405 loro la fece intender al Signor. Et zonlo lmbraim se turbò verso Aias, dicendo non era da dir al Signor questa nova che non imporla quello casleluzo. Aias rispose, li olaclii lo ariano fallo alto, et che haveria ditto al Signor, unde esso lmbraim si alterò e il Signor mandò via essi do bassa, si dice molte zanze che non le scrivo et esser slà manda zente in la Morea. Ogni di qui zonze olachi, non si sa quello porlano. Zonse uno schiavo del reverendo Grilli, narra che’l dillo attendeva a far zenle ordinate per il Signor, ma dubita sarà lardo, perchè li cesarei calavano verso Buda. È venuto nova il magnifico Perì bassà esser morto in Anderno-poli, chi dice atosicalo et chi di morbo, sichè le cose de qui sono molto confuse. Sono lettere del reverendo Gritti, di 29 oclubrio dì Samandria: come havia provislo di cavalli 10 milia et ìanizari 1400, et havia dato ordine di far saiche nel Danubio zerca 100 et fuste 20, et che colui si trasferiva a Petravaradin per far la massa e andar in Buda, dove era il Lasco et altri capetanei del re Zuane con cavalli 3000 et fanti 300, et se intendeva li cesarei esser intrati nel regno di Hongaria e il re Zuane esser mandato in Transilvania a uno castello chiamalo Lippa. Di le cose di la Morea nulla se intende. Zonlo che sarà il Signor parlerò al magnifico lmbraim bassà. Alli 10 ricevei lettere di 3 sep-lembrio zerca la liberation di sier Polo Bembo. ltem, de li salnitri di 25 settembre in materia di aver di fermenti, con li avisi de lì exercili cesarei et armada di 28, zerca il castello de Salona di 29, di questa instessa materia et di l’abboccamento dieno far il re dì Franza et il re di Anglia, zonta sarà la Porta satisfarà instando la restìtu-lion di la galìa Zena. ltem, ho ricevute lettere dii zeneral di 14. Eri fu cridato in Besestano di far tre zorni feste, linde si spenderà come è stà fallo, non posso far di manco, benché li tempi siano rotti. Supplica che quello venirà de lì resti in loco suo, el fin 5 mexi compirà 10 anni che sempre è stà fuora a nostri servizii, volendo servir questi mercadanti. Ila dilto il Signor esser entralo con questa pioza con zerca 50 cavalli con uno giamurlazo di scarlatto et la sua lolupanuza rosa in testa; et il magnifico lmbraim con uno giamurlazo paonazo, et li altri bassà insieme è intrati e andati nel seragio. Come sarò stato con il magnifico lmbraim darò volantissime aviso. 148 Da. Bologna del Venier et Contarmi oratori, di ultimo, hore 4, ricevute a dì 4 gemer. De qui in quesli zorni si ha molto atteso a trovar 406 forma a le cose luterane ; et essendo reduti dal Pontefice li reverendissimi Farnese et Cesis deputati, absenle il reverendissimo Campegio per la in-disposition sua; vi fu etiam monsignor di Praia, l’arzivescovo di Bari, il comendalor magior di Leon, monsignor di Granvelle et il magnifico Mai. Et lette le scritture fatte in le diete di Augusta e Ratisbona et li cesarei, dapoi molto parlar è divenute a questo che bisognava far il concilio zeneral con P intervento di lutti li principi cristiani, il che tengono sia prestantissimo remedio a dimostrar quelli non esser in la via della verità, perchè a li tempi passali si feva con li concili extinguer li errori et questi assentiva a conciederli il concilio, quesli per Cesare dicevano li luterani lo dimandano, et la Cesarea Maestà se li offeriva esser presente et che il locho di farlo fusse in Italia. Ditti cardinali disseno che essi cesarei dicesseno a Soa Maestà che il concilio era bono per extinguer questa seda, ma è necessario a farlo che la pace universal sia fatta prima, però si dovesse attender a questa, et bisognava fosse presente il re Chrislianissimo et il re Anglico. Li cesarei disseno la Cesarea Maestà esser, zoè la mente di Cesare esser, mollo inclinala a la pace universal. Sono lettere di Franza, li 12 de P instante, come fu fatlo uno convento in Paris di 32 prelati del regno, et è slà tolto il consenso loro di metter do decime a tutto il clero di quel regno. Et ozi parlando col Papa, Soa Sanlilà si risentì di queslo, dicendo esser 200 prelati in quel regno et con sì pochi hanno fatlo questo. Et che diceano, se Sua Santità havea permesso a la Repubblica vene-tiana, qual senza licentia havea lollo la milà di frutti al suo clero, cusì permetterla al re Chrislìa-nissim. Luì Venier oralor rispose la illustrissima Signorìa si ha aiutato con il suo clero in cusì religiosa e bona opera, qual era P interesse di quello, però Sua Santità havea consentilo. Li cardinali francesi doveano zonzer a Parma. 11 reverendissimo Cardinal di Trento zonse qui eri sera con alcuni oratori del Serenissimo re di Romani, ma non è stati ancora dal Pontefice. Li forieri di lo illustrìssimo duca et duchessa di Savoia sono zonti qui per tuor lì alozamenti per la venuta loro. Be li ditti, di ultimo hore 5, ricevute ut su-pra. Come haveano ricevute nostre di 28 zerca ringraliar il Pontefice di la Irata di le intrale de nostri di Romagna concessa, et cussi il reverendissimo Medici. Ozi son stalo io Venier da Soa Beatitudine et ringratiato eie.. Soa Santità disse: lo odo volonticra quanta è l’amorevolezza di quell’ illuslris- MDXXXIII, GENNAIO.