193 MDXXXII, Maeslà la qual disse qaando parlissemo da Viena havessemo nova che a li 4 di septembrio il Turco era partito di Belgrado et ne dimandò se Imbraim havea lo exercito con lui, rispondessimo el Signor era partito con le geide di la Natòlia il resto era resta con Imbraim et andava a la volta di la Bossina. Sua Maestà ringratiò di lai avisi, et hessen-do fra le fontane li dimandassemo se Soa Maestà le condurebbe in Spagna disse ne conduremo parte el parie laseremo nel regno. Essi oratori rengra-liano mollo di la licenlia di repalriar datoli con il Senato etc. Havemo hauto letere di Sazil che li lanzinech erano zonli a Santa Avochà et lochi vicini, et li fanti venuti per la via di Gorizia esser inviali verso Porlo Gruer. Hanno ricevuto nostre letere di 30, zerca il mandar di domino Seba-stian di Paxe con il presente, zonli in Cologna lo presenterano. Item, per l’altra come era sta dato ordine a Treviso, Padoa et Vicenza li mandino uno cavalaro per locho, et mandano una letera auta dal podestà di Sazil di la qual questo è il sum-mario : Da Porsia dii conte Vinsislao da Porsia di 30 Odubrio al podestà el capitanio de Sasil. Magnificc et durissime etc. In questa hora è zonto uno mio venulo con li lanzinech in ordinanza da San Daniel el Rago-gna dove son siati 5 zorni a venir insino a Spi-limbergo, dice dimane sarano a Santa Avocala el lochi vicini, non lavano più di 6 in 8 mia al zor-no, sono da 6000 boche, né si parlirano di questi paesi in 6 zorni perché l’arlelaria che aspelano non poi venir cussi presta per haver bisognato far tuli li cari novi, dovendo star qui credo man-zerano nui medesimi, bisogna avisar la Signoria et li clarissimi oratori quid agendum. Havemo inleso questi di le basse hanno deliberà negar il passo a le zente italiane, videlicet la Meduna, la Mola, Prata, Pordenon, et voi ruinar il ponte di la Meduna et questi altri lochi levando le barche, il che facilmente li reussirà, in questo modo la ruina verà adosso nui qui et Sazil. Scrivendo, 1’ è venulo uno altro dicendo che la fontana italiana parie é gionla fra Valvason el San Vido et lie-neno la strada de là, si che bisogna a tulio far provision che non gè sia negalo il passo. A tergo : Al mollo magnifico el durissimo si- IJHarii di M Sanuto. — Tom LVJI. NOVEMBRE. 194 gnor mio honorando missier Jacomo Marzelo signor mio obscrvandissimo. Di Bassan, di sier Zuan Memo podestà et capitanio, di ultimo Odubrio, hore 24, ricevute a dì primo Novembrio. Quesla malina son levalo di questa tera con una belissima compagnia di cita -(lini et bon numero di zoveni a piedi, assai ben in ordine rispeto al locho, el andà contra la Cesarea Maeslà fin sopra la campagna fra Bassan et Castelfranco per mia 3 lontano, et aproximato per uno (rato di arco a Soa Maestà io smonlai da cavalo et aproximalo a quela mi porse la mano et li basai el ginochio. Soa Maestà postomi la mano sopra la testa mi fece una gratissima et humana acoglientia, femi poi rimontar a cavalo et apresso di quela cavalcando ragionatilo dii viagio suo et altre cose piacevole fino al palazo di reofori, quale ho preparalo honorevolmente, et Soa Maestà consenti che Io acompagnasse fino in camera et fotoli reverenda mi partii. Si atende ad alozar le zente. Ilo ricevute letere zerca il mandar le vituarie driedo, secondo alozerà Sua Maestà cussi exeguirò. I)il dito, di primo Novembrio, hore 22, ricevute a dì 2 dito, la matina. Questa matina, parlai don Lopes de Soria qual mi acertò diman Soa Maestà certo si partiria de qui per Sandrigo in vicentina, et questa malina volendo Soa Maestà au-dar a messa a San Francesco di frati minori io andai a la scala dii palazo. Soa Maeslà vene vestila di sagio et robon di brocalo d’arzento fodralo di zebelini et calzalo, li bolzegini bianchi, li feci riverentia et P acompagnai et in strada irovassemo li clarissimi oratori et insieme andati in cliiesia dove Soa Maeslà siete solo il baldachin damaschiti cremexin ivi preparato secondo il suo costume. Cantala la messa Soa Maestà tornò in palazo et prese licenlia, et io volendo andar di suso, Soa Maestà disse : podestà andate con Dio anche voi, pur io andai, et quela andò sopra la sala dove era preparato il suo baldachin di panno d’ oro et li si pose a seder et li lo portato molle et varie sorte de vivande maxime di pessi mandati da la Signoria nostra, li qual gustò con bon a peti lo maxime passare, gambareli et oslrege, et compilo il distiur datoli l’aqua a le man, levalo, fo dato la benedition per il reverendo arzi-vescovo di Bari, poi Soa Maestà se parli et intrù in camera, el stava astante sempre disnando el signor duca di Ferara. Di sier Marco Minio et compagni oratori, da Bassan, di primo, ricevute a dì 2 dito. Ila- 13