075	mdxxxiii, marzo.	67g
havesse bisogno di me la cognosceria il maiore, amico l’habbia hauto in alcun tempo. Et cussi scriveteli da mia parte. Quanto a la pace et quiete de Italia el pace de christian, io non son per far mai alcuna impresa, se non sohm non conoscerò la volunlà de la illustrissima Signoria esser tale ; ma non farò mai cosa alcuna se non de suo consentimento. El vi dico eh’ io amo la quiete de Italia et pace de christiani. Scrive poi, tutti li altri oratori sono a Paris, io solo son venuto de qui, per star appresso la corle. De Ingaltera non c’ è nova alcuna, solum vene monsignor di Monpeu-sart de Anglia. El l’oralor anglico dice haver nova che anglesi sono andati sopra il regno di Scozia et hanno brusalo molti lochi, et preso uno loro capitanio. Di le gente d’arme di questa Maestà non si fa altro moto, nè se li dà pagamento; se continua a dar, ad alcune di le compagnie et alcuni parliculari di le altre, li doi quartieri principiati a pagar al mio zonzer in Franza ; ancora non sono slà dati a la mità de la compagnia, et ancora aulì resteranno quelli haver quartieri 6, nè a darli vi è preparation alcuna. Io anderò seguendo la corte.
   Dii ditto, di 13, ricevute a dì 28 ditto. Lo orator di Ferara venuto de qui per seguir la corte mi è venuto a trovar al mio alozamento, et dissemi haver sotralo da monsignor de Beauvoys, che per le poste veniva di Scozia, dove fu mandato dal re Chrislianissimo da Bologna de Picardia al tempo di
10	ahocamento col re anglico, el qual va dal re Chrislianissimo lige 6 lunlano de qui, in uno loco ditto Fer, et dice il re de Scozia za 15 zorni haver laiato a pezi da 900 homeni anglesi, et che da 5 mexi in quà mai fa altro che corer su l’Ingaltera, dove è intralo 30 lege brusando el amazando, non perdonando a sexo, nè età, nè edifici, et ha el suo exercito de homeni 20 milia, bellissima gente, la qual combaie con uno grandissimo avantagio et de facile poi penetrar ne la Ingiltera, per esser il paese aperto et senza forteza ; ma la Scozia è fertilissimo paese per li molli monti che in quella 1’ ha, i quali assecurano il suo exercito ogni volta che ’1 si ritra-zesse. Et disse che ditto re de Scozia ha favor da l’iniperator et dal re de Danimarca, quali tenivano uno homo per uno apresso esso re et li prometevan molte fantarie et questi sono ancora de li. Et dice
11	re anglico non è molto amato da li soi populi, praecipue per causa dii divortio voi far di la moglie, la qual è ben amata in quella ixola et fanno grandissima existimalion de la fiola. Dice etiam che l’armala di Scozia ancor ha tolto per forza 6
grosse nave, et ha preso una gran nave di Portogallo piena de specie. Et dice che ogni dì scozesi fanno mal assai sul paese per mar et per terra ; et che 'I re anglico ha poca armata per mar et per terra. Questo monsignor de Beauvoys è partito de Scozia za zorni 15, el è passato, come l’ha dillo, per uno el 1’ altro exercito con grande pericolo.
   Ba Brexa, di sier Jacomo Corer capitanio 244» et vicepodestà, di 26, ricevute a dì 28. Manda alcune lettere haute dal castelan di Pontevico, che
li	scrive 7000 lanzinech voler passar per de lì, di che ha scripto a Manloa al signor duca de (Jrbin quello habbi a far, et a li rectori di Verona stagino oculati.
   Da Pontevico, di sier Hironimo Bredani castelan, di 25, a li rectori di Brexa. Per uno messo venutomi aposta da Cremona, son avisato, come ha passato di quà da Po 7000 soldati, el perchè non vengano per quella via, quelli di Cremona
li	hanno offerto di dar 200 ducati, non li hanno voluti aceplar, voleno venir per questa strada. Et scrivendo mi è venula nova, come li soldati passnn a la Cava sul cremonese, et questa sera o domalina sarano a Rebecho. •
    Dii, ditto castellari, di 26. Per uno mio messo venuto mi è sta referito le zente esser passade di foravia da Cremona et esser aviate a la volta di Rebecho, et voleno far questa strada.
   Dii ditto, di 26, hore 17. In questa bora è zonto uno capitanio de ditte zente, qual mi ha voluto parlar et dimanda el passo, et bora hora zoti-seno a Rebecho ; li ho risposto non lo posso dare senza licentia. Ho posto in ponto al castello le arte-larie et li archibusi, etc.
   Dì Vicenzo Ugoni vicario di Pontevigo, a
li	rectori di Brexa, di 26. Scrive ut supra, el haver manda messi per saper i loro progressi. El fiume di Oglio è mollo ben cressulo, credo ne zo-verà. Ho comandà li archibusieri et non si mancherà etc.
   Di Mantoa, dii ducha di Urbin capitanio generai nostro, di 26, a li rectori di Brexa.
Scrive in risposta è bon haver l’ochio a Ponello, a Pontevico, li Orzi et Axola, et far che le ordinanze stiano preparale. Ha serilo a missier Zuan Ra-gazo suo li vadi contra di esse zente et fazi con Ihoro bon officio, perhò si parti con missier Antonio di Castello etc.
   Bi Verona, di sier Zuan Boi fin podestà et vice capitanio, di 20, a liore 4 di notte, ricevute a dì 30. Hessendo andalo il magnifico capi-