363 MDXXXII, DICEMBRE. ' 364 Rola et inslò la fusse commessa in partibus. Sua Santità li rispose ha ver udito volentieri et liaver Imito molto piacer intender la bona disposition de quele Maestà, che per via di pace si Irati, et questa via piacendoli era per tuor il carico molto volentieri et promeler far ogni bon oficio con Cesare, ben che ’1 cognosceva la causa dificile et in questo poneva ogni suo spirito et leniva saria aiuta da li principi che ne hanno interesse. Dii dito Venier et V oraior Baxadonna, di 13, hore 3 di note, ricevute a dì 17 dito. Come la Cesarea Maestà intrò in questa cità hozi a hore 23, fo mandato a incontrar per il Pontefice da li reverendissimi cardinali numero 14 fino a la porla, et cussi andassemo nui oratori. Prima intrò la fan-taria alemana da 3000, poi li zenlilomeni di Soa Maestà, poi li duchi di Milan, Manloa et signor Alexandre di Medici et li marchesi dii Guasto et signor Forante Gonzaga fratelo dii duca di Manloa. Vene poi Cesare soto una umbrella, acompagnato da li reverendissimi cardinali, et alcuni prelati, poi la guardia soa da cavalo, che erano da 400 cavali. 11 duca di Milan li andò prima conira per un pezo. Et aproximato Soa Maestà a la chiexia di San Petronio, il Pontefice che era in palazo vene in chiesta a 133* scontrarlo, et al smontar di Soa Maestà si presentò 4 reverendissimi cardinali Burgos, Sanliqualtro, Mantoa et Gadi, et tolto in mezo Soa Maestà, ando-rono in chiesia insieme dal Pontefice, qual stava in la capela maior a sieder sopra una sedia assà eminente, dove Sua Maestà inzenochiatosi volendoli basar il piede, il Papa fece qualche resislenlia, però si lassò basar, poi levala su li basò la mano et il volto, et era preparala lì apresso una sedia più bassa, dove Sua Maestà si puose a seder. Et havendo ragionalo alquanto con Sua Santità, partendosi andò a seder apresso 1’ aitar maior, poi il Papa levatosi in piedi disse alcune oralion, con benedir Soa Maestà, le qual finite da novo l’imperador vene a lei et insieme andorono al palazo. Inanzi Soa Maestà il gran cavalarizo suo li portava uno sloco nudo ; et ne P andar di Sua Maestà a lo aliar maior deviò dal camino dreto per andar a salutar il reverendissimo Campegio che era al loco suo con li altri cardinali et farli questo favor. Questa sera ho ricevuto letere di 10 con P aviso di quelo ha exposto P orutor dii Turco ; comunicherò etc. Dii Baxadonna solo, di 14, ricevute a dì 18. Scrive P mirala di P imperador da qui fo hono-revole. Ho ricevuto letere con la exposilion fata per 1’ orator dii Turco, P ho comunicale al signor duca. Ringratia eie. Questa malina basai il piede al Pontefice, et parole hinc inde usale. Dii Rizio secretarlo di queslo signor a sguizari è letere di Lucerna a di 26 dii passato, come quelli di Clarona de li Cinque Cantoni hanno deposto le armi con condition che ogniun possi creder quelo li piace fino che si fazi il Concilio generai, et queslo durerà poco, predicando li predicatori zuinglani come fano..... ... Di Franza sono letere di Amiens di 9 et 10 dii passato che il re Christianissimo havea mandato in Provenza il conte di Tenda, qual incontri Cesare nel suo passar in Spagna per mar per congratularse et oferirli et darli viluarie et rifrescamenli a li na-vili. Et che ’1 Christianissimo andava a Paris, dove saria al fin dii mese passalo. Et monsignor di San Polo sposerà madama di Tuttavilla. Et scrive che Cesare ha scrito al re Christianissimo le dimostra-tion fatili nel passar per il Stato nostro da la Signoria nostra. Di V orator Venier, da Bologna, di 14, hore 4, ricevute a dì 18. Questa matina son stalo dal Pontefice et li comunicai la exposilion di P orator dii Signor turco. Sua Santità udì volonliera et hebe grato, laudando la risposta, con che un tale Signor si intertenisse era bene. Et mi dimandò s’io aveva hauto risposta di quelo mi disse a dì 9 et 10 di queslo, el scrissi zerca P operarsi con Cesare et trovar modo di pace fra Cesare et il re Christianissimo. Dissi non polea ancora esser zonla la risposta ma che ben li diceva la illustrissima Signoria nostra havia grato la pace. Soa Santità disse P ìmperator voi si conlribuissa danari per tenir le forze di Italia aparate et per la defension di Genoa, et come re di Napoli Soa Maestà voi contribuir, et far nova capi-tulatione. Io risposi, non è honeslo la Signoria conlribuissa perchè la fa gran spexe in tenir zenle d’arme, et manco vorà difender Zenoa, perchè dii 1523 se tralò questo et dii 1529, et non fo falò, però pregava Soa Santità, parlando con Cesare dì questo, lo desuadesse a far simil richieste. Soa Santità rispose che diceva bene et non era conveniente et li pareva di alender ad aquielar Sua Maestà con il re Chri-stìanissimo et unirla a beneficio de la religion Christiana, et il desiderio che ha il re Angiico, la causa sia commessa fuor di Roma compiacendoli forsi se andaria facendo il resto. Scrive 1’ orator Baxadona ha basato il piede al Papa, qual havea nn poco de mal di gota et ancora non è stato con Cesare. Ilo parlato col reverendissimo Medici per haver la (rata, sì offerse a far ogni cosa, etc. Ho visitato il signor duca di Manloa. Da Roma sono letere come in Vi-