55' ¿bxixui, a dì ultimo. Come, iusta i mandali, havia scrino al conte Piero Crusch capitanio di Clissa dolendosi de li danni falli per le soi. Il qual mi ha risposto, el manda la lettera, nè ha potuto sconder non haver partecipato di la preda, dicendo scriverà al re et a Cesare. Scrive fo avisao da uno genlilomo, qual ha uno suo castello apresso Sulona, come turchi desegnano far il castello da novo, ma non dove era prima, ma a la bocca di la fiumara etc. La lettera del ditto conte Piero di Clisa, a li 27 zener* scomenza: Polente el sgranditò Signor; Quelli homeni ha fallo danni è passà in Puia, hanno fallo la preda, eargà le barche e andà via. Qui solfo la terra è venuto de li vostri, scriverò al re et all’imperador, se vole viver in pace, perchè noi semo boni servitori di la pace. Sottoscritta : Piero Crusca conte di Clisa et de Lupoglavo A tergo : AI polente et exaitato messer Gregorio Pizamano dignissimo signor et proveditor di Dalmazia, quanto patron. Di Bologna di do oratori, dì 25, hore 4, riceviite a dì ultimo. Havendo inteso la partita di Cesare poter èsser zobia, nui fossemo insieme questa malina poi udita messa dal Pontefice, qual si retiró ad una fenestrà et ne fece Chiamar. Et Sapendo eri esser zonte lettere di Franza, li diman* dassemò quello era. Sóa Santità disse esser di 15 di lo instante, et che’l Cardinal Tornon era stato da Soa Beatitùdine et ditoll le zente de guerra, sì de inglesi come de scozesi, pareva che se ingrossasene a quelli confini, et che’l re Anglico aveva cridà la guerra contra il re di Scozia et soi confederati, di che in Franca era sta fatto grandissima consideration, et che il re Christiaflrssimo havia mandalo in Anglia monsignor di Lange, qual va di etiam in Scozia per trovar qualche adattamento. Et hessendo Stà dillo esser seguilo pugna tra loro, par non sia de imporlantia, purché tal a viso è solimi in lettere particulàr. Et che ditto Tornon non havia parla del matrimonio, per esser Agra-monte indisposto, ma non de imporlantia, et ambi doi hanno la coinmission. Et quanto a la liga disse si finirà ad ogni modo et è per conclusa. Et di la publication Soa Santità lassava il carico a Cesare. t> 58 El che’l duca di Ferrara inlraria con la condition di 18 mesi. Et disse partirà Cesare zuoba. Et io Conlarini basai li piedi di Soa Beatitudine, poi an-dassemo da Cesare, qual andava a messa, et io Venier lì basai la màno. Soa Maestà mi usò amorevole parole, dicendo era un gran bene che’l Pontefice, Sua Maestà et la Signoria continuassero nell’amorevolézza et bona Utiìone insieme per benefizio di la quiete de Italia. Li affiì’massemo qtlesla era la prihcipal hostra coniissione. Zerca le cose del duca di Felpata et per il capitolo di Rangoni, si aspetta diman la risposta, et si lien il duca consentirà al deposito di 120 milia ducati di 25 milia annìidtim et di 100 tnilla al mexe, bisognando, è stà comparlili in questo mudo: il pontefice includendo Fiorenza 35 milia, l’imperador 35 milia, il duca di Milan 15 milia, zenoesi 8000, Ferrara 10 millà, senesi 8000, luchesi 5000, et benché non asendono alla summa di 120 milia Cesare ha il caricò di ritrovai* il resto et Ferrara contribuirà per il tempo di la suSpénsion di mexi 18, poi si 201 proltihgerà a voler del pontefice; et coti questi capitoli, che questi danari possano esser spexi sempre che sarà termina dal capitanio di questa liga che restarà in Italia, el di do commessari quel per il Papa et l’altro per Cesare, el tìzi il signor Antonio da Leva é stato da Cesare per esser lui capitanio. Soa Maeslà non partirà de qui avanti zuobaj1 chi dice sahado, et chi luni di carlevar. 11 conte di Cervenler ha ordinato resti orator appresso il pontefice, et ih loco di domino Rodorigo Nino a Vene* tià rhanda il magnifico don Lopes di Soria persona molto degna et ben qualificala. 11 coirle Lunardo di Nógarola ha auto letere del Serenissimo re di Romani di fa nomination del suo iudiée per le diferentie l'ha Con la Signoria nostra il dottor Bai-duhg, et mi ha ditto che per la oclava di Pasqua il nostro iudice sia in Trento. Le lettere per Franza Si manderà et sono stà expedile. Da Corphù di sier Antonio da Fonte dot• tòr, bailo et Consieri, di 20 Zenér, ricevute a dì 20 Fevrer. Come liaverido voluto veder i libri di la Camera, ha trovato che li sindici stati de lì del 1515, sier Zuan Nata! Saliunon et sier Marco Antonio Calbo, ha Ve va no fallo fiel zornal debitori per aSsà sbmrtìa, li quali nòli sono stà parlati ne li libri per Hironimo Bidelli coadiutor in camera, quaì fu caiizelier del bailo mio precesstìr, et lui proprio era stà fatto débitor di rniara 295 di biscotto, che a ducati 8 il mier monta ducali 2360, e la pena a ducati 50 per 100, monla la peBa du* ¿ÈBBRA!').