'51 , MDXXXII, vfinulo uno navilio patron Michiol da Coranlo che porlo la medesima nova, el dice come per la via dii Zante se ha sapulo che’l principe Doria messe 3000 liomeni in terra, giolito a Modon, li quali sa-chigiorno il borgo et la cilà si rese, et medesimamente prese Coron et il Gioncho ch’é uno castello forte, il quale fu abandonato da li Turchi et restò per li nostri. Dice come infinita gente albancsca et greca sono andati dove è el prencipe. Di questo non ho lettera alcuna ma solamente a boca da que-sli navilii sto admirativo come essendo il vero non sia venuta fusta o bregantino con tal nova. Piaza a Dio che’l sia la verità. Copia di una lettera dii ditto marchese al viceré di Napoli, di 22 Septembrio. Questa notte scrissi a Voslra Signoria la nova di la felicissima armala cesarea che havea tolto Modon et Coron, et che seben la nova non era tanto autentica sperava in Dio che saria con effetto. Questa matina a cinque bore di giorno è gionlo a Otranto uno navilio che vico da Corfù el qual già tre giorni parti de li con il qual vien un’homo il qual era sta mandato nel golfo di dila cilà per intender et esplorar lutti li andamenti di Tarmala lurchesca el di quel che si facea in questi loci, et per la gralia dii Nostro Signor Dio afiìrma la presa di Coron et Modon. Referisse che essendo 9 comparsa T armstfa felicissima in porlo dii Gioncho dove è un castello di Turchi fato, che da paura di la ditta armata li Turchi abandonarono la forteza et li noslri la tolseno et si signorizorno, et che da dillo porto a Modon non è più di 12 o 15 mia, et vi era concorso grandissimo gente albanese et greca, et dice di più che la notte messeno 3000 liomeni in terra, et che l’armala si presentò davanti Modon el che preseno il borgo el che puoco da poi si rese la terra propria di Modon. Dice di più elio tolto Modon si rese Coron, el che tuttavia con-corcva grandissima genie in favor di Sua Maestà. Referisse edam che questo aviso si havea per via del Zante; el die era passata una galla de venetiani, la qual andava per forza de remi con tutta dili-genlia alla volta di Venelia, per la quale si affir-mava quanto è sopraditto, dii che sia lodato Dio. Olirà di ciò riferisse come T armata turchcsca era nell’ Arzipielago, el che la cesarea la sequitava. Dio la guidi, el li dii la forza che (ulti desiderano. Mando a Vostra Signoria la lettera che mi scriveno da Otranto per la informalion sua. OTTOBRE. 32 Copia di una lettera dii eapitanio di Otranto di 22 Septembrio, scritta al viceré di Napoli. Finora per non esser certo di la venula di Vostra Signoria Illustrissima non li ho scritto. Uora essendo certo non restarò come servilor di avisarla di quel che mi viene a notitia. Eri da sera che fu 21 vene uno navilio da Corphù, il qual porla nova come il principe Doria havea preso Modon et Coron, di che subito per le poste avisai il signor marchese di la Tripalda con una lettera etiam al signor Alarcone. Itozi che son 22 a do hore de dì è venulo uno navilio da Corphù patron dì esso uno ciladin di Otranto el dice a boca come per una galìa de veniliani mandala a Venetia per il generai si dele lengua a una fregata dii Cavalelto che a Corfù reportava nove a Venelia che Modon e Coron erano sta presi dal principe Andrea Doria. Dice questo patron che la medesima nova porlo uno navilio dii Zante a Corfù, e che il principe messe 3000 liomeni in terra a Modon li quali sachizorno il borgo e la cilà si rese. Vedendo li ianizari che erano nel Zonehio eh’è 6 mia luntan di Modon esser preso Modon el Coron abandonorono quel castello, il qual dicono esser molto forte e di molla importanlia dove etiam vi è un bon porlo et molto grando. Da poi la partita dii signor principe Andrea Doria niuna nova sin bora si ha auto, pia-quia a Dio che sia la verità. Sto admirativo come essendo vero non sia venulo adviso dal dillo signor Andrea Doria perchè reslasserno in queslo che mi manderia sue lettere per Voslra Signoria illustrissima di quel che si facesse con bregantini a posta dal qual fin bora non ho auto cosa alcuna, ma venendo senza perder tempo come buon servilor di Voslra Signoria illustrissima ge ne darò adviso dì paso in paso. Qualro giorni sono clic passò de qui el eapitanio Santa Croce et me disse che andava al principe con ordine di Vostra Signoria illustrissima, lo spazai con luta la presleza che mi fu possibile eie. Fu posto per li consieri, Cai di XL e Savii dii ¡o') Conseio e Terraferma, atento le ledere lede da sier Zuan Antonio Venier orator nostro apresso il re cbrislianissimo di la spexa el fa et convenirà far retornando col re in Picardia eie. però li siano donati ducati 200 d’oro in oro ut in parte, la (i) La carta 9* 4 bianca.