640 MDXXX1II, MARZO. 650 conte, fo de Imbergen, donna de un bellissimo aspeclo. Le aI(re sue damiselle erano mollo adorne vestite tutte di seda sopra chinee coperte di veludo, et cavalcava con la letica monsignor arcivescovo Tornello de Zambrian et il conte lo de Imbergen da una banda et da l’altra, con molti personaggi da conto. Et questo vescovo ha de intrada 30 milia scudi. Poteano esser in tutto da 100 cavalli. Poi vene il magnifico podestà Cuora, il magnifico capitante et monsignor vescovo di questa terra in mezo con il signor Cesaro Fregoso. Poi vene quella che governa la ditta madama con due donzele in sua compagnia su le chinee, coperte di veludo. Poi vene una careta di donzele sopra coperta di corame con donzelle nove dentro. Poi vene tutti li soi cariazi et carete sei carge de forzieri, et la magnifica podeslaressa con le carete di donne la incontrò zerca doi miglia e dismonlò a farli riveren-tia, qual le accolse con signoril maniera, recusando di non lassarsi basar la mano, ma ad una ad una donna con atti, per non saper parlar al modo nostro le ringratiava, che certo i coslumi non monstra da pula come la è di anni 10, et in aspelta dimostra ancor manco, per esser picola, magra et mollo minueta. Li vien da li soi observà gran reverentia che alcuno non gli parla se non de gli più mazori, et sempre chinandosi et con la bareta in mano : quella la governa è donna di tempo, vedoa, vestita di veludo negro, et è quella che la asseta del tutto, come del vestirla, farla senlar et quando la camina tenirli la coda, et parlale in ginochioni, con con-zarli alcuna cosa disconza o del capo o d’altro, sempre basarsi prima la mano et poi toccarla. Ilor zonta al palazo, al dismontar di letica ge dete man il eonte Foch Imbergen cum lo arzivescovo Tornello et li dete man a l’andar suso per la scala fino in camera a monsignor di Verona. Quanto al suo vestir l’havea una vesta di panno d’oro fodrà di raso paonazo, una sotana di raso cremexin, un par di manege d’oro rizo sopra rizo, il conzameulo di la lesta conzada alla fiandrese, come è le figure sopra li razi, o per dir meglio alla fiamenga. Havea uno zoiello in testa mollo bello con perle attorno et ne havea uno altro in pedo al collo, qual era uno diamante grande come è uno da dui soldi, con uno 236* rubino poco mazor, con una perla bianca sotto in pero in fondi, et havia una cadenella d’oro al collo. Era in scarpe et calze negre de.....senza zo- coli. Et li babili soi è de più sorte de seda ed oro a la fiammenga, ludi fodrali di zebelini et armelini secondo la si voi mutar. Il conzier del capo di veludo negro con una batticopa come li iesuati portano, ma in zima la lesta di raxo cremexin adornata di zoie ut supra. Con simil conzier era le sue damiselle, ma non di tanto predo. La dida signora, era con lei in lettica, havea una vesta di raxo cremexin fodrala di raso negro con una solana di raso paonazo, con uno filo di perle al collo, con uno zoiello al collo bello et una eadena d’oro centa attraverso et la lesta conzada, come ho ditlo di sopra et era bellissima questa signora. El quanto al disnar a la tavola era Sua Signoria di madama Malgarita in capo di tavola da una banda era quella signora sopraditla, poi lo arzivescovo Tornello, poi il magnifico podestà, poi il conte Fich Imbergen di anni 32 in 33, poi il fiol del viceré di Napoli ; da l’altra banda era la magnifica podestaressa, poi la signora che governa madama, poi la signora Costanza ....... poi monsignor Hercules Fregoso. Da poi disnar fo invidalo donne a la festa, et se fece ballar fino a hore t */2 di notte; poi se misero a cena et fo invidade don e 19 per farli compagnia, et non volse il magnifico podestà che niuno senlasse a tavola, excetto l’arzivescovo Tornello et il conte Fich Imbergen el il fiol del viceré di Napoli. Li servitori da tavola furono : madama havea dui de li soi genlilomeni, che li feva la credenza, uno dii manzar, l'altro dii bever; li altri che serviva erano il magnifico camerlengo, messer Bertuzi Valter proveditor sopra le fabriche de Lignago, il magnifico messer Hironimo Minio . . . camerlengo, il magnifico messer Piero Sagredo, il conte Lunardo Nogarola, il conte Galeazo de Canossa, et doi altri zentilomeni di la terra con pu-rassai sonadori ; el da poi cena se miseno a baiar, et ballò dida madama dui balli, una con il magnifico messer Piero Sagredo, l’altro con messer .... Petegrino. La mattina a di 19 al disnar ge erano (ulti li soprascritti servitori a tavola con tei il magnifico podestà, da poi disnato se amlete alla giostra in letica et giostrò quattro gioslradori, messer Thebaldo Lavagnolo; Autonio Campagna, Hironimo Brognonigo et Aurelio Summariva, e ludi ferono bene, poi alle 22 hore si andò per la terra, sempre accompagnata da li clarissimi rectori a cavallo e dalla magnifica podestaressa et altre donne in ca-rete; poi a meza bora di nolle si reduseno in pa-iazo, et apparechiale le tavole se messeno a cenar dove era quella medesima tavola, ma di più il signor Cesare Fregoso, sempre sonando diversi in-strumenti. Da poi qualro intrati cantarono divinamente, et poi dispazate le tavole, si miseno a ballar,