245 MDXXXII, NOVEMBRE. 246 ver meriti, stali più di 16 anni de qui et verano a la Signoria. Scrive queste fabriche non è fornite et è in mali termini, bisogna taiar li sui angoli ne le fosse atorno perchè li lorioni con le arlellarie non poleno per fianco baler in ditti angoli, le fosse di la terra è molto strete bisogna profondarle in alcuni lochi e far il pozzelo in mezzo le fosse, impir di terreno alcune grolle fuora di la terra che sono trinzee a le mure, bassar la contrascarpa, levar il teren da la banda di l’Arsenal, et il porto non si poi tenir cussi perchè saria offeso da armata de inimici, et bisogna di dentro la terra far cavalieri e farli la scala, manca a fornir di spalli li muri, il che non si faria in uno anno, bisogna far fosse per conservar le biave, che altro modo non si conserverà, ne è una sola, et questo anno per la cavalela è slà streta l’anata ma non si patirà di biave, bisogna far caxe per alozar i soldati et si li farà pagar il fìto, sono di qui da 8 in 9 milia anime, il porto si munisse perchè la estade il teren vien dentro et fuori, questo castello è debilissimo e tutta la terra, è cavalier a le mure di quello il castello di Cerines dove son stato col consier Venier a veder, li manca compir uno lurrion fondato qual bisogna alzarlo, et spendendosi ducali 50 al mexe come è slà ordinato in 7 over 8 anni non si compiria, poi vorà di spexa da ducati 5000 e quel si spende se buta via, per opinion loro non è da far conto di dita forteza ma è solum per reputation a tenirla, la terra è cavalier al castello et meio saria fusse sta fata a Saline perchè qualche fiata vien gran facultà a quelle marine, et in fabrica si spende 300 in 400 ducati a ” anno. Scriveno in zifra aziò capitando per le armale non se intendi etc. Dii locoienente e consieri, da Niccsia, alti 24 di Avoslo, ricevute a dì 15 Novembrio. Limi fo a di 19 dii presente mancò di questa vita domino Andrea di Conti canzelier grando de qui, di una egritudine infistolita da basso, stato più di 2 anni ammalato, è slato integerrimo e senza alcuna opposition per la sua malattia. Questa canzelaria ha patito assai per esser stà priva de lui ; haveva per nodaro domino Theodoro Tacito qual è al presente nostro avocalo fiscal, qual atendeva al criminal e li dava salario ducati 135 a l’anno, l’altro era Antonello Bon deputato a le scriture di la camera e al zivil, li dava ducali 100 a l’anno, sichè questa canzelaria è rimasta confusa per esser morto dito Antonello; havea etiam alcuni coadiutori zoveni con pi-colo salario sichè la canzelaria bora è in man di persone da bon mercato, è necessario rentregarla ; qui si convien suplir per tutto il regno per vicario, iudice di malefìcio e canzelier, il qual mesier lo canzelier traze ducati 1000 a l’anno in 1200, saria bon de dito salario far do parte una havesse mesier 10 canzelier, l’altra 3 nodari con uno coadiutor per uno, overo dar li ducati 110 a l’anno per uno di dilli nodari. Suo fradello domino Francesco di Conti in questo tempo di la malatia è stà vice canzelier et ne pregò avanti il morisse fossemo contenti conservarlo fin venisse il successor, e cussi hab-biamo fato, con darli la mità del salario et l’altra mità a tre nodari che habbiamo deputà, per tarilo la Signoria nostra porà ordinar come li parerà. Di sier Nicolò da Ponte dotor, bailo et ca-pitanio, consieri, e preveditor cenerai Moro, di 12 Octobrio ricevute adì 15 Novembrio. Scriveno longamenle zerca fabricar case per alozar 11 soldati de lì, li quali alozano per le case con mala satisfation di questi popoli, voleno tavole e alrezi per farne e danari, et li modelli di Corfù fo portadi per maistro Aguslin inzegner. Da Roma, di Vorator nostro, di 7. Scrive longamenle coloquìi auli col reverendissimo Farnese qual Io mandò a chiamar et li disse quello havia parlato col Pontefice per la pace et quiete de Italia, bavendo Cesare il boti animo l’ha et sarìa bon rimover dal re Christianissimo eie., et l’imperator dice voler lassar uno exercito in Italia ed a considerar questo saria meio lo tenisse in reame et in Sicilia, et dice il Ponlefice averli ditto parleria con Cesare di questo, poi disse è bon conzar le cose tra il Papa e la Signoria e dar li possessi e haver le nomination di qualche vescoado, e di la caxa far qualche atto. Esso orator ringratiò molto soa signoria. Dii ditto dì 11, ricevute ut supra. Il Pontefice eri have lettere del magnifico Doria da Palras dì 18 del passato et questa mallina Soa Santità mi disse averli scrilo come havia auto la forteza salvo le persone et le robe che poteano portar con loro, et li havea acomodà de navilii, et che lì havea trovà assà arlellarie di bronzo fale a l’antica, qual farìa regolar, et per l’invernata voleva andar in loco comodo per conservar l’armata, et che haria auto pratica con quelli dii castello di la Morea a la boca dii golfo di Lepanto et si reseno a pali, qual è fortissimo castello e si poi meler in ixola, sichè lo farìa inexpugnabile e cussi voleva far, et per pagar le fantarie scrivea a Cesare li mandasse danari de sovenirli, per il che Soa Santità spazaria a Manloa * a l’imperator l’abate di Negri con ditte lettere et