0U1 MDXXXIII, pagni, poi disse, questa è una grande legereza, et con lino sdegnoso atto chiamò il suo scrivan et comandò fusse spazà uno olaco presto in la Morea et tornasse subito per saper la causa de cussi perni-tioso allo, et mi disse abiate un poco de pacientia, delibero governar questa cosa a mio modo, et fu falò far il comandamento. Poi parlai dii fradelo di Curtogoli che prese la nostra galia sotil. Si voltò esso bassa et disse, tolete questo altro tristo, che non forono mai boni nè loro, nè li soi. Fé far comandamento la galia fusse conduta a Galipoli et mi fosse data. Parlai del consolo Bembo di Alexandria retenuto, et esagerai la cosa, dicendo non si trova chi voi andar consolo, et il bassa andò in tanta col-lora et disse parole in grandissimo favor nostro et chiamò luti disgratiati, dicendo che maior disonor poteano far a questa Porta di quello fano! che cose sono queste? l’ho per verissime, za 10 anni questo orator non ne ha dito altro che la verità, vedete questa etade et quella barba bianca, Pè slà mandalo tre volte de qui, mai ha recusato de venir, perchè el vede di continuo la iuslitia de questa Porta et le careze 1’ ha da nui. Sichè el fece grandissimo broio verso di noi, et comandò uno gaiardissimo comandamento che ’1 fusse liberalo et lassato andar dove el volesse, et se alcuno voi niente da lui, venisse de qui, non se li mancheria de iustitia. Et disse dii bassa et chi se vogli parole sporche : li farò man-zar etc. Et perché 11 cavali erano preparali per cavalcar il Signor mi partii et cussi partito, el Signor montò a cavalo et andò a le sue devution. Il comandamento per li salnitri vederò di haverlo. Di Salona nulla mi è slà parlato. Questi solicitano le 40 galìe che ora si metono per mano, dicono per netar corsari, per li gran dani hanno fato, et il pensier loro è con le galìe sono fuora unirle et andar a Coron, tieneno rimarà poche galìe dii Doria, et hano fato do gaiioni. Hano butà gran taxe per el paese: Pera asapi 200, che importa aspri 600 per uno, in Con-stantinopoli 1000 et cussi per tuto el paese, se soli-cita el resto di l’armata per far impresa da mar et da terra. Si alende l’orator dii re di Romani e quel di Polonia per le diferentie con Carabodan di Hon-garia. Dii reverendo Grifi nula si ha ; si dice è in Buda, et con lui Peripetro et il Lasco. Il re Zuane è in Transilvania et Strigonia è slà provislo di nove provision. Dii Soffi non si intende altro. Si desidera letere de la Signoria nostra per intender li progresi de l’imperador, et si è la verità che’l passi in Spagna, et di lo aboeamento di Pranza con Anglia, et si tien se 1* imperador passa in Spagna, questa sia febbraio. 502 la causa. È slà condulo qui uno contestabile preso a la Valona, l’hanno tormenlà, questi popoli hanno mal animo verso la nation nostra, voriano si dicesse che li nostri sono stati fautori de li inimici. In questo divan l’è slà messo il signor de Damasco et di Segna Luitfìbey era bilarbey in la Caramania, et Eise bassa falò bilarbey in la Caramania ; Suliman bey era al Maras, è andato in Caraemil, et el fradelo di Aias bassa è stà mandato al Maras; a Oslregbey era bilarbey di la Anatolia hanno dato quel di la Grecia, che havea Imbraim. Vene qui da mi questi zorni uno chiaus di la Morea con uno arz, qual il bassà li disse va et mostralo a l’ambassador, et feze lui Io lezesse. Si conleniva che ’1 capitanio zeneral nostro si havea inteso con il Doria, et tute le ixole nostre danno vituarie a Spagna, et quelli di Napoli hanno fato pezo di altri. Io li dissi che mi alroveria con il bassà dicendoli quelli cadì che hanno ruinà li popoli se voi scusar con questo. Scrive Mumeth Colebi defer-der mi fa gran careze etc. Da Corfù, dii redimento et provedador menerai Moro, di 25 Zener, ricevute a dì 7 de Fevrer. Come haveano ricevute lelere di la Signoria nostra zerca non ricever sora quel ixola subditi lurcheschi fuzili di la Morea et cussi exeguiranno. Eri zonse qui el schierazo con li biscoti, li quali li meleremo ne li castelli. Da novo si ha che do fusle de turchi a la Valona doveano ussir ; de qui se trova il capitanio dii Golfo; hanno haulo lelere dal prove-ditor Canal, date al Vathi a li 2 dii presente, scrive risona da più bande il Signor turco sia per mandar armala fuora et ha dato licenlia quelli voleno far fuste le fazino et vadino a danni di chi manco potrà, et già molte sono stà poste in canlier ; el di li loci di la Morea si trazea gran quantità de formenli ; et che Lepanto, Patras et quele bande erano suspele di peste. Et si dice il Signor turco a dì 21 novem-brio intrò a Constantinopoli con trionfi grandissimi. Dii dito, di 27 Zener, ricevute ut supra. Per uno navilio venuto di la Valona con formenti, qui se ha inteso che le do fuste che erano ad ordine per ussir sono stà rimesse, la causa perchè in quelli contorni era certo breganiin cesareo, el qual prese una barca di turchi, però armorono le fuste, ma è partito et non fanno allro. Di sier Hironimo da Canal proveditor de V armata dal Zante, a dì 2 Zener, ricevute a dì 7 Fevrer. Avisa beri zonse qui il proveditor Pasqualigo, et volendo haver li 800 ducali venitiani da lui per andar con li 200 ha a Napoli per formenti, dice per bisogno de pan, ne ha spesi alcuni, si