MDXXXIJ, NOVEMBRE dani non però notabili, a li homeni et femene che erano in strada li tolseno le scarpe et berete et fin che fono sta scarpe in questa tera tute le ho mandale a li exerciti si che non resta una scarpa in questi za va la ri, che hanno venduto le vechie soldi 20 et più el paro, le altre soldi 40 et 50, non sì ha potuto meter regola. Li merascalchi hanno venduti li feri a do et tre marzeli 1’ uno et uno fero è sta venduto uno raynes, non si ha potuto far niente per non haverlo saputo. Molti hanno fato pan et quelo venduto fuora di le strade a precii excessivi, a la Ponteba è sta venduti certi pani 3 pezi 1’ uno, et havendo hauto da Balistin Corso da la Chiusa uno lo mandò di questa lera, è ussilo da ducati 3 milia et più di pan questa tera al presente, ha superato le forze sue, resta azonzer rao li altri lanzinech con le artelarie qual intendo esser pezi grossi da 10 in 13 mia va in suso, el li ponti non sono suficienli. Ho mandalo a far comandamento a queli de Pram-per eh’è obligati a farli che li debano far si che son tra la speranza et il timor di questo exito; li ha provisto di guastatori per questo ; la biava fo sparsa la fama lire 3 il staro, par l’habbino messa a lire 4. Manda una letera hauta di Gemono, di 28, di Veseìio Emilio ete. Di Bassetti, dii podestà et capitanio, di 2, hore 24, ricevute a di 3 da sera. Heri la Cesarea Maestà fo a vesporo con li clarissimi oratori et mi apresentai al discender di la scala dii palazo, è andato a San Francesco a udir vesporo. Era una hora di note quando ritornò a palazo. Questa «ialina poi Soa Maestà fo in consulto et si confessò, poi udito messa andò in camera, disnò privatamente, uno fasan e una pernice, et par la note si resentise alquanto ; mi scusai con Soa Maestà di la condition dii locho sterile, Soa Maestà disse, ringralio la Signoria di tanta bona cortesia la mi ha fato, et di lo alozamento comodo ho hauto, et desidero mostrar simel amor verso la Signoria, et si cavò parte dii capelo di lesta, poi Soa Maestà montò a cavalo per andar a Sane]rigo. Io andai a piedi fino in cavo el ponte che è il basanese, el lulsi licentia, el Soa Maestà ponendo la man al capelo mi licenliò, et havendo in pregion uno per homicidio da mei precessori a morie condanaio et l’apelation di la sen-tentia pende a li Avogadori, per esser imputato haver voluto amazar uno citadin de qui, et venendo hozi con Soa Maestà da la messa l’arzive-scovo di Bari da parte di Soa Maestà mi pregò fosse liberati et mi li dimandò. Io risposi dii conda-nado a morte, soa signoria disse di questo non ne parlate, et di l’altro ordinai fosse relassalo, unde Soa Maestà se voltò facendomi alo di ringratiarme. Scrive haver ricevuto nostre letere di mandar el pes-e restato al primo alozamento, cussi exequiria, il qual posse è fresco et in tuta bontà. Da Vicenza, di sier Andrea Gritti pode- 67* stà, et sier Nicolo Morexini capitanio, di 2, ricevute a dì 3 Novembrio. Hozi a hore 21 zonse a Sandrigo l’imperator, et fu apresenlà a quello per li nostri: pessi, carimi, cedri, pane, vino et orzi con salisfation grande, e poi visto per Soa Maestà il tutto fo apresentà al rnaiordomo. Questa matina io capitanio vulsi acompagnar il reverendissimo Medici, ma ne lo aprir di la porta era parlilo et va a Manloa, ma ben acompagnai il signor duca di Man-loa con suo fratello signor Ferando el qual va a trovar la cesarea maieslà. Di sier Marco Minio e compagni oratori, di 2, hore 6, da Montechio, ricevute a di é j ditto. Questa mattina a Bassan l’imperador andò a la messa a San Francesco, dove siete a 1’ ofìcio di! zorno, poi andono a palazo loro oratori el tro-vono Soa Maestà taceva expedition e poi si volse confessar. Dapoi vene zoso e lo acompagnono alla messa in ehiesia, piovando ragionevolmente, e finito l’oficio tornò a la stanzia, disnò et de subito montò a cavallo et vene ad alozar questa note a Sandriago • dove li era slà preparato. Noi venissemo qui a Montechio di Precalzino uno mio distante per esser de lì li alozamenli stretti, dimane andaremo a Montechio mazor ; et ozi raxonando a la messa col signor duca di Ferrara disse era per seguir questa maestà fin la starà in Italia, ma a Bologna non sa-pea come regolarsi perché vi sarà il pontefice e non era per far altro se non quanto l’imperator li comelesse, qual ha ditto voler aquietar tulli li principi de Italia con nova compositione, et che s’ era certo che le cose sue prenderano bon fine essendo apogiato alla illustrissima Signoria non temeva alcuno che li venisse per fronte. Scrive da Padova è zonti orzi senza alcun ordine. De li diti, di Arzignam, di 3, hore 4, ricevute a dì 4 da sera. Ozi si levassemo da Montechio di Prccalzino et venissemo a scontrar l’imperador, el prima Irovassemo il signor duca de Urbino venuto da Vicenza per farli rever-entia, et l’aspectava in uno cortivo col signor marchese dii Guasto dove nui etiam si fermassemo, usando a Soa Excellentia quello si suol far in simil congressi. Gionlo fu la Cesarea Maestà scavalcò, el se li apre-