491 MD5IXXW, FEBBRAIO. 492 nei etc-, nè in altra parte de Italia excelto in reame volendo impazarsi. Et sier Gabriel Moro el cavalier, consier, andò in rengar, dicendo è bon parlar prima eoi dillo ora-tor, suspender per ozi questa risposta, el fè notar al contrario di quello el parfoe. Et li rispose sier Hironimo da eba’ da Pexitro savio del Conseio e fé lezer tre risposte falle a l’inv-perator el papa per inlelligentia di XL nuovi, laudando la risposta voi far li Savii. Et sier Maria Morexini censor andò in renga, contradise a l’una e l’altra opinion, disse la defiden-lia ha l’imperatorde nui, però si voria indugiar, el si pensasse meglio questa nolle. Andò le ledere,, et etiam si scrive a li oratori a Bologna di la proposta e risposta si farà al dillo oratore, et domino Ruberto Maio agente pontificio, da esser comunicata al papa et a l’imperador. Ave : 16 non sincere, 23 di no, 13 del Moro, 173 di Savi. Et questa fu presa. Fu posto, per i Savi ai Ordeni : non havendo (rovà patroni le galie di Fiandra et Barbaria, sia preso, che sia azonlo di don per cadauna di dille 6 galle ducati 1000 per galla, di le do et tre per cenlo, da poi pagali quelli de l’impresledo del Gran Coiiseio e altre obligaliòn falte fin questo zorno; et se intendi li patroni di Fiandra el Barbaria, che hanno auto di tal sorte doni, li seuodano per rata, ut in parte. Ave : 192, 12, 8. 177* Fu posto, per li Savi tutti, una parte zerca Spalato, videlicet, poi letto una lettera di sier Lunardo Bolan-i cotite e eapilanio, che essendo venuto de qui Domenego da Cotogna uno di contestabili, notificando non poler viver, però sia preso che li sia ubligà il dazio dii trentesimo di ditta città per il pagamento di fanti sono a quella custodia, come era ubligato per avanti. Item, per conzar li castelli sotto Spalato siano mandiite alcune robe ut in lista. Ave: 152, 6, 13. Fu posto, per li Savi del Conseio e Terraferma, sier Carlo Morexini procurator, sier Vicenzo Gri-mani procurator sopra i Ogi una parte : che per far una1 cosa agra la a li mercadanti de ©gii, essendo stà preso'che siino obligati a metter il quinto in Ternaria, sia preso che sia buia le tessere di fevrer et avosto, come é il solito metter in Ternaria, il qual sia butà questo fevrer et duri fino fevrer 1533, di miara 500, et quelli non saranno imbossoladi si possano francar dando ducali do per mier a l’officio di la Ternaria vecchia, li qual siano liberi di la Signoria nostra ; el di questo si legni un libro sepa-rado, ut in parte. Ave: 114, 52, 39. Fo chiama dal Serenissimo li proveditori sora le pompe et fattogli gran rebuffo di le pompe si fa le donne, solane di restagno d’oro et li gran pasti conira le leze, et non habbino rispello a conda-narli etc. Fu poi in ultima tolto il scrutinio dii Savio del Conseio, qual sarà qui sotto, et il rimaso fo chiamà dal Serenissimo, et introe immediato. Scrutinio di un Savio del Conseio in luogo di sier Andrea Trìvixan el cavalier, qual è sta acetà la soa scusa. Sier Tomà Mocenigo fo savio del Conscio di sier Lunardo proc. fó dii Serenissimo.........116.100 Sier Ferigo Retiier fo cao dii Conseio di X, qu. sier Alvise.....110.113 Sier Gasparo Malipiero fo savio del Conseio, qu. sier Michiel.... 93.123 f Sier Pandolfo Morexini fo consier, qu. sier Hironimo.......134. 79 Sier Piero Trum el cao del Conseio di X, qu. sier Alvise.....94.124 Sier Zaccaria Trivixan fo podestà a Lo- nigo, qu. sier Beneto dott. et eav. 20.191 Da Bologna, dì 29 zener, di Zuan Maria di la Porta secretarlo del Duca di Urbin vidi lettere, venute questi zorni con queste1 parlfcularità: 11 Cardlual di Trento intrò in Concistoro, che più non vi è intrato. Il Vergerio va in Alemagna nonlio del Papa, ha di provision scudi 4 al zorno. L’imperador va quasi ogni zorno fuora di Bologna a ma-nizar cavalli et si dice che ’1 giostrerà a questa giostra che se dia far qui questo carnevai. A dì 7. La mattina, fo lettere di Bologna di 178 oratori nostri, di 3 de l’instante. Il sommario dirò poi. Vene 1’ orator cesareo in Collegio, al quale per il Serenissimo li ho fallo lezer la risposta del Senato, et lui disse........... Vene l’orator di Urbin, pregando da parte del suo signor duca, che uno.....Carazolo impu- tada per ladro era stà manda a le leze per li Signori di Notte el voria che la sua causa fusse disputa in una over do Quaranlie. Li fo risposto che non si poi far altro. Et li Consieri andono a Rialto a incantar le galle, prima quelle di Fiandra trovono solum uno