— 78 — mitato. Costoro le imprimevano finalmente un’unità di direzione ed una consapevolezza di fini quale era venuta a mancare a tutte le agitazioni precedenti e che si manifestò nel memoriale di lunik nettamente caratterizzato dai postulati di un’amministrazione unica per tutta l'Albania sotto un ispettore generale unico, con lingua ufficiale, scuola, esercito e bilancio proprio. Non valse ai turchi il momentaneo sopravvento delle armi. Gli insorti lasciatisi cogliere, forse per opera di un traditore, ad Ipek verso la metà di giugno in un’ atroce imboscata dove perivano quasi duemila di loro e poche centinaia appena scampavano andando a cozzar disperata-mente nel cerchio di ferro delle truppe ottomane, riprendevano numero e vigore nella guerriglia delle montagne. Nel luglio un’ inaspettata circostanza sopraggiungeva a favorirli: giunse notizia che un gruppo di ufficiali albanesi della guarnigione di Monastir aderenti al partito dell’Intesa Liberale, invitati a muover contro di loro, si gettavano alla macchia, rifiutandosi d’andar a combattere contro i loro fratelli e domandando le dimissioni del governo giovane turco. Rinno-vavasi così la tattica della rivoluzione del 1908 : e come allora le truppe di Salonicco fecero causa comune con loro; il governo di Costantinopoli cambiò. Allora, dai valichi malguardati dello spartiacque l'esercito primitivo dei montanari albanesi dilagò nella pianura di Cos-sovo, prese Prishtina e quasi senza colpo ferire conquistò Uskiib, guidato anche questa volta dal leggendario guerrigliero Issa Bolietinaz. Impadronitosi della città non vi commise violenza, mirabile agli occhi dei corrispondenti europei per l’ordine che vi seppe imporre e mantenere. Da Uskiib, dettò legge: volle l’accettazione del memoriale di lunik; e poiché il governo tergiversava, minacciò di sollevare tutta la