CAPITOLO V. NEL TURBINE DELLA GUERRA BALCANICA C’è stato nell’ora storica dell’ottobre 1912 un attimo di sospensione indimenticabile davanti al miracolo della resurrezione balcanica: si è sentito di dover elevare il tono davanti all'opera della volontà nazionale e di alcune derise idee. Non parve possibile allora un ostacolo, una complicazione del semplicissimo dramma, mentre l’impero Turco crollava, come una montagna lacerata dall’ultimo bossolo di dinamite. Ma ecco, l’onda cristiana si frange battendo i duri baluardi albanesi come contro uno scoglio ignoto che la costringa a incurvarsi; ecco l’Austria, sorpresa, travolta, da-vanzata degli avvenimenti, approfitta del momentaneo riflusso per riprender possesso di sè e far udire il suo tuono che presagisce tempesta, mentre nel seno le si agita la discorde anima slava e tedesca. E che la guerra di liberazione erasi insensibilmente trasformata in una guerra di conquista e questa sua intima Vaina 6.