21 MDXXXI1, et sopra Lubiana miglia 40,, el di Lubiana a Gorizia non è più rii 50 miglia ; afirmandosi lì senza conlraslo è iirsua (acuità pigliar Petover, Mar-burg et Lubiana et tuli allri loci et lere di qua dii Dravo, el cussi il Cragno et Carso (ino a le marine. Dii dito, di ultimo dito, ricevute a dì primo: Poi nona, scrissi, per diversi avisi hauti da Goricia, come il loco di Cil esser slà preso da Turchi, al presente avisa risonar non esser vero, ma ben Turchi hanno brasato diversi lochi et vile inforno a dita lera de Cil et per luto si slà con grandissima paura. 11 campo dii Turco era più su la campagna di Petovia, et li soi coradori erano reduli al campo grosso, si queli consono verso Lubiana el Cil et quelli corse il Carenlano et queli corse verso il Stayer el apresso Linz sopra Neu-slal, el. questi hanno falò danni exlremi più de luti li allri perchè è stali in lochi dove mai fu pensalo dovesseno andar. Quesli el quelli che fo dito erano sla serali in passi strettissimi ma i tro-vono il buso di ussir per vie asprissime et inu-silale,' et reduli a la campagna di Neuslal, poi i andorono di longo al so campo: pur si dice che in diti lochi hanno hauto qualche sinistro, et dii campo de l’imperador nulla se intende. Di Pranza, di sier Zuan Antonio Venier orator nostro, date in Ambosa a dì 15 Se-tembrio, ricevute a dì primo Octubrio. Gionlo la Chrislianissima Maestà apresso Tors si alogiò in quelle circumslantie, el non volse infrar iti la lera per la copiosissima corte che occupava ogni loco, et li oratori conveneno andar lì dove è grandissima pcsle, et per le strade si morivano di morbo. Alili di l’instante veneno qui tulli sani a mercè de Dio. A li 13, questa Maeslà mandò el Gran Maestro verso Cales per le cose di Anglia, el qual vene per qui, li fui incontra, et mi ordinò poi pranso li parlasse et cussi feci, qual mi disse andava per 4 over 5 zorni a caxa sua a Chianligli poi andava a Cales per poner ordine al bisogno. Et quel re de Inghillera pssserà di qua dii mare vedendosi col re Chrislianissimo come amici vo-leno far qualche consideralion el deliberalion et sopra de cose presente di grandissima importantia per esser il Turco a presso Viena con grandissimo pericolo di la christianilà, però scrive a la Signoria qual è amata dal re che voi la sapi questo, che quello voi far il re Chrislianissimo qual lieti con quella Signoria et quel Stalo per boti amico, bon alialo et bon fradelo per usar le proprie sue pa- ottobre 22 role, a le qua! esso oralor li rispose ut in Jiteris. Poi scrive in zifra questi hanno gran zelosia che l’imperador vinca che il perda, perchè contra el Turco polriano remediar el farlo star lontano, ma la grandeza de l’imperador queste do maestà non piace, et sono tra loro in liga difensiva et vanno a queste viste per armarsi, ma il re Christianis-simo non moverà arme nè in Italia nè in altra parte conira lo imperador perlina che Soa Maestà sarà impedita conira el Turco. Scrive voria di la Signoria qualche letera per poter haver occasion de parlar al re. Questa Maeslà vene heri qui et partirà diman per Paris, non si sa si ’I farà el camiti de Bles et Tors, overo anderà per altre strade seguendo i soi piaceri, el fato San Michiel che è l’ordine suo a Paris, poi se aviarà in Picardia. Et per la morte dii reverendo episcopo di Paris il re ha dato quel episcopato al reverendo episcopo di Baiona consier secreto di Sua Maeslà, el de coetero chiamerasi episcopo di Paris, el qual è homo de grande exislimatione, si che io convenirò tornar la terza volta in Picardia sopra il mar, et per tanto si ricomanda perchè si ruma dii inondo per la spexa. Di Anglia, di sier Carlo Capelo orator, di 21, tenute fin 26 Avosto, ricevute a dì 2 de Octubrio la matina. Come havia visitato 1’ oralor dii re Chrislianissimo se retrova de qui, qual li ba dito il re suo si abocherà con questa Maeslà poi san Michiel, et il suo re non passerà sopra questa insula ma ben acompagnerà questo re di Bologna a Cales et starano 10 giorni insieme acompagtiali. Li 6* dimandai se si Iralerà noze, disse di no, ma sol uni per conseiarsi et prepararsi a la defensioo. El era il magnifico Antonio Baion qual disse el re lorà la fia dii re Chrislianissimo et il duca di Orliens la principessa di questa Maeslà ; rispose i voleno esser armati dolendosi cheT imperador et il fratelo havia tolto l’impresa contro il Turco senza saputa dii Ile Chrislianissimo, el era l’antivarda di lo esercito la qual si conveniva al re suo, exlofendo molte le forze di Soa Maestà, et che l’havea denari el trovali assà per la morie di la madre ; poi disse saria ben la Signoria mandasse suo orator a queste viste, et lui oralor nostro li rispose senio do oratori uno per Maestà, volendo quele saremo doi perchè volendo la Signoria mandarme uno novo il tempo non ba-sleria. Disse lui la Signoria non se poi fidar de lo imperador nè dii fratelo, 1’ animo di quali non se po! aquietar. Esso orator nostro li rispose ut in litteris, et non havendo fato intender questa Maeslà