— 65 - per misura di prudenza sotto Abdul Hamid ; Prenk Bib Doda, figlio di un capo dei Muditi relegato dopo il ’78 a Castamuni nell’Asia Minore, ritornava ne’ suoi dominii spalleggiato dal Comitato Unione e Progresso. Gl’ ingenui montanari scendevano a Scutari processionalmente inneggiando fra croci, bandiere e salve di fucileria alla libertà allora allora concessa. Profughi di anni ed anni tornavano a continuare in Turchia l’attività interrotta o quella iniziata all’estero, approfittando dell’inaspettato respiro di libertà, della tregua di Dio spontaneamente scoppiata come il fior dell’agave sull’altipiano de’ grandi laghi balcanici, fra mille bande armate e mille odii rivali, davanti alla parola messianica degli ufficiali giovani turchi. 1 pubblicisti visitavano finalmente il loro paese, dormivano pei luridi han, frangevano il pane coi pastori e coi banditi, imparavano insomma a conoscere il loro popolo, Faik bej, Dervish Hima, Hil Mossi, Ivanai bej. Poi, si rivolgevano ad organizzare associazioni, club politici e di cultura, in tutti i centri importanti ; in una regione quasi analfabeta iniziarono la pubblicazione d'una quindicina di giornali, i più importanti dei quali a Coritza, a Giannina, a Elbassan, a Monastir, a Salonnicco e, come un’affermazione di principio, a Costantinopoli stessa. Per preparare dei lettori a questo giornalismo che sorgeva, i bej della Bassa Albania e del centro (dove nell’assenza di istituzioni straniere più sentita era la mancanza di ogni insegnamento dell’albanese) si sottopongono ad una vera tassa per la cultura, istituendo in molti luoghi e mantenendo a spese proprie scuole elementari, come a Philia-tes, a Hieron, a Canina, una femminile eccellente a Les-covic, perfino una buona scuola secondaria ad Argirocastro. Come coronamento di queste svariate istituzioni scolastiche Vaio* 5.