407 M0XXXUI, GENNAIO. 408 simo dominio et ne debbo tenir conto, et l’animo mio è disposto di farli piaceri che siano di ma-zor importantia ; cognosco il ben mio esser star in bon amor con quella excellentissima Repubblica et per lei fa ancora ritrovar questa corespondenlia che io vi dico et son per comprobare tal mia bona voluntà con li fatti. Esso oralor scrive : Ilingratiai Soa Beatitudine dicendo, affermo questo esser il desiderio della illustrissima Signoria. Poi parlò al reverendissimo Medici, ringratiandolo ut supra. Disse, questo è poco, et in ogni cosa era per mon-strar l’arnor portava alla illustrissima Signoria. Parlò etiam al magnifico Salviati che pur si ha operalo, ringratiandolo, qual affirmò il Pontefice amava molto questa excellentissima Repubblica, e l’animo di Soa Santità tendeva solo alla pace generai, come bon pastor et vicario di Cristo. Di sier Antonio Veniér dottor, orator, solo, di ultimo, ricevute ut supra. Hozi ha ricevute lettere zerca le trate di grani di Puia et salnitri, da esser mandate le ledere al viceré di Napoli. Scrive le manderà et aziò habbi mior effetto manderà quello andò l’altra fiata ben conosuto a Napoli. 149') 1532, dìe é Januarii. In Bogalis. Ser Aloisius Barbaro, Sier Gaspar Contarono, Consiliarii. Sier Leonardus Da Mula, Sier Franciscus Erizzo, Sier Alexander Georgio, Capita Quadraginta. Da certo tempo in qua la Signoria nostra, da molti ministri soi li quali sono beneficiati da quella perchè tenir debbano le raggioni soe di grossa summa de danari vien defraudata, alcuni per inlaco et alcuni per altri mezi inonesti, il numero dei quali è falto mazore per esser poco puniti ; imperocché non vi hessendo leze particular che a questi tali statuisca pena di sangue quando sono scopcrli li errori et furti loro si salvano con la semplice resli-tutione del danaro, over con altra pena molto lieve, il che ha dato a molti ardir de poner le mano nel danaro publico et quello in suo uso convertir. TJnde, dovendosi con le debite provision occorrer a cusì deteslanda et pernitiosa abusione, imitando (i) La carta 148* è bianca. li sapientissimi maiori nostri, i quali abborendo mollo il furio statuirono pena di morte a quelli ro-basseno più de ducali 25, el essendo tanto più grave il furto che eommetteno questi tali, quanto che’l vien commesso dalli ministri pubblici e da quelli vengono dalla Signoria Nostra beneficiali, perchè siano custodi delli danari et entrate pubbliche, é conveniente reprimer 1’ avidità loro con la gravezza della pena : L’anderà parte, che per autorità di questo Con-seglio, salve et riservale tutte parie et ordeni nostri in questa materia presi al presente non repugnanti, sii slaluito, che quelli fra termine de mesi quattro prossimi dopoi la pubblication della presente deliberalion che sono stà over sono ministri pubblici quovismodo sì nobili, come cittadini et altri che fin ora non siano in cognition delli Avo-gadori nostri o d’altri magistrati, ai quali spettar potesse simel cognitione che havesseron in qualsivoglia modo intaccato come ministri pubblici il denaro della Signoria nostra, et quello indebitamente tolto o robato, che anderano a pagar et restituir nel sopradelto termine all’ officio di Avogadori nostri extraordinarii, siano liberi da qualunque pena. Passati veramente li ditti mesi quadro quelli saranno scoperti, sì li passati, come quelli che de coetero intaccassero, essendo ministri pubblici et cognosciuti per li Consegli nostri gli intachi et furti loro causati non per alcun error, ma per proprio suo vitio et mala voluntà essendo quelli da ducali 100 in zò, sia in arbitrio delli Consigli nostri statuirli quella pena li parerà convenirli, ma essendo gli intacchi da ducali cento sin duecento, se inlendino esser incorsi in pena di esser banditi di questa città in perpetuo, et de tutte altre terre et luoghi nostri sì da mar, come da terra, da Quarner et Menzo in qua. El se lo intaccò passerà ducati 200, ancor che’l fosse in più partide, se infeudino questi tali esser incorsi in pena capitai, la cognition de quali sia fatta per li Consegli nostri. La execution della presente parte sii comessa alli Avogadori nostri, i quali preso che sarà il procieder conira tali delinquenti, uon possine metter minor parte delle sopradille, sotto pena di perpetuo exilio de questa nostra città, et di non aver alcuna utilità de quelli casi che mettessero menor parte de le sopradelle; la qual utilità sia e pervenir debba nella Signoria nostra. 1 Conseglieri veramente et altri presidenti che possono metter parte nelli Consegli, sii in libertà loro metter con-tra li delinquenti quelle parte li parerà con questa ferma dechiaration, che li Avogadori nostri non