161 MDXXXII, OTTOBRE. 16-2 riissimo re Ferdinando suo fratello era per mandar uno capitanio con zenle al sussidio de Strigonia et era per liberar quella città. Rasonando poi con monsignor di Prato et monsignor di Covos ne diseno questa Maestà, solicitato da la Serenissima imperatrice a passar la Spagna, andava per passar questo inverno, ma dii tempo bisognava prima venisse aviso dii eapitanio Doria, et che Soa Maestà slaria in Mantoa qualche zorno poi si aboeheria col pontefice. Diman Soa Maestà starà qui e ne darà in noia li alogiamenti che quella vorà far. Di Angtìa, di sicr Carlo Capelo orator, date a Londra a dì 18 Setembrio ricevute a dì 28 Octobrio. Come monsignor di Langes alli 11 di questo ritornò in Pranza, siete solum la note qui et non li pussi parlar, fin quattro giorni partirà etiam monsignor de Briant qual va al re Christia-nissimo non si sa con che comission el vadi, se divulga per lo abocamenlo, ma mi vien afirmalo da questa corte che si traila le noze, et c-he a dì 12 di questo mexe questa Maestà fo con la signora principessa el li parlò et stele 3 bore solo con lei, la qual non havea veduta zà più de uno anno, el poi insieme andono a una bellissima caxa dove fo morii animali 100. Di qui ogni dì si fa preparation per quelli vanno a dito abocatnento, al Che il re Christianissimo è mollo disposto, et di Cales ogni zorno vi pasano signori et altri. Pur risona il re di Scozia prepararsi a le arme conira questa Maestà, et li ha mandato a dir lo aspelti che’l voi venir con 50 mila homeoi a visitarlo qui in Londra, et per rehaver il corpo dii re Jacomo suo padre qual fu morto sopra questa insula da lo exercito di queslo Serenissimo re quando Soa Maestà se ritrovava in Pranza contra il re Christianissimo. Questa Maestà lì ha risposto che’l vengi che sarà così ben veduto et cosi ben acelalo come fu il padre suo. Ho visto lettere di Scozia di uno amico mio in conformità ut supra, et che quel re atende ad armarse e lui ver assaissimi archi et gran numero di maestri di farne. Queslo re non ha quella copia li bisogna ne’ legni da farli, ha mandato alcuni capitani! a li confini di Scozia, uè Soa Maestà voi che quelli signori di quelle parte vicine vengano a passar con lei il mar. Quelli di Dans li passati zorni hanno depredalo et crudelmente morti alcune nave di questa ixola prese con tutti li homi ni che erano andati secondo il solito che vanno ogni anno a comprar pessi in quelle parie, el si tien che questi siano d’accordo col re di Scolia. Questa l Piarii ii M- Saluto, — Tom. L Vìi maestà diman dia venir a reveder le sue nave et le fabriche di la torre, et marli poi andarà a Granuzi e poi a Gravisenda el a Dobla per aqua, per esser in quelle parie molta peste, etiam in questa terra non manca. Eri morse in corte di Sua Maestà il maistro di la cusina che la domenica avanti 1’ ha-veva servila. Dii ditto, di 24 Septembrio, ricevute ut supra. Ho inleso da Dovre questa Maesià passar a Cales per terminar il divortio, et come scrissi per mie dì 16 novembrio venule fino 24 va etiam alcuni dolori el frati quali hanno composto opere et componeno in favor di Sua Maestà, i quali passano innanzi a Cales per consigliar la materia del divortio con quelli dii Sludio di Pranza. Ogni di de qui si prepara per il passar, qual sarà alli 16 oetu-brio proximo questa Maestà a Cales. Madama la marchesa liozi fa uno banchelo a questa Maestà e a l’orator dii re Christianissimo. 11 re ha termini la soa compagnia con la qual doveva passar vadi solum la metà, et queslo fa per timor di la peste aziò sia più expedito, la qual peste ogni zorno eresse de qui, et quasi in tutto il paese, etiam fa per lassar maior homeni da capo per le cose di Scozia, di la qual non se fida. Di sier Marco Minio, sier Rironimo da cJtà da Pexaro, sier Lorenzo Bragadin et sier Marco Foscari oratori nostri alla Cesarea Maestà, da Spilimbergo a dì 26 Octobrio, hore 24, ricevute a dì 29 ditto. Da poi udito messa la Cesarea Maestà, andaserno in castello in una camera dove la era, et volendoli basar la mano non volse et ne abrazoe, et apresenla-toli le lettere di credenza, il clarissimo domino Marco Foscari li fece una oralion in lingua materna perchè se intese li saria più accepla ancora che la latina fusse sta preparata di far, et sopra queslo scriverlo longamenle laudandolo molto, sichè a Sua Maestà e a lutti li circurnslanli li fo gratissima el rimaseno salisfatissimi. Qual compita Soa Maestà si vollò verso domino Marco Antonio Con-larini, dicendo io non so se questi signori intende* rano, vui lo porete dechiarir, et disse che li bisogneria esser fornita di malor sapientia et eloquente di quello la era e poler risponder a una tale oratione e ringraliava la Signoria Che lo havea onorato con 4 personagi tali et di le oferte se’l faceva, quale in queslo suo bisogno usava con quella confidenlia che si promeleya da la molla fede 1’ havea in la Signoria, et che se in lei era la virtù et religione che per la oratione li erano stale il