo inconlrono il serenissimo del-phino, illustrissimi Orliens et Angulem fioli di questa Maestà, et alora il Christianissimo disse il serenissimo anglico Sire quelli sono il delphino et altri mei fioli, li quali hanno desiderato et sono obligati a far reverentia alla maestà vostra, et si aperto alquanto non volendo star presente a quella acoglienza. II re anglico non solamente li abrazò ma li basò tutti tre per la bocha, et da li prefati delphino et. Orliens fu reso grafie a quello che se havesse operato e fosse stato causa de liberar di captività la persona dii Christianissimo suo padre, et le loro proprie persone multiplicando verso il regno di Pranza continui beneficii, offerendo le loro vite et ogni sua condilion in qualunque tempo per la maestà sua e per il suo regno. Lo illustrissimo Angulem che non havea quello sugetto, li parlò di altra maniera tanto dolze et saviamente che si dize che’l parlò come uno angelo, sichè il re predillo tornò abrazar quello solo et basarlo più volte. Da poi il Christianissimo si acompagnò iterum con quella Maestà ringhiandola di la benignità usata verso li fioli etc , e successive furono incontrali da cinque reverendissimi cardinali zoè legato, Bar-bon, Lorena, Tornon et Gramonte et da gran copia de archiepiscopi et prelati e da molli principi e baroni, li quali tutti forono abrazali da ditto re anglico, il che per una longa fatica fu existimalo singular bonagratia di Sua Maestà, et a questi poi si azonzeva li 200 zenlilhomeni di la caxa dii re Christianissimo, rica et nobilmente a ordine, e li 400 arzieri e li 100 sguizari, tutti con livree di seta et d’oro di molla spexa, si che la copia di le seie, oro, porle et gemme di la parie di Franza è sta iudicata cosa inextimabile maxime per li recami et bracati che usano, ma da la parte de Anglia vi erano molti drnpi di seta et cadene d’oro senza numero, ma non tanta soverchia e spexa. Inlradi ne la lerra il Christianissimo, benché P anglico mostrasse di recusar, acompagnò quello nella camera, poi la reatina sequente sua Christianissima Maestà li mandò in dono uno iuppone, uno saio el una roba simile a quella che lei voleva portar quel iorno, et quelli drapi erano di ricamo di perle et zoie (ante che sono ben gran cose quello che se dicono che voio