583 UDXXXIII, MARZO. 584 altre parole ben ditte che non si prendesse la parte di retenirlo, pregando i cai di X sier Bernardo So-ranzo e sier Antonio Surian dottor et cavalier, chiamasse Conscio di X et provedesse. Et sier Piero Mocenigo avogador se levò in piedi dicendo, come non è presa la relenlion è assolto. Et sier Francesco Venier savio a Terra ferma andò con colora in renga per parlar conira il Barbaro, et lui fo quello che’l comesse a l’Avogaria et monstrò gran odio conira de lui, ma fu fallo venir zoso, perchè quelli del Conseio non poi parlar in favor di Avogadori. Et volendosi mandar la ditta parte andoe in renga sier Mariti Morexini qu. sier Polo censor et parlò ben, dicendo è stato do volle avogador di Comun, e seben non è preso il relenir per questo non è asolto, el li avogadori poi venir con capitoli con tuor il suo constituto et venir al Conseio. Disse il danno seguirla a la terra se fosse preso retenir sier Mafio Bernardo dii Banco, ricco di ducali 100 milia et più, che rnaniza un mi-lion d’oro a l’anno, che dà utilità a la terra 20 milia ducati a l’anno, che quando fosse prova lutto il processo non vi va allro che danari o exilio, et questa sera volemo prender parte dannosa a la terra, con altre parole. El mandali fuora chi non mette ballota, andò la parte 64 non sinciere, 57 di no, 73 di la parte, lterum, 62 non sinciere, 54 di no, 78 di la parie. Non è preso alcuna cosa, ande-rà uno altro Conseio. El si vene zoso zerca a hore 4 di nolte. Noto. Fri in Pregadl fu posto queste 4 parti, qual per error non ho nota al loco suo, videlicet la prima : Fu posto, per li Savi tulli, cerla ordination di fanti a Napoli di Romania, di un Lunardo di Ge-mona genero fo dii qu. Mattio da Pesaro contestabile di 50 page a Guazo de lì, qual dapoi la morte del dillo ha governa la compagnia; et perchè fo manda provisionati de qui, sia preso che’l ditto servi so!to Zorzi Volzimonte contestabile in la lerra il qual babbi page 100, a Guazo, et lui Lunardo sia capo di sguadra, con ducati 6 per paga a page 8. Ave 141, 12, 1. Fu poslo, per li Savi dilli, che alenlo è naufragato molte nave, e il ben di la terra è che ne sia bon numero, però sia preso che li Savi di la merca-dantia debba examinar il modo di farne et venir a questo Conseio con le sue opinion fra il termine di mesi do, ut in parte. Ave 164, 1, 3. Fu posto, per^tulti di Collegio, che una povera vedon Felice fo moier qu. Mullio Tragurin, a la qual per la Signoria li fo concesso per li meriti del marito a uno suo fiol fante il primo vacante a una di le porle di la Terra ferma et non ha auto exe-cut ion, sia preso, che ditto suo fiol l’habbi etiam quelli lochi vacadi poi la concession. Ave 154, 2, 4. Fu posto, per li Savi, dar conlumatia anno uno de coetero a li scrivani anderano sopra le galìe grosse, aziò tulli possano participar. Ave 122, 34, 8. 1533, die 9 Martii. In Maiori Consilio. Serenissimus Princeps. Ser Johannes Aìoysius Duodo, Ser Aloysino Barbaro, Ser Gabriel Mauro eques, Ser Franciseus Mauroceno, Ser Laurentius Bragadeno, Consiliarii Sier Angelus de Mula, Sier Petrus Bandulo, Sier Petrus Marcello, Capita de Quadraginta Il grado della Nobilita nostra, per la Divina grafia, è di tal honorevole qualità che curn ogni studio et cura se die invigilar alla conservatione di quello in la neleza et purità soa conveniente al decoro, dignità et amplitudine di questo Conseio, sicome hanno invigilato li maiori nostri, da li quali per più parte in diversi tempi prese, appar esser stà fatte le previsión che allora existimavano esser necessarie, olire le quali a maior dilucidatone co-gnoscendose bisognar ancora che’l se proveda nel presente lempo a questa importantissima materia, però : L’anderà parte che, per autorità di questo Conseio, sia deliberalo che se alcun nobile nostro in l’advenir sposerà alcuna fantesca o femmina de villa, over qualunque altra di abietta et vil condicione, tale sponsalitio per quanto pertiene al beneficio della Nobililà solamente de figlioli soi, non possa esser accettalo dalli advogadori nostri di Comun nè inlrodutto da essi di Collegio nei Conse-gli nostri. Et perchè circa el dillo esser de abiecla et vil condicione potria occorrer, nel dar in nota li malrimonii over sponsalicii, qualche dubitatone, li Advogadori, soprasedendo da tale prova, debano dedur la cosa al Collegio aciò deputalo, che è del Serenissimo Principe, sei Conselgieri et tulli li Ire