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meno conosciuta di tutta l’Albania : chiusa fra due notevoli catene di monti, abitata dai fieri Dibrani in fama presso i serbi di ladroni emeriti e di briganti, fanaticamente musulmana, rare volte è stata traversata da viaggiatori europei.
  Ci soccorre però un rapporto consolare italiano del 1902 (1), accertando il carattere prettamente albanese di essa.
  Nel distretto di Dibra alta, oggi assegnato alla Serbia, riscontrava soli 9800 bulgari ed appena 8000 serbi contro 35400 albanesi; 300 bulgari a Dibra bassa e 700 a Recalar contro, rispettivamente, 10800 e 17000 albanesi; nep-pur uno slavo esiste negli altri due distretti,-eon una popolazione complessiva di 64000 abitanti. Tutta la provincia conta dunque appena un totale di 18800 non albanesi su 146600 abitanti, ossia qualcosa meno del 12 °/0. Mie personali inchieste m’indurrebbero piuttosto a diminuire tale cifra che ad aumentarla.
  Procedendo nella zona centrale dello spartiacque, sui laghi e nelle vallate attigue, ci troviamo in regioni minutamente studiate dalla Durham nel 1904, l’anno del grande risveglio bulgaro-macedone cui non corrispose alcun moto albanese. La parte del suo itinerario che ci interessa va da Monastir sul Vardar a Tepelen sulla Vojussa, pressapoco lungo il nuovo confine greco-albanese.
  La prima tappa è Resna nella zona grigia del lago di Prespa: " circa la metà dei suoi abitanti son musulmani, i più albanesi, un pochi slavi n ; i cristiani, come sempre, si dividono fra la chiesa bulgara e la greca cui aderiscono liturgicamente i valacchi. Ma gli albanesi cogli affini valacchi
   (1) Gaetani D’Aragona di Castelmola. Il vilajet di Monastir in Boll. Min. aff. est. Maggio 1902.