647 dome de la prcsentia et vista sua, di hora avanti se potrà vostra Signoria illustrissima avaler di là di le mie facullà in tulle le sue occurenze el servizio, perciò che de continuo in qualunque luogo et grado troverà in me quella mede ma voluntà et desiderio prontissimo. Et alla Vostra Signoria illustrissima quanto più posso me ricomando. Quae felicissime valeat. Da Milano il 14 di marzo 1533. Sotoscrila : Di Vostra Illustrissima Signoria servitor: G. Cardinal Ger- MIENSIS. A tergo: Serenissimo B. B. Andreae Gritti Venetiarum Luci domino excellentissimo. Copia di la parte presa de incantar la bar za granda per il viazo da Cipri. Da poi che è ritornata a disarmar in questa città la barza, capitanio il nobil uomo sier Zuan Antonio da chà Taiapiera, de continuo quella s’è tenuta a Poveia et anco si attrova con inleresse di la Signoria Nostra, oltra la spexa di la conza gli è sta fatta; et però dovendosi proveder che per lo advenir da quella se trazi qualche utilità el frutto con dar modo alla marinareza di navicare, il che seguirà quando la se poni ad un viaggio; però : L’anderà parte, che per autorità di questo Conseio, la ditta barza sia posta al publico incanto per un viazo per Cipri el quella delivrala a chi offerirà, hessendo quella barza fornita de tutti coriedi necessari da li patroni noslri a l’Arsenal per lutto li 10 de aprii proximo sotto pena di ducati 500, et medesimamente di quelle arlellarie che per il Collegio nostro sarà iudicate convenir al bisogno el securlà di quella, con obligalion a quello la lorà di ponerli sopra 80 homeni sufficienti et non meno siccome richiede la qualità di essa barza, et condur seco li nobeli consueti. Li danari veramente de l’incanto siano tutti aplicali a l’Arsenal nostro, la milà sia pagalo de praesenti et l’altra de ritorno con obligalion etiam di pagar li mendi iusla il consueto di le galle di mercato, dovendo dar duo piezi per lo incanto et mendi, da esser baloladi per il Collegio nostro con li do terzi di le ballote di quello, et sia obligato quello a chi sarà delivrala farla partir di questa citlà per tutto il mexe di mazo proximo, solto pena di ducali 500 da esser aplicalaa 648 la caxa di l’Arsenal nostro. Il patron veramente che andarà con la ditta barza sii provalo con li tre quarti di le ballote di esso Collegio nostro et andar debano dimane mattina li proveditori, et patroni a l’Arsenal a Rialto ad incantar essa barza. Copia di una lettera di Verona scripta per 236') Lorenzo Trun a sier Marco Barbarigo cao dii Conseio di X, fo capitanio de lì. Narra li honori fatti alla figliola de V imperador, scripta a dì 21 Marzo 1533. Magnifico patron. Dinotai a Vostra Magnificentia dii zonzer di madama Margarita fiola di la Cesarea Maestà la vene a dì 18 del presente a hore 17, et le zente che li andò contra el che vene con lei, et il suo vestire qui dinotare. Primo andoli il conle Ale-xandro da Nogarole et messer Alvise da Monte doctor, per imbassador per nome di la terra. Da poi monsignor Tornello arzivescovo de Zambrian, zovene di anni 28 in 30. Havea davanti de lui cavalli 20, lutti alla sua livrea ben de panno. Da poi era uno fìolo del viceré di Napoli che era de anni 12 in 14, tutto vestito de veludo, poi era cavalli 14 de gentilomeni (ulti vestiti di veludo, poi era Sua Signoria insieme con messer Zuan de Megii nostro canonico di Verona con stafieri sei appresso de Sua Signoria, poi vene il magnifico capitanio nostro con monsignor vescovo di Verona con una bella compagnia de zenlilomeni li quali li andò conira per miglia quadro; poi vene la magnifica podestà-ressa cum carele 11 di done, et andòli conira qualche uno milio e mczo. Poi vene il magnifico podestà fino alla porta, ma non passò la porla et aspetetle lì la madama. Comenzò a inlrar le zente in Verona de !a sua fameglia cavalli 25 et pedoni sei con dui scolini a man belli, poi vene una careta carga de forzieri cum doi homeni sopra et una dona in mezo; poi vene cavalli 25, lutti vestiti a una livrea ; poi vene cavalli 22 vesliti di veludo negro, poi doi staffieri con una chinea che menavano a man, che era de quella signora che governa madama, con la sua coperta de veludo. Poi vene la signorìa di la dilla madama in una letica coperta di veluto negro, lirada da due bellissimi corsieri adornadi di veludo, et a li piedi era in sua compagnia in ditta letica la contessa, consorte del (i) La carta 235* è bianca. MDXXX1II, MARZO.