95 cientia. Quel che debbi sequire non posso scrivere a Vostra Signoria, essendo i! fine dubio, pur se li ha bona speranza, et se Dio ne facesse gralia dii effecto restarà la maior parte di la Morea ad obedientia di Soa Maestà, ne mancano de adesso però non n’è parso tentarne altro, come senza frutto, non havendo il dillo loco. Di quel succederà ne aviserò Vostra Signoria pregando la sii contenta mandar a bon recapito le aligate. Scrivendo le presente sono sopragiouti da 5U0 turchi a cavalo in zirca, et acostatosi apresso le mura per tentar di dar soccorso a Coron, et sono stali sino alla guardia el repari, et si è scaramuzato con quelli di la guarda, dii che essendosi prima aveduli (orono di traverso circumduli da una compagnia, el sono stà morti da 100 turchi el più, el presi ¡jltralanli cavali, il resto fugiti, dii che quelli dii castello par restino sbigotiti secondo dimostrano. Et come si ha inleso da uno ianizaro ussilo fuori a loro dimanda e con licentia che lutto sii sino questa bora per aviso a vostra signoria, con dillo ianizaro si cominciò venir a patti di dar il castello, di modo che consultato bene loro dimande con li altri signori capi-tanci sopra Tarmala si concluse acctarlo, salve le persone moglie el fioli el beni loro, et cussi in ob-servalion di patti hozi si ha ricevuto la possessione dii ditto castello el loro sono ussiti fuora. Di quel che habbi a seguire non posso de praesenti scriver a Vostra Signoria, lo farò alla zornala, et li baso la mano. Da Udene dii locotcnenfe, di li, ricevute a dì 16 Octcbrio, la malina. Come bavia ricevuto doe nostre lettere zerca preparar viluarie. Scrive non mancar si atende a far masenar e mandar pan verso Gemona e Venzon e biava da cavali, et l’altra zerca proveder al passo di la Chiusa. Dubita si farà lardi, è za passali tra cavali e pedoni più de 2000, et al continuo passano 10, 20 et 30 al Iralo, i quali fin’ bora non hanno fatto disonestà alcuna, pagano quello manzano cusi cusi, quelli hanno danari ma il (orzo è senza danari. Dicono non voler (ar danno su quel di la Signoria per esser boni servitori di quella, et Batislin Corso provisionato capo di parie di le ordinanze, qual mandai a Gemona e Venzon aziò vedesse li fatili anda-seno per la strada maislra, subito li ha scrito vadi in la Chiusa con 25 compagni di dite ordinanze ai qual si darà ducali uno per uno, et li ho comesso non lassi più passar alcuno; ho scritto a quelli di la Cargnia guardino li loro passi. 96 Tamen questi fanti si ben non paserano alla Chiusa non li manca passi di passar e venir in la Patria. Dii ditto, di 15, horc 11, ricevute a dì 16 ditto. Eri sera ricevute do nostre e inteso li 2000 stara de orzi si manda a Portogruer, scrive haver fatto preparar stara 3600 di pan, i qual manderà verso Gemona, e questa malina sarà li da 300 in 400 stara; tulli li molini masenano e li forneri non fanno altro dì e notte che far pan ; zerca li cavali per li oralori non si ha il modo a trovarne, da 30 zentilomeni castelani è fuora a nostri servicii, li altri li voleno per loro e sarà meglio trovarli a Treviso e Padoa. Ha aule lettere dii palron di l’Arsenal Coniarmi, li avisa esser a la boca dii Taiamentoè basso si poi guazar per tutto, sichè non bisognerà far ponte. Da Vicenza, di rectorì, di 15, ricevute a dì 16. Come il duca di Urbin non è de lì, el ha mandalo le lellere a soa excellenlia a Mantoa. Di diti, di 15, hore 3 di notte, ricevute a dì ditto, manda lettere haute di loro nontii mandali a le parte di sopra, et per alcuni è venuti da Vilaco dicono li fanti vanno verso la Chiusa, et ozi sarano de lì e l’imperalor sarà fra do zorni a Vilaco, dove si dice pasarà 4 giorni. Scriveno il signor Camilo Orsini manderà 14 cavali a Portogruer per li oratori. Item, de qui non è biave da cavalo. Di Lavaron, di Zuan Batista Chiodarmi da le Sierje, di li, a li rectori di Vizenza. Come zonto de li ha inteso da queslo capitanio esser passa do colonnelli di fanti napolitani et fiorentini, partì per Valsugana, et sono per andar verso Venetia, e la mazorsumma è andati a la volta di Verona e che non hanno passa Linz, dove se imbarcava per andar a Viena, el li è stà dato danari e fati tornar indrio senza arme, el essendo zonti a Trento quelli di Trento li serono le porle, non hanno volulo entrino ne la terra, e fato darli da viver di fuora. polcano esser da 6000 in zerca, li quali vanno di longo al suo viazo, diman aspela un dal qual si saperà meio. Di Arzilar/o, di Francesco Strazino, di li, a li diti rectorì. Scrive haver trova lì Zuan da Leco homo di fede, qual partì beri da Meran, dico haver veduto passar li fanti italiani da 4000 senza arme, sichè non poleno far dano. fieri sera zonse qui Gasparo Schalatrino vien di Trento el dice esser passati 2000 fanti et andati a la volta dii Veronese, scrive voler mandar altri di sora per saper, et si avisnrà. MDXXXII, OTTOBRE.