85 MDXXXII, OTTOBRE. 86 Sava sopra Belgrado et esser andati via, et il re de Romani esser indrizato verso Buda. Dii ditto, di 12 ricevute a dì 14. Come havia ricevuto do nostre con li avisi de li fanti mulinali ohe vieneno, et dii viazo farà l’imperador, nnde chiamò quelli deputati et elexè nobili caste-lani che vadino di qua di Taiarneuto per li castelli per far provision di fermenti, vini, carne, biave di cavali et strami, et veder il numero si potrà haver, et 3 altri di là dii Taiamenlo a far questo instesso effetto, et do a Gemona che vadino fino a Pontieba dove principia il terrilorio nostro per far conzar le strade et provista di grani ma non è biava da cavallo de lì. Scrive sono do fiumi fino a la Piava: h Ledra, sopra la qual è uno ponte securo per passar artellarie, et etiam l’aqua si poi sguazar, poi è il Taiamenlo qual è mollo basso, et per tutto si sguaza, sul qua! non si poi far ponte ordinario, è torente senza letto largissimo quando el eresse e si farà venir le barche di passo che sono numero 8 per mezo Spilimbergo, dove si potrà sguazar da tulli. È sta provisto di bone guardie a le porte di questa cilà, et manderà uno contra dille zente. Scrive di una termenation fata che si quelli darano le biave non saranno satisfalli tutta la Patria senti il cargo, e prega sia confirmata. Manda lettere aule da Venzon e Gemona. Da Venzon dii capitanio et comunità di 12, al locotenente. Si provedi a quella terra dove è zonta la compagnia dii conte Guido Rangon, cavali 200 li hano dà alozamento, el non hanno biava da cavalo nè viluarie. 11 conte Guido è con loro, dice vìen 6000 fanti, quali vanno sachizando e violando le donne al dispello de l’imperalor, al qual hanno tralo archibusate si che saremo malmenali, voi biava di cavali e altre viluarie. Et per lettere di 13 di ditta comunità scriveno ut supra sono de li in grandissima paura. Da Gemona, dii Masaro podestà e comunità, di 12, al dito locotenente. Come di continuo pasano soldati di qua e di la via e sono capitali do soldati a una hostaria de lì, uno visentin l’altro parmesan, hanno ditto venir 12 milia fanti mutinati, la mità vien via, non ha denari, si ha la-mentà a l’imperador, il qual li ha dillo haver dato ai loro capilami per il che sono sdegnati e hanno amazà do over tre di loro capitami, tra li quali uno Matlio Golona et uno capitanio Ragazìn, et che perseguitavano li altri capilanei. 11 reverendissimo legalo con uno di quelli capilanei era fu-gito a traverso certe montagne crudelissime driedo i quai erano aviati 400 archibusierì che lì hanno iuralo la morte, et che l’imperador in camin patisse di viluarie, el esser carestia inestimabile di pan, et uno pan de questi de un soldo vai 20 qua-trini ; le fanlarie ditte vien avanti l’imperalor, li hanno richieste stagino adriedo, non hanno voluto restar, hanno voluto amazarlo, sono zente disperate, fanno 40 et più mia al zorno. Questa sera sarano zonti a Vilaco, et a Vilaco si lieti le porte serale, et hanno fallo le preparalion di arme e ar-lellarie, non li voi lassar iulrar, dà il viver fuori di Vilaco. Noi de qui semo impazati senza biave, nè sapemo come governarsi, et si ricomarjdemo. Da Verona di sier Lunardo Justinian capitanio et vicepodestà, di 11, ricevute a dì 13, Eri sera zonse qui lo illustrissimo capitanio zene-ral, li andai contra questa matina a la messa, par-lassemo longamenle, vele le fahriche dicendo è ventilo di Manloa per meler ordine al passar di li fanti, et che si stii ben oculati, et il castelan di la Chiusa, et quel di la Crovara non li lassino passar alcuno, si lievi li ponti e barche e zalre di l’Adexe e si conducili in loco securo. Si scriva al capitanio dii lago non lassi andar barche a Riva, si mandi contra ditti fanti a parlar a li capilanii pasino a parie a parte, et far star a ordine uno numero di le ordinanze e cavali, e volendo passar per forza, se li spengi adosso, voi che i passi a paso a paso, et che si mandi uno a Ispruch et uno a Trento per parlar a li capilanii, et avisi quello dicono, et poi se li scrivi la risposta farano, questa è spexa poca in zorni 15 tuli passerano. E dicendo mi si farà dispiacer a Pimperator, Soa Exceìlenlia disse quando le zenle è licentiate di uno campo è in soa libertà e non più de l’imperator, e Soa Maestà li piacerà, ma ben pasando spagnoli perchè li paga non bisogna far cussi, et disse voio esser in persona non mi partirò di Manloa, Brexa, et qui in 4 liore mi po-rete dar aviso sarò subito sopra il fato, è ben intendersi con li rectori di Brexa aziò non passas-seno per il Brexan. Questa matina siamo stati con Soa Excellentia alorno castel San Felice, et ha ordinalo alcune cose che riferirò a boca, poi disnar a veder la fortifiealion dii pian, qual si fa iusta l’ordine suo. Da matina va a Manloa, poi dice anderà a veder la forteza di Orzi e subito ritornerà qui, voi poi andar a Padoa Treviso e Veniexia ; me disse eri sera in camino come a Manloa zonse un zenlilomo dii reverendissimo legalo Medici, va in posta a Fiorenza poi a Roma, qual partì dal campo di l’ira-perador zà 6 zorni. Porta la nova al Papa il