114 mezzo del Montenegro, senza riuscir altro che ad alienarci ambedue. Di qui una bizzarra politica montenegrina la quale, incominciata col matrimonio dinastico ideato da Cri-spi ed effettuato poi da Rudinì, continuata nelle imprese malfondate della Compagnia d’Antivari, sopra valutò sempre le capacità di quel paese e concluse infine col provocare in esso quella cordiale reazione di antipatia che anche i sassi... beneficati di lui non esitano in camera charitatis a manifestarci. Intenta a procurare soltanto l’innaturale allargamento del Montenegro verso il Sud, la politica della Consulta, quella ufficiosa al pari di quella ufficiale, ignorò addirittura le prime rivolte albanesi e restò inerte o pedissequa del Marchese Pallavicini di fronte alla rivolta dei Malissori che poteva esser il punto di partenza per un riassestamento della costa orientale dell’Adriatico nel modo più favorevole a noi. L’unico guadagno reale, nella derisione e nella repressione delle generose simpatie popolari verso l’Albania insorgente, fu l'affermazione solenne della Tribuna che nel caso la bandiera turca avesse mai dovuto abbassarsi in Valona, nessun altra le avrebbe potuto succedere se non quella albanese. Il governo di Giolitti succeduto nella primavera di quell’anno al governo pacifista di Luzzatti con propositi più audaci di politica estera, parve esitare un momento; ma poi distolto da altre mete alzò risoluta la voce: i pubblicisti re-pubblicani, cattolici e nazionalisti che s’interessavano dell’Albania furono isolati ; si espulsero dall’Italia gli agitatori Iva-naj bej e Gurakuqi; le spedizioni di volontari impedite mediante una crociera nell’Adriatico, assai costosa; perfino i comitati di soccorso ai feriti vennero disciolti ed i loro membri sottoposti a processo, mentre la Croce Rossa Italiana rifiutava di mandare un’ambulanza fra gli insorti, col pretesto