345 inteso le 3 galìe de Antonioto Dona esser siate 3 Borni de li, et beri esser partile. Dii dito, di galia in porto de Candia, a dì 12 Octubrio, ricevute a dì 16 Dezcmbrio. Heri son venuto qui con 8 galìe. Scrive zerca biscoli. El come per lelere dii relor di Schyros di 16 dii passato ha haulo aviso che a li 10 capitò de li galie 40 turchesche, capilanio el Moro, le qual vano in Slre-to, el che per tempi contrari non poteva partirse. El che ’1 capitanio de Tarmala Acmath con 12 galìe erano discostadi da loro per forluna, nè se sapeva novela di lui. Scrive, da le do galìe de Cipro venute de qui con domino Jacomo Semitecolo sindico, quei sopracomili, dicono in quele aque esser el galion di fra Bernardin. Di Candia, di sier Domenego Capelo duca, et sier Hironimo Zane capitanio, di 14 Octubrio, ricevute a dì li Decembrio. Come a li 11 di questo zonse de qui il proveditor Pasqualigo con 8 galìe, computa la sotil, venuto per far una volta in questi mari et acompagnar le galìe di Baruto. Scriveno, il sindico Simitecolo zonse de qui, vien de Cipro con do galìe et scrive zerca fermenti per far biscoli, et volendo tuie queste galìe biscoli, han tolto danari dii clero per comprar fermenti, et questo con il Conseio di XII, el termina darli da 70 in 80 miara de biscoli, el de qui sono pochi fermenti, valeno lire 6 el staro venitian et dimandano tor-nesi, ete. El mandano la copia di una lelera dii diadi de Rodi, di primo octubrio, in risposta de soe, zerca la galìa Zena. Et dito diadi nominato Machmat scrive : Illustrissime frater noster, le debite salu-lazion. Come dal bailo vostro ho haulo la vostra letera zerca la galìa, e questo ho fato saper a la excelsa Porla, et venuto el so comandamento lanlo faremo. La gaiìa è qui con luto quelo si trova, et qui è slà fato inventario. El capitanio disse che le barze, erano con quela, esser de corsari, el haver combatto con esso senza levar alcuna bandiera. El gripo rimase a Coron, et altre parole come in la dita lelera apar. Di Cataro, di sier Trifon Gradenigo retor et proveditor, di 21 Novembrio, ricevute a dì 14 Dezcmbrio. Come a di 15 scrisse se aspetava a Castelnovo el sanzaco dii ducato di Carzego, il qual poi a dì 16 gionse con zerca cavali 25 mal in ordine, venuto per guarda de quel locho, el qual mandò 346 a mi el suo cechaia, zoé secretano a dimandarmi se sapea de l’armala dii Doria, unde li fe mandato 3 ambassadori, uno nobile, uno ciladin et il scrivali de la camera per salutarlo el a boca dirli le nove havemo da Corfù, che diio Doria con Tarmala liavia lassa l’impresa di Lepanto, abandonando Palras et tornava in Ponente ; et li balliamo mandalo il presente solito che è do casache di seda, una de raso, T altra damaschili, cere, zucari, confetion, savon el una barila de vin colo, il qual presente ne ha costà da zerca ducati 45. Dii qual dito sanzacho ringraliò molto et rimase satisfato. Da Costantinopoli, di sier Piero Zen ora-for et viccballo, di 5 Novembrio ricevute a dì 14 Decembrio. A lì 27 del passalo de qui furono principiate le feste e durò tre zorni continui e ogniun si ha sforzalo di fare il possibile. Nui abbiamo fatto honorata e pomposa fesla, corer li predi secondo usanza, al dar de li quali fui invidato dal magnifico Buslanzi bassa che andasse a sentar | con lui a la logia dii Seraio, et per nostri fu fallo uno honoralo bucintoro. Io andai con tutta la na-tion con grande concorso di populo, dismonlai al Seragio dove dillo magnifico Buslanzi per liono-rarmi fece diserar molli colpi di artellarie, et lo trovai ben accompagnalo et me recevete mollo ho-noratamente et usò parole mollo affectuose, dicendo nel discorso suo fallo con mi, lui non esser albanese nè di nalion schiava, ma greco di Negro-ponte et esser afiìcionato noslro, offerendosi mollo. Questo non è quello subassì che era, per esser morto quello, ma questo è giovane granosissimo, in parole e gesti bellissimo giovene. Et fra li altri fu per il canal, il Sanzaco locotenenle et lui Buslanzi con li primari et chadì a veder il ricco conzier de la mia casa e il noslro festizar, et la luminaria de la notte, sichè ì hanno reificato il sangue che già comenziava a putrefarsi. Io non havendo mai in lauto tempo son stato de qui veduto il famoso Beti-slaoo, in questa opportunità deliberai andar a vederlo per esser slà riccamente apparato. El come entrai lì, il prothoiero el tulli li capizì de dillo loco veneno contra de nui molto honorandomi facendo far calle, et vidi molle belle cose ; ma turchi si dolevano perchè io era andato troppo a bona bora, certo eon demostration de benevolenlia. Dal qual locho parlilo, deliberai andar a veder uno caso aca-dulo a lì 21 del passato che fu il zorno che gionse de qui Mustalizi per dar aviso eie. Et presumo Vostra Serenità dia aver memoria che a la Porla dove si ama za animali acosto di le colone dii Po- MPXXXII, DICEMBRE.