477 MDXXXIII, FEBBRAIO. 478 Ser Aloysius Barbaro, Ser Gabriel Mauro, eques, Consiliarii. Ser Andreas Lauredano, Ser Antonius Erigo, Ser Aloysius Mocenico, eques, Sapientes Ordinum. Cusì come è cosa degna de la iuslitia di questo Stalo non lassar impuniti quelli che per qualche suo mensfallo merilano le condegne pene, cusì è ben conveniente et di rason, sicome è sta sempre servato et meritamente, avanti si devengi a iuditio de tal punitione, per non macular alcuno de cosa incerta, haver qualche rispetto de dar loco a simili di poter usar et dimonstrar le rason sue cum iustificar le oppositione fattoli. Et però : che per autorità di questo Conseio el sii preso che li Avogadori di Comun debbino in-querir et formar processo contra li transgressori di le leze et ordeni nostri, de li mensfali et errori sui in questo ultimo viazo de le galìe di Fiandra, et venir poi con esso processo et opinion sue a questo Conseio, aziò fundatamente si possi deliberar quanto sia de iuslitia el honor del Stalo nostro. De parte 70 De non 7 Non sincere 23 Dii mcxe di Fevrer 1532 (1533). A dì primo Fevrer. La matina introe in Collegio li Consieri di qua da Canal sier Zuan Francesco Morexini, sier Alvixe Bon et sier Lorenzo Bra-gadin ; Cai di XL di la Quarantia Criminal ozi in-trata sier Anzolo da Mula qu. sier Piero, sier Piero Dandolo qu. sier Marco et sier Piero Marzello qu. sier Mario. Etiam inlrouo Cai di X sier Piero Trun, sier Polo Trivixan el sier Nicolò Venier, tulli tre stati altre fiade. Di Bologna, di oratori nostri sier Marco Antonio Venier el dottor et sier Marco Antonio Contarmi, di 28 dii passato. Il summa-rio scriverò qui avanti. Vene il secretano di l’oralor cesareo et portò la scrittura di quello el richiedeva, come dirò poi. (i) La caria 172* è bianca, Da poi disnar il Serenissimo vestilo dì reslagno d’oro, et cussi la bareta, con li piali andò ave-sporo a Santa Maria Formosa con l’oralor cesareo et quel di Ferrara, 1’ oralor di Franza non vene, quel di Anglia è a Bologna, quel di Milan è ammalato. Era il primocerio di San Marco, il Podacataro arziepiscopo di Nicosia, il Pexaro episcopo di Baffo ed il Slafileo episcopo di Sibinico. Era etiam con li cavalieri il cavalier di la Volpe, tre procuratori, sier Andrea Justinian, sier Hironimo Zen et sier Francesco di Prioli, e olirà li censori erano solim 24 senatori, ma uno non è dii Senato che è sier Vettor Morexini da San Polo, vestito di panno paonazo. Portò la spada ozi sier Alexandro Soranzo, va podestà et capitanio in Caodistria, vestito di veludo cremexin; fo suo compagno sier Domenego da Mosto, in veludo negro. In questo zorno fu fatto noze, sier Piero Morexini di sier Zuan Francesco el consier, qual è mollo ricco, in la Ila di sier Zuan Corner qu. sier Zorzi el cavalier, procuralor, con dota ducati 10 milia, videlicet sette milia contadi, due milia Ira do anni, et 1000 di cose et zoie ; et le feno in la soa casa di San Polo, dove bora i habitano. A dì dot fo la Madonna. Il Serenissimo vestilo di veludo cremesin di sotto et di sopra uno manto damaschin bianco a fioroni d’oro et cussi la bareta bianca in testa et d’oro, con li oratori im-perador, Franza et Ferrara et primocierio, episcopo di Baffo, episcopo di Vegia el episcopo di Sibinico, li consieri tulli vestidi di seda et li tre procuratori che fo eri, il cavalier di la Volpe et era etiam Zuan Ballista di Chaliari orator di la Comunità di Verona, et oltra li censori erano 28, alcuni che fo eri, non vene ozi, e alcuni ozi è venuti di novo, a la messa. Da poi la messa da basso il Serenissimo con il Collegio si redusse ad aldir lettere dii Zante, di 18. In questa mattina messe banco, iusta la parte, do galìe soltil, videlicet sier Alexandro Bondimier qu. sier Francesco et sier Andrea Coniarmi qu. sier Teodosio, stali altre fiate. Da poi disnar Collegio non si redusse et do-veano consultar di scriver a Bologna. Fu fallo un banchelo a San Polo da sier Jacomo Corner fo di sier Zorzi el cavalier, procurator, a 16 senatori di primi di la terra, videlicet sier Francesco Donado el cavalier, procuralor, sier Gasparo . Malipiero, sier Bernardo Marzello, sier Nicolò di I Prioli, sier Alvise Barbaro, sier Piero Bragadin,