169 MDXXXJ1, OTTOBRE. 170 honesto dirle. Et poi disse havendo uno suo segretario in Franza mi pregava l’havesse per bon ser-vitor. Poi parlando di altro disse de Franza nulla havea, et zerca la numerosa genie conduceva l’ini-perator in Italia nulla disse, sohm se l’imperator non havesse altri che la Signoria veniria in Italia con la soa guardia sola zoè la sua corte. Laudò esso orator el Baxadona amato dal duca et dal conte Maximilian Stampa castelan et altri primari. Di Roma, disse il P.ipa andava ad abocarsi con Cesare el il loco saria a Bologna. Visitò poi il protonotario Carazolo il qual poi vene a trovarmi et mi disse Zurich esser in gran defension, et si dubitava ve-nisseno a le arme per cause sue private più presto che per religione. Item, di sguizari nula si ha, solimi che li cantoni prediti haveano risposto a li oratori francesi non voler risolversi a la richiesta di fanti se prima non satisfesse il Christianissimo re a le sue querele, eh’è per grati summa di oro. Questo signor duca è meglio conditionato di sanità di quel era, di le man et piedi. L’ ho visto caminar solo e di le man sta molto meglio el le move. Questi subditi ducheschi sono tanto gravati di angarie che non poriano esser più mal disposti perchè si traze da loro mollo più danari dii solito con angarie nove, et di quel si feva in tempo di ogni sua felicilà. Di-man a Dio piacendo monterò a cavalo et mi avierò verso Lion, continuando il mio viazo. 55* Da Sihinico, dii conte et capitanio, di 19 Octnbrio, ricevute a dì 29 dito. Hora è zonto uno mio exploralor, partite hozi 15 zorni da Belgrado, riporla il Signor turco con tute le zenle di Natòlia a dì dito passò con gran frela per dito loco di Belgrado et andava a eamin francese a la volta di Constantinopoli, che Imbraim Bassa con il resto di le gente veniva tra Sava et Drava depredando, brusando e taiando a pezi tutto quello si (rovava facendo grandissima crudeltà, ita che tutti quelli miserabili lochi erano in grandissima fuga et non sapevano dove salvarsi. Tutte quesle cavalcature turchesche lasate per custodia de li lor confini, hauta tal nova haveano fato adunation in Giacovo et Cetina, et mò terzo Eorrio tulli al numero de cavalli 1000 parliteno per andar ad incontrar Imbraim bassa et lo exercito, per ritrovarsi ancor loro in qualche fazione in quelli confini di Corvatia, per vendicarsi di danni auli divulgasele Imbraim pa -serebbe sopra la campagna di Cluino et de lì passerà in Bosina per andar a Constantinopoli, et che in Cluino et vilazi vicini molti moreno da pesle che poco curano. Dii dito, di 23, ricevute adì 29 ditto. Per mie dì 19 avisai etc., et ozi è zonto uno altro mio exploralor, parli è zorni 6 di Bosina, dice che a li 5 a Belgrado il Signor turco passò con le gente di la Natòlia, et che el bassà di Bosina con il magnifico Morat el soe genie erano gionle il zorno avanti il suo partir in Bosina, le qual non si laudano molto dii viazo. Si dice Imbrain bassà con il resto di lo exercito ritrovarsi a Belgrado fino alli 8 di questo, et si iudica si babbi a fermar lì per qualche zorno per veder quello farà l’hoste et exercito cesareo ; qual bassà ha fatto grandissima mina Ira li fiumi Sava et Drava et maxime sul paese dii Dispolovich ove ha posuto far danno. Queste nove ho etiam da uno turco servilor dii magnifico Moralh mandato de qui al reverendo prè Zorzi abbate suo fratello per nontiarli la venuta sua et salutarlo. Da Roma, di Vorator nostro, di 22, rice■ 56 vute adì 30 Octobrio. La matina. Come havendo-mi fato intender lo agente dii reverendissimo Medici dovea spazar lettere, scrive il-magnifico Salviali haverli dillo la egritudine dii Pontefice è solmn gote et presto sarà libero, sta in letto et non dà audienfia. Le gente andono a la obsidion di Vicoaro, fatla che hebbero la baltaria, alli 19 di questo li de-teno l’asalto et quelli dentro difendendosi virilmente, essendo fortificati di boni repari, amazarono de quelli di fuora da 50 in 60 et al tra Hauti feriti. De qui si fa faiilarie per rinforzar quel’exercito et lo assedio et si aspetta etiam fanti di Romagna. Questi signori cesarei nulla hanno di nuovo solum aspetano il zonzer qui di don Piero di la Cueva. Di oratori nostri alla cesarea Maestà sier Marco Minio e compagni da Coneian, di 29, ìiore 4, ricevute adì 30. Come l’imperator alozò questa notte a Porzia et nui a Sazil ; ozi siamo andati contra Sua Maestà per un pezo fora di Sazil e con quella pasato per Sazil l’havemo acompagnafo fino qui, et per strada zerca mia cinque luntan so-pragionse il signor duca di Ferrara qual smontò da cavallo et fato reverentia remontò a cavalo et insieme con noi è venuto qui. L’orator Contarmi eri se parli per Padoa iusla la licenlia auta,da la Signoria nostra et ne ha promesso ritornar avanli questa Maestà discendi dii Stato nostro. Questa sera è venuto a nui uno nontio di don Pietro Gonzales de Mendoza gran maislro et ne ha richiesto una patente per venir a Venetia, poi voi andar a Manloa di ordine de Pimperador per exequir certo negotio: è persona di grande existimation, et ge la havemo fata.