279 MDXXXH, -NOVEMBRE. 280 andetepo per .segurapza di issi turchi facendo ritornar ile fantarie erano andate per lera, et che loro .vedanolo questo si messepo a trar con li ar-ohibusi verso lui principe et queli altri cupi la nei, et se reduseno come di sopra ho dito. El capitando si amalo de fastidio per questa cosa, tamen,ge(ha manda persone et sano esse fantarie ritornate a le qual è sta processo darli doi page et Lepanto a saco. Le nave erano a la ¡banda di Patras, et le galle erano a la banda dii castel di Lepanto, et seharamuzavano con queli di! prefalo caslelo. Heri andorono due galle con luti li primari di lo exer-cito a spiar el silo di Lepanto et si radevano in ordine per andar a prender Lepanto, si rasopava che valevano prender Lepanto et lassar così il caslelo ; dice di più che ve sono cavali 3QQ di tyr-chi in -Lepanto. Die dicto. Jani Ghala.vria di la Zefalonia questa mulina qui zonlo al Zante referisse : heri dì note ad hore 2 di noie essersi partito et haver visto che Ire cavili di nostri erano sta discargatì in la nave ragusea patron Marin di Stephano di J’Isola de mezo, la qual nave ha Ire chebe intriege. Dice di più, che heri cazorono via tuli li cavili dii Zante et di la Zefalonia che erario andati Jà. Ini erogato per qual causa ha ritenuti diti nostri navili, rispose che dicono loro haver cargali tal navi,li di fqrm.eftli erano su il sehie-razo moresco fo preso per le galle in Golfo, dice ohe voleano remurchiar J.e nave dentro per andar a Lepanto, ma se mosse il vento dai Golfo et non poteno mirar dentro. Die dicto. Lazaro Videsi patron di navilii za cent ino hozi ritornato da Patras partilo la note sequele a Loro due dì note, refenisse: che mercore fo fato comandamento a tuli li navili de suolili vepeli che pqjf do-vesseno intrar in golfo solo pepa di la forca, et heri fono di l’armata in tulo licenliatj, et dice che me.r- * core preterito tardi nel suo naviljo chiamò Michaeli da Otranlo patron de uno grìpo, et manzando insieme lui conslituito li disse che voi dir queste stra-nieze ohe a nui subditi veneti vien fate? el qual se mise a rider el li disse tiexj secreto questo apresso dì te, pi principe mi havea mandalo dal vostro ze-neral per luor pol vere et balote el qual non mi lui voleslo djjir ni cui e et ritornai heri, che fo il marli, el subilo il principe fece far lai comandamento. Dicesi ohe li nostri navili de Tormenti ben,erano slà retenuti, ma non fo messo man a discargarli se non ritornato dito Micali con il suo navilio. Dice di più ohe’l dito Micali ili disse che haveano .mandato una galla a Otranto per tuor balote et polvere, vedendo che’1 (ilarissimo zeneral non ge ne havea voleslo dar, se ’I sia vero o falso lui non sa. Dice di più che heri matina a l’alba veneno due nave in armala, una con zerca 100 fanti et Discoli, P altra¡cou polvere et balote ; cosi si rasonava pubicamente in armata. Mercore tute le fantarie moi>torno su le nave per andar a Lepanlo, ma il vento dii golfo non li lassò intrar dentro. Copia di la letera scrita per il proveditar dii Zante al capitanio di V armata dentino Andrea Doria- Vostra illustrissima signoria scia che ritrovandosi in questo porto dii Zante io Ji tìci dir come erano molti nostri navili in Golfo mandati .per car-gar l'ormeiiti per conto di la illustrissima Sig^cwia nostra per versò di Ja nostra armata, pregandola volesse esser contenta ha ve rii per racomandati facendoli ogpi favor .possibile, la qual bepignameptle promesse ogni suo favor. Da poi etiam, hessen^o quela a Patras, li mandai uno mio messo a posta con mie ¡etere pregandola quelo mederno, la qual similmente promesse ei bisognando disse Io faria acompagnar da sue galie fin qui ; et per alcuni nostri ritornati mi vien riferito esser sta ritenuti 5 palropi di navili che sono Jani Vivai, Anaslasi Vizignotj, Arseli! Cangadi, Jani Lasierì et Nicolò ¡Copuli li qual 10 havea mandati a cargar tormenti per conto di la illustrissima Signoria nostra, la qual cos^sa creder non posso ni persuader che vostra illustrissima Signoria volesse far simel cossa, pur ho voluto a quela mandar il presente mio nuntio, uno di questi nostri primari citadinl, pregando la illustrissima Signoria Vostra che se cosi fosse la voglia ejsier contenta far relassar diti fqrmeiili comprati dii danaro oli la illustrissima Signoria, come Vostra Signoria potrà da loro patroni haver plenaria ipforma-tion, per esser re vera per mi sta mandati con dinari di la illustrissima Signoria per cargar diti formenli, et se diti patroni hanno coinesso eror alcuno, qupla 11 ha ne le mani li casligi come li par convenirsi a la iustilia, non facendo patir a la nostra armala il mal che diti patroni hanno comesso. Sop certo che Vostra Signoria iluslre farà restituir taplo quanto