321 lo minor fiolo dei ditto non volseno venire et far come li altri signori, nè arendersi, anzi piantarmi mollissime bandiere in su lo castello et in su le mure de la cita, sbarando de molta artellaria, comprando brige et fastidii sopra le teste et capi loro; dove li nostri, questo vedendo, adosso et in- * torno dii castello circondati posero lo assedio, et comenzando a far le mine et cave da 7 in 8 bande, le qual mine li chiaus di denlro via ne trovo-rono parie, et in li 20 di la luna prefata lo invic-tissimo Gran signor sopragionse a tal asedio fa-zando dar fogo a do mine quale se atrovavano in ordine, per voler far uno asalto generai con lo esercito (ulto, et così messo in ponlo le gente di lo exercilo aspelando la ruina di le mine, le qual sfogando danno alcuno non feceno al ditto castello. De poi ogni giorno erano alle mano, combattendo lo ditto castello, di la qual cosa lo ¡avidissimo Gran signore queslo vegiando olirà alli sui muli, gambelli et cavalli, comandò anche a tulli di lo exercilo che legne caricare et portar dovesseno, del che fu condutto tante legne che parevano monti altissimi, et quelli incalastando sopra feceno li muri de la cita una volta et meza che più che non erano alte le mure, et quelli che si atrovavano denlro da le mure vedendo questo tal miracolo reslorono ad-miratissimi con exlremo dolore, el al vigesimo septimo di la luna quelli di dentro comineiorno a dimandar la pace, apontamenlo et acordo sopra la fede de Machometho et sopra li pali de Mustaphà, el segondo el consueto si aceptò tra loro rendersi a pati, dove de dentro lo signor loro con lo minor fiolo de Carlovich insendo di fora basarono la gra-liosa man del bassa, inchinando le teste loro infina in terra. Et di poi di quello locho levandosi lo exer-cilo per giorni 16 tuttavia caminando et scorendo in verso la banda de Viena, dove arente de delta citlà si pervene alla nevicosa montagna nominata la rossa montagna la qual è per mezo a l’incontro de Viena, el quella a man destra lassando alle aspe-rime montagne dello territorio di la Alemagna arivando, quale lì cavalli, nè li muli grafignandosi al montarlo imposibil era, ma la gratia divina che alli soi fideli servi non mancò mai, da quello loco moltissime artellarie de le nostre in suli gambelli caricate, el a cadauno de li gambellieri ponendoli in mano le zappe grande per far la strada con li gambelli retirandosi a passo a passo, comenzorono a montar le dile montagne, et così lo exercito smontando et cavalcando, le predille aspere montagne ascendendo, pasorono et arivorono allo territorio I Diarii eli M. Sanuto. — Tom. 1711 322 el paese di Spagna, et quelli guastando, abrusando et deslruzendo e tulli metendoli a gran ruina, et senza ponte tre grandissimi fiumi passasseno. Da poi pasalo lì al sedecimo dì de la graliosa luna de Jefer si pervene arenle al cavo de Drava, dove era una gran cita, et in el mezo de quella era il ponte dove si passava lo dillo fiume, ma non fa-zando prima di (al ponte, de novo uno ponte fu fabricato, et cossi parte di lo exercilo passò per lo ditto ponte, et parte passò a sguazo di sotto di la citlà dove era il passo, et in giorni dui con le notte lutto lo exercilo se transferì el passò lo fiume ; et di poi caminando in capo de giorni dui se arivò in una aspera el folta selva che li volativi uccelli volare non poinano, ne assendere a lo collo di Io aiere, et tal famosa ¡era la selva et bosco che non havea altro che una slrada da passar uno homo a cavallo, el quella era paludo coverto parte de li rami de li alberi et parte con fassi, et così lo exercilo sforzandosi passare 1’ uno dietro a 1’ altro se miseno, et in cavo de giorni dui queslo passarono ; ma le cardie de lo Gran signor et cossi la arlel-laria non possendo farle passar et indrielo restando, fu forza che da li alogiamentì se mandasse incontro genie et cavalli ad aiutarle et farle passar, dove si durò grandissime fadige et slenti a farle venir alli alogìamenli di lo exercilo, et tutlo tale bosco et folta selva durava Ire miglia de paese. Et di poi passato che fu lo exercito, lutto fu ordinalo et comandalo a Mical Oglì che dovesse far la core-ria e depredare tulio lo paese de man destra, et cossi alli tartari fu dato licentia che corer et depre- j dar dovesseno da la man sinistra, et al vigesimo septimo dì de la graliosa luna de Jefer lo excellen-tissimo bassa con parie di lo exercilo del Gran signor si è parlilo et è andato al paese et territorio de Ruguio per quello sottomellere et depredarlo, el lo felicissimo Gran signor seguitando la riva de lo fiume de Drava allo slesso dì de la graliosa luna de Rebincuol è arìvalo allo prefalo castello de Eu-sech et li s’ è acampato et fermò con lo exercito, aspetando infina che lo excellenlissimo bassà torni ad agiongersi con lo exercilo suo, et di poi li si calculerà. di dare licentia a tutti li signori sanzaehi, bey et alli altri schiavi per tornar a caxa, et anche per far scriver li comandamenti di la gloria sua per mandar a tutte le cilà per festizare et apparare ; et anche lo Urdelban si voi apresentarse a basare la graliosa man de lo ¡lividissimo Gran siguor. 21 MDXXSir, DICEMBRE.