59 MDXXXII, OTTOBRE. CO Maramaldo liavia lolto il carico de menar 8000 di quelli a l’impresa di Buda, eri li andò con li danari per pagarli e farli marchiar, pur di novo si sono sulevati nè voleno più andar in Ilungaria se non hanno 4 page et le arlellarie ne le mano per securlà loro di quanto li vieti promesso e hanno fato fugir il dillo Fahricio, e andato poi il marchese dii Guasto per acquietarli non lo hanno voluto ascoltar tirandoli di le archibusate. Stanno alogiali sopra Viena verso l’Ongaria quelli del Maramao e altri solo diversi capi sono verso Linz 6 mia lontano senza capo alcuno, et per questo qui si sta con le porte serate né lassano itilrar alcuno in la terra, et è molla confusion, pur si spera si componerà le cose. Da Milan di sier Zuan Basadonna, dotor, orator, di 6, ricevute a dì 11 in Pregadi. Scrive in materia di danari se dia aver da quel signor duca, qual rechiedendoli disse averscriloal suo orator parli a la Signoria li voi pagar in anni tre, sichè del 1535 sarano pagali con cauzion, non può far altro, et juroe eh’ io non possa andar co la vita in castello ! eri non havea ducati 100 da far le spexe a don Hercules, credete mò quello volò e si havessi danari non faria contrati con bolla di 102 per 100 e pageria il lullo, li farò assignalion stabile e ferme. De qui sono avisi di Genoa esser comparse in quelli mari gran numero di fusle state con l’armata lurchesca, nè altro si ha. Avanti eri zonse qui il signor Hercules fìol dii duca di Ferara, non ha voluto visilation, el duca mi disse era per andar a Zenoa e cussi si é partilo questa matina. Dì Verona, dii capitanio et vicepodestà, di 9, ricevute a dì 11. Zerca i! passar di fanti cesarei a questi ciladini non li par sia bon passino per la Corvaia, sicome la Signoria li scrive é sta provisto di ponti a Dolze dove pasarono l’altra fiata ; dieno questa sera alozar li, è sta provisto di pan, vili et carne, el il vicario di Valpelosela con l’nitro genlilhomo de qui e lì zà 3 zorni, el questa malina è parlilo domino Jacomo Spolverili qual é conosulo da loro et li acompagnerà lino a Peschiera. Scrive haver mandato il capitano Cluxon e il capilanio Rodego a Gussolengo, et è slà ordina 000 in 800 di lo ordinanze siano ad ordine, et ordina niim sii lassalo intrar in la terra con dirli vengono di loco sospetto. Ha scritto al capitanio zeneral, qual se ritrova a Mantoa, mandi soi homeni conira dile zente aziò non fazino danni, e il conte Ambrosio suo locotenenle eli’ é qui ha mandato do homeni. Scrive ozi è zonto qui la fameia del reve- rendo episcopo di Brandizo stalo nonlio pontificio apresso l’imperador, lui è ainalato, sarà questa sera de qui perche’l vien su zatre. Dii ditto, di 9, ricevute adì 11. Come erano zonti ozi alcuni fanti a le porte, senza arme e tulli ruinali, non è slà lassati intrar solum do per saper quai cose dicono. Questa notte sono li fanti alogiali a Roverè, et questa mattina tulli erano slà licen-liati, e che la maior parie di loro andavano a la volta di Riva, e quelli restali sono venuti sbandili a la volta dii Verouese e il signor Camilo et Pyro Colona colonelli loro capi erano ritornali a lo exer-cito cesareo. Dii ditto, di 10, rieevute a dì 11 in Pregadi, manda una lettera anta da Mantoa dii capitanio zeneral el qual li scrive questa sera sarà de qui, el liavia voluto non fusse sta falò il ponte a Dolze per passar ditti fanti, i qual passano a A et 6 a la volta senza arme per aver in camino vendute quelle per il viver. Zonse eri sera qui il reverendo episcopo di Brandizo domino Piero Ale-andro ben conosuto di la Signoria nostra, non ha voluto visilation sin’ bora per aver tolto cassia ozi, qual è zorni 15 partì. Ha dito l’imperador era in Viena e il Turco esser retralo verso l’Ungaria, et che in slrata havia auto aviso che l’imperador veniva in Italia per il Sialo di la Signoria nostra, si parte da malina per Vicenza e Padoa poi Venelia per starli per nome del Pontefice. Questa sera an-derò a visitarlo. È giolito qui eri sera uno genoese con 8 cavalli, qual porla scudi 50 milia a l’impe-rator auti ad imprestedo a Zenoa, et questa matina è partilo. Manda lettere aule di sier Lorenzo da chà Taiapiera proveditor di Peschiera, li avisa esser zonte Ire barche di fanti vieneno da Riva malissimo conditionati e sono smontati fora di la terra, vanno sbandili verso il Mantoan. Scrive il capitanio zeneral li scrive aver auto il Turco se retirava lasando presidio a Belgrado, e Cesare levarsi a bone zor-nate per venir verso Italia, sicome Soa Excellenlia ha auto aviso. Noto. In questa mallina fo chiama in Collegio li proveditori sora la Sanità, che sono sier Zorzi Bembo, sier Stefano Loredan el sier Piero Bernardo, ai qual comesse il Serenissimo dovesseno aver gran custodia questa terra non se inlelasse de peste aleuto questa venula di l’imperador per i lochi nostri ; i quali disse l'ariano ogni diligentia, et cussi feno proclamo per tutte le contrade che alcun non alozi persona alcuna di che sorte si vogli senza loro bolelin, sotto grandissime pene.