505 MDXXX1H, FEBBRAIO. 506 mandar al suo re, loro lo udirano. Et il Pontefice disse haverli uditi con aliegro animo, intendendo la disposition dii re Christianissimo esser di pace, et che’l matrimonio de sua neza ha in animo di adim-pir, et toro disseno il Christianissimo re tien tutto per concluso. Ho parla etiam al reverendissimo de Agramente, qual mi disse questo instesso et di più che haveano mandato dal re di poter far deprae-senti il sponsalicio. Et mi affirmò il re suo non era per molestar le cose di Zenoa et meno le cose de Italia in alcuna parte. Questa malina monsignor di Granvelle mi mandò a dir per il suo secretano io Contarmi li andassi a parlar, et cussi andai. Era con il conte Lunardo Nogarola orator dii Serenissimo re di Romani, el qual si scusò per le grande facende non era, venuto a me, et mi disse la bona mente di quel re a ultimar le diferentie l’ha con la Signoria, però de li tre doctori electi per il terzo iudice havia electo il Porro, dicendo si metesse ad ordine che domino Mateo Avogaro nostro iudice si preparasse ad andarvi. Et il conte Lunardo disse Bolzan over Yspruch saria loco comodo. Io li dissi che erano lochi molto lontani de Italia ; nominò etiam Trento, et che scriveriano di questo a l’ora-tor suo Nino ne parlasse a la Signoria. Vene il duca 182 de Milano, et io presi licentia ; ma prima dito Gran-velia mi disse da parte di Cesare che ’1 voria che la Signoria restituisse le possession al prefato conte Lunardo Nogarola, esborsando lui li danari, et Soa Maestà mai più è per far simile richieste. Questa sera poi vene a me il magnifico May et mi parlò di questo in conformità da parte di Cesare de la ele-tion fata di domino Lodovico Porro per terzo iudice. Ileri ritornò di Ferara domino Muteo Casela, qual insieme con 1’ Alvaroto è stati da noi et ditomi la risposta dii suo signor duca di Ferara, che zerca a intrar in la liga et contribution non li pareva ragionevole che prima 1’ attendesse ad altro che al fatto suo, non hessendo ancora composte le sue cose col pontefice, et che la Cesarea Maestà si aricordasse di compir la execution di la sua sentenza. Et disseno esser stati da Cesare, qual era restà satisfate et diloti che parlasseno col pontefice. Dii partir di Cesare de qui, chi dice a mezo, chi per tuto questo mexe, ma non apar segno di partita. Manda letere di i’orator nostro di Franza. Et lo Contarmi ringrazio di ducati 200 donatimi eie. Di sier Zuan Baxadona dolor orator, da Bologna, di 5, ricevute a dì 9 dito. Scrive el ritorno di Ferara de l’orator Caxela, et è letere di Franza di 26 con la risposta dii re. Li oratori di Luca, qual questa sera ne è zonlo uno altro, si scu* sono di la impotente loro de inlrar in la liga come principali. Scrive dii concilio ut supra. Cesare ò mal contento dii Papa per le noze di sua neza et di lo abocamenlo. Come scrissi il re Christianissimo voleva venir a Niza et il papa et Cesare a Monaco el lì parlarsi insieme Et parlando con il signor duca di le noze, disse il papa a ragion voi servar la promessa al Gol dii re Christianissimo, qual ha fato eoa consentimento di Cesare. Sapiale che avanti vi partiate da me, toro moglie, se dovesse luor una gentil donna de Milano overo una servente, per usar la sue proprie parole. Di 25 milia ducati per dar a ii capi, quelli oratori dicono voler loro elezer li eapi, et di scudi 120 milia far il deposilo a Zenoa non li pareno di farlo de lì. Et il duca de Mantoa se ha scusà con il Leva non ha procuralo di esser capila-nio solum racomandatosi a Cesare. Dito Leva vien visilato et si dice che ’1 restarà lui. Questa malina parlai col reverendissimo Tornon, et mi disse il re Christianissimo non è di opinion di ofender Italia. Questo signor duca mi ha dito Cesare va a Vigeve-ne et le gente andarà in Alexandria dove starano fino siano imbarcate. Di Franza, di sier Marin Justinian orator, da Paris, a dì 27 Zener, ricevute a dì 9 Fevrer. Li scudi 16 milia furono mandati per via di domino Octavian Grimaldo generai di Milan in Norimberg per darli al re Zuane, olirà scudi 4000 dati de qui a Hironimo Lasco par siano sta reportati de qui, perchè il re Zuane non li volse aceptar dal nonlio di questa Maestà, qual voleva si sotoscrivesse che ’1 non si potesse mai acordar col re di Romani nisi de conscientia di questa Maestà, il che era specie de subiecione. Et domino Andrea Corsine nontio dii dito re Zuane, ha auto letere dii Laseo, qual manda la copia, et quando qui fo dito Lasco ebbe commission tratar noze di madama lxabela sorela dìi re di Navara in dito re Zuane, et uno Transii-vano tratava noze di esso re in una fiola di monsignor di Vandome. Manda la copia di una letera hauta da alcuni mercadanti da Norimberg. Za 10 zorni sono venuti qui do oratori di svizari, tra K qual è il capitano di la guardia di questa Maestà, venuti per haver danari non si contentando dei scudi 50 milia li forono mandali. In questi giorni è slà numerali de qui a domino Joaehin exator dii re anglico scudi 100 milia a conio di queto li dia dar questo re, et a Bologna de Picardia etiam ne ebbe certa summa per tal conto. Li oratori de sgttizari venuti aspetterano de qui la tornala dii re che sarà