259 MDXXXU, NOVEMBRE. 260 dì 21 ditto. Questa malina è capitato de qui Ili-ronimo da Zara venuto con uno bregantin raguseo armato a 10 remi, ha seco 10 servitori, Ira li quali uno suo canzelier trazurin, qual era canzelier dii Galim da Bologna quando io era proveditor a Ci-vidal ; et smontato in terra per tuor vituarie mi vene a visitar, dal qual ho sotralo che l’imperador a Vilaco spazò esso Ilironimo alli 20 dii passalo et mandolo in diligentia a Fiume con una bona quantità di danari, et che’l ritrovò a Fiume questo bregantin e se imbarcò dominica da sera et voi ari-var a Ragusi et andar in Albania, cegnando che di Puia dovea passar una gran banda di gente cesaree verso quelle parte. Item, son avisalo da questi confini il sanzaco di Rosina con il magnifico Morati) Chiecaia esser zonti a casa a di primo di l’instante, e mollo mina-zano e designano corer e depredar li contadi di Traù et Spalato per vendicarsi di la perdita dii castello di Salona. Item, che in Bosina si stava assai di mala voia perchè mancava molli di loro, e come dicono la milà di li turchi che andarono con il sanzacho in Ungaria perchè erari© ben in ordine et ben a cavalo ebbeno sempre il carico di condur le vituarie allo exercito, et che la maior parie de li cavali loro per la grandissima fatica sono morti, e che’l signor li havea previsti e tolti de li cavali di quelli di Natòlia e dati a quesli. Item, che Ibraim Bassà era passato in Saman-dria acompagnato dal sanzacho di Bosina et tenderà verso Gonstantinopoli in diligenlia. Io aspeto uno mio mandato verso Ungaria, qual aspeto la futura settimana, et dii reporlo aviserò. Da Sibinico, di sier Bernardo Balbi conte e capitanio, di 13, hore una di notte, ricevute a dì 21 Novembrio. È ritornato uno mio qual parti alli 8 di Bosina, qual dice il bassà di Bosina con il suo magnifico Morath a dì primo di questo zonse in Bosina, et esser partito per andar a la Porla, et era stà da Imbraim bassà a Belgrado et quello acompagnato con sue gente fino in Saman-dria, alli 22 dii passato seguiva il Signor verso Con-stanlinopolì. et lui se ne era ritornato in Bossina, et che Imbraim expedite di Samandria cavalli 1000 con il suo capo per Ungaria, e lui parli per Con-stanlinopoli, et dice che subilo gionto il bassà Imbraim havea fatto chiamar Gliubencicb che alias fu capitanio di le 3 fusle di Obrovas, il chadì di Cluino et Machrnelh vayvoda loro subslìluti el fatoli uno comandamento da parte del Gran signor che do- vesseno presentarsi alla excelsa Porla per causa di la poca cura aula di le zente lassate a quesli confini, le qual sono sta maltrattate. Ditti capi è in gran trepidazione e fuga, facendo preparatoti di apresen-tar al dillo bassà et magnifico Morath per non andar a tal viagio perchè dubilano di la lor vita, et dice che’l ditto bassà haver dillo voler scorsizar e depredar li contadi di Traù et Spalato per causa dii perder il castello di Salona, et questo sarà fra pochi giorni. Scrive haver adverlito quelli reclori di Traù e Spalato. Dii ditto, di 28 Octubrio, ricevute a dì 22 Novembrio. Come si ha in conformità di quanto scrisse per le altre sue, per altre vie, il zonzer dii bassà in Bosina e i spachi e altre zente comenzano a zonzer a le stantie loro, ma molto ruinati et ne mancano molti di loro. Il magnifico Morat si aspe-tava za 5 zorni in Cluino, si ha per via di uno servito!* di Mechmath vayvoda suo substituto questo, qual ozi zonse in questa terra, et dice el ditto esser cavalcà a staffetta con il bassà a la volta di Conslan-tinopoli, la causa non se intende. Dii Zante, di sier Matio Barbarico proveditor. di 19 Octubrio, ricevute a dì 21 Novembrio. Ozi è ritornato uno di mei da Palras, et manda la soa relation ; et per quel se intende l’armala cesarea invernarà in Golfo et albanesi in la Morea esser sublevali verso Coron, et che li fanti di Coron vanno 10 et 15 mia lontano de li et tornano con turchi fati presoni e robbe. Sono molti altri mei messi fuora et quando tornerano il reporto loro aviserò. Sabado, a dì 19 Octobrio 1532. Manoli molhoneo nostro messo rilornato da Patras, parlilo beri, referisse come il castello de Pa-tras alla boca dii golfo si era reso et che le galìe et nave erano sorte lì apresso ; dice etiam che le fanlarie haveano amazali doi capitanei per causa che tollevano tutte le terre per rese senza darle a sacho, et che esse fantarie si erano redute in uno, con dir che al lutto volevano le sue page. Dice di più che le terra di Lepanto e il castello a la boca dii golfo rasonavano per renderse, dicendo che poria resister a questa armata, et di più che le fregate miravano et ritornavano dii golfo, ma per il vento contrario le nave non potevano intrar dentro. Interrogalo se’l sa quello sia di navilii mandati a cargar per conto di San Marco, rispose tulli sono cargi, et vegnivano a salvamento, el beri sera fa-