575 MD.mtlI, MARZO. 576 con questa Maestà, la qual saria stala se le male persone di mezo non havesseno posto male, et che sapeva bene che li campi di queslo signor non si poleano portar in Austria, nè quelli di Austria in queslo Imperio, et che ora era venuto per exponer il desiderio del suo re a la pace perpetua over trieve, come parerà a Sua Maestà, et che piacendo a Sua Exellentia udirlo li havea a parlar sopra quesla materia. Li fu risposto che l’andasse a casa del bassà et parlasse quello li piaceva, che lui havea carico dii lutto. Fu poi esso orator con il magnifico bassà, et da poi molte accomodate parole usale et risposte del bassà, secondo il suo solito copiose et elate, l’o-rator richiese cbe’l Signor volesse esser contento de restituir al suo re la Hongaria in quel stato che la si altrovava al tempo di la felice memoria dii re Mathias, promettendo a l’incontro uno conveniente el grasso carazo e satisfar tulle le spexe l’havea auto ne le due imprese, et capitolar poi perpetua pace fra Cesare et esso re di Romani el quesla Maestà, alegando poi la ragione poi la quale la dimanda sua fosse onesta, con accomodale parole, perchè è ben alto a questo, el monstrò la sua commissione mollo efficace del suo re a voler perpetua pace, trieve o accordo, per il quieto viver de li subdili de l’uno et -di l’altro, li quali con grande carico de le conscien-lie di l’uno et l’altro se distruggevano et rumavano. Et lochó che tulio quel che lui farà se fazi in nome de l’imperador et dii re di Romani. El bassà rispose che quesla era una disonestissima domanda, et che il regno di Hongaria per la raxon el virtù di le arme era di queslo Serenissimo imperator el che lui l’havea in vita tantum donalo al serenissimo re Zuane cristiano, aziò li subditi dii regno si comporlesseno con animo più quieto et securo, et che non è cosa lecita, nè allo de vero imperalor violar et romper la sua fede, et maxime a questo imperator che mai non manchò di la sua parola. El qua molto si dilatò. Da poi un lungo ragionar si parli. El sabato alti 18, li bassà mirarono al Signor, che fu al divan di sabalo, el ussiti, ordinò per la domenica pasto a l’orator dii re di Poiana e a questo orator dii re dì Romani, et la domenica l’oralor polano, el qual quesli mai hanno voluto expedir se prima questo dii re di Romani non zonsesse. Prima inlrò al Signor, fu vestito di le simele veste si veste li oratori di la Signoria nostra et tutta la fatneia sua, et sta- ta dentro per spazio di tre quarti di hora. Ha expedito le cose sue, slongato la sue trieve come l’ha voluto et se apaterà ne li presenti manizi, el partirà quesla settimana. Poi inlrò queslo orator sopraditlo dii re di Romani et fu deliberalo che suo fio! andasse da olaco al suo re, et il padre ex-pelar; et questo è stà fatto fino a li 19. Scrive questi sono strachi di far exercilo di la sorte di altri, perchè hanno auto una grande stretta, perso infinite gente, cavalli, animali, con haver palilo assà per strada et fame, sichè ogniuno è stracho, et per le cose di mar sono restati storni, et a ogni onor etiam che fusse debile partito, se atlaccheria-no poi le cose del Sophi contra quesli per opera-tion falle per Olomambey contra il Signor de Be-telis, come scrissi. Poi il magnifico Imbrain ha gran voia di andar a conzar li paesi del Cairo, Egip-to el Soria, per li gran rechiami che vengono de lì, el ha animo a le cose di Portogallo, perchè co-nosse quelle parte far potente di danari questo imperio, et quelle di Hongaria averli consumali et si poi bastar haver ascurato quella banda con haver Belgrado, Pelro Varadin el Loch et quelli altri loci, sichè facilmente si potrà acomodar, lo non son stalo del bassà, per non haver facende, che so mi dirà di questa materia, come sempre ha fatto, ta-men troverò occasion de andarli. Le galee si fanno presto el da 25 sono andate al ponte di le Bombarde a levar artellerie, et il resto sarà driedo. Scrive aver fatto lettere di cambio di ducati 800, auti da sier Zuan Mozenigo di sier Thomà per spexe per le feste falle etc. Tenute fino 21. Intendo 209* diman parte il fìol di Poralor dii re di Romani, et è partilo olachi per lutti li confini per suspender le cose fino al ritorno del sopraditlo, el quale va da olaco. El qual orator vien ad alozar qui appresso de mi, et in caxa soa si ragiona di pace. È stà con-duti de qui da 60 fanti, di quelli presi alla Valona, i quali inlrorono lutti con li soi schioppi et archibusi, el li sono stà levali e loro posti in mano del subassì, che non è bon segno per loro. 11 reverendo Grilli sarà qui fra uno mexc, per quanto intendo, vien per informar quesli di quel regno, perché meglio di questi lui intende. Del ditto, dì 27. Alli 22 ricevetti lettere di 27 novembrio replicade, et le prime non le ho aule, tamen le ave da poi. A dì 23 fui dal bassà, dove era con lui l’orator polono, qual siete assai, et li cavalli erano preparati, et Capizi bassà et Bai-libey protoiero disse che ’1 Signor havia mandato per lui, et ditto bassà poi mi fé chiamar e disse il