MDXXXII, Di Viena, dii Contarmi orator nostro, di 27 Septemlrio, ricevute a dì .9 Octubrio, da malina. Eri matina gionse qui perchè il dì precedente non puli arivar per li venti coutrarii e la bas-seza dii Danubio, il che mi tornò a gran comodo perchè lo alozamenio che qui mi'era sta deputato era infeclo di morbo, et in questa terra moreno assà persone forestiere. È morto uno di la caxa el è do amalati, siehè avi ventura grandissima. Et re-duto da uno amico mio con il secrelario e parte di servitori, il reslo restali in barca per custodia di le robe fino parlisseno li alozati in ditto alozamenio, et mandato la sera per luor il possesso e dormir in una camera trovorono senza lume portato inora uno corpo morto e le persone di caxa si slropavano il naxo, torqai indriedo e questa matina intesi esser do altri amatati, si che son senza alozamenio con non piccolo incommodo. Mi lamentai in strada con li foderi di questo, mi disseno tutta questa terra è amorbata, bisogna l’imperator al lutto si parta se non voi che la corte se infetti. Da un capo a l’altro è amorbaia questa cita, pur troverò uno alzamento, sichò son alozato in tre lochi. Qui è gran carestia di ogni sorte di viluarie cxcepto pan et carne e li forneri non poleno suplir a cuoser il pan a tanto numero di persone, poi non è forni a sufficienza. Eri ni ozi non si ha polulo haverne et a P alba mirano li soldati dove el gi vende, da 30 et 40 al trailo, nè lassa alcun si acasti, partiti vien poi altri novi, sichè se non havesse portato vi-tuarie meco stana naie, et si questo exercilo si slargava da questo fiume la materia di le viluarie era importantissima perchè è infinito numero di gente. Iteri fu fata la mostra di le fantarie italiane et spagnole ordinate in do batagìie, è sta trovati fqnti italiani numero 7500, et non sono ancora arivali li colonnelli del Maramaldo Pyro et Camiio Colonna ; li spagnoli numerati sono G700; tulle do sorte bellissima zenle el ben armale, questa Maestà è reslà salisfata. De li spagnoli sono molti che hanno armature e archibusi di assà pretto, fra li altri era uno fante qual havea una chinea di valuta scudi 100 et uno archibuso che li costò 80 scudi. La ce- ♦ sarea maestà lo tolse in mano per vederlo e reso al fante, ditto fante disse che e il cavalo e le arme erano al sorv.il.io. di Sua Maestà ma che’l non havea capa e li locava la guarda quella notte. Cesare rispose questa sarà la tua, e gionlo a lo alogia-mento li mandò, la qual era di veluto negro fodrà di restagno d’oro mollo bella et rica, sichè bora bara arme, cavalo et capa superbissima. OTTOBRE. 4G Ocorse nel sbarar de li arcobusi che alquanti furono vasti, fra li altri ii capitanio Sforza Baion fu ferito in una spala el oggi è morto, il qual caso ha rencresciuto a ogniuno, era molto ben voluto. De Turchi altro non si dice, si lieti certo radino via, già sei giorni erano a Purcbmarch cita di laStjriadiman-dorono il passo a quelli di la terra, li fo risposto non era in soa libertà ma lo dimandasse a li sci signori, li diedero certo asalto a la terra el non li potè far danno, fecero poi uno ponte stretto sopra certi molini et passorono il fiume, sleteno ben G giorni a passar poi brusorono il ponte et andarono alla volta di la Bosina. Le genie dii Vayvoda et reverendo Orili ancora sono sollo il castello de Siri-gonio qual si manlien si ben il soccorso non li è ancora arivaio, e si dice il Vayvoda è mal conditionato, si iudica sia sta remenalo. De li Turchi, fecero le corarie, serali dal conte Federico palatino ne le montagne de la Slyria come scrissi sono sta morti in diversi lochi, si dize 3000, el più trovali a piedi et sbandili, et molte teste sono sta postate qui, e alcuni pregioni da 7 in 8000 inilia erano ben a cavalo sono trapassati per una montagna inacessibile, per la qual mai più andò piè de cavalo e si salvo-rono verso P Ongaria. In questa fazion si ha ritrovato domino Zuan Vjluri e vien molto comendalo, si dice che si havessero fato secondo il suo conseio niuno scampava, ben al’ermo è in gran riputatimi et entra ne li consegli de la guerra. Dii ditto, di 30, ricevute a dì sopraditto. Si è stato al continuo in consulto sopra la desolution di questo exercito, materia di grandissima iin-portantia, et sono risolti la cesarea maestà più presto li sia possibile di venir in Italia per la volta del Friul, menarà seco tuli li spagnoli et parte de li italiani, P altra milà lasserà per la impresa de Uu-garia, et venirano questa maestà in do parte rispetto a li alozàmenli per causa di le viluarie, et vole abocarsi col Pontefice o in Bologna o Parma a Piasenza dove più comodo sarà a tulli doi, e questo sarà fra pochi gicrni per esser intento a passar in Spagna, ne aspeterà a tempo novo, ma da mezo inverno passerà e con un tempo fallo se imbarcarà lia-vendo la sua armada presta el in ordine. Dii Turco et suo exercito più non si ragiona, si tien sia passi a Belgrado, el de quelli fecero le corarie ogni zarno ne vien amazati per queste montagne e boschi dove i se trovano ramengi, e molti cazali di la fame sono venuti alle ville e castelli a darsi pregioni sperando scampar la vita, quali lutti senza misericordia alcuna sono menati per fil di spada cosi uie-