543 MDXXXItl, FEBBRAIO. 544 Oriti, regni TJngariaegubernator, Serenissime princeps, eie. Gionse Nicolò Ongaro, qual ha dimoralo questo tempo de qui. (ter non esser le strade secure, è molli ladri. Son stato con la Maestà Cesarea et illustrissimo bassa nel suo ritorno, qual mi lia lassa ianizari 100, cavalli 2000, fusle 15, nave longe cbiamade nazade 50 ben fornide de arme, machine polvere per la guera, sichè per terra et per aqua persone 7000. Nui semo a Buda, havemo liauto letere da Cesare parli con li oratori dii re de Romani, spes est ut haec turbulenta tempora in quietem et tranquììlitatcm Statum convertan-tur. Sono venuti oratori dii re Ferdinando et fato trieva per Ire mexi per la pace. Deus Vestra Serenitas sana et foelix conservât. A tergo : Serenissimo principi et domino d. Andreae Grifi Dei gratta incliti Duci Vene-tiarum patri observandissimo. Di Franga, di sier Marin Justinian ora-tor, da Paris, di 6 Fevrer, ricevute a dì 21 dito, da sera. Ritornala questa Maestà Christianis-sima di la caza dove è stata con lo illustrissimo gran maestro et altri, andò a visitare esso gran maestro, qual li disse disnasse con lui che li havea da parlar. Et poi disnar, tirati a parte, disse el re vi parlerà. Si ha liauto teiere di Bologna come la Signoria persevera in non voler far liga con l’ini-perador, del che il re li è tanto ubligato che non vi posso exprimer, et ne avisa che quando li vostri ambassadori li fé la risposta l’imperalor dimostrava mal animo, però scrive a la Signoria non dubiti punto, perchè in ogni caso per difenderla il re è per meler li danari, la persona et il slato suo. Vi voio far rider. L’imperato!' ha fato intender che il re inlri in questa liga defensiva de Italia, li ha risposto che ne la capitulation fata a Cambrai questo re non se dia impazar di le cose da Italia, però non li pareva esser. Et poi inlrali in sala dal re, Soa Maestà mi chiamò et disse : Ambassador, ordinai al gran maistro ve dicesse comemorando ut supra dicendo questa liga non si feva contra el Turco per esser relralo, ma conira de mi. Ho letere di Bologna di 25 et 27 dii passato, mi scrlveno la Signoria persiste ne lo optimo animo in non far nova liga, la ringralio, et scrivè non dubiti punto, perchè bisognando venirò in persona in Italia, come ho fato al- tre volle che veni con uno potentissimo exercilo 5 mexi poi entrato re a requisilion di la Signoria et recuperai Brexa et Verona. Adesso ho più potentia et augumento de quello have allora ; l’imperador convenirà menar in Spagna el campo con lui o lassarlo in Italia, ma tenerlo in Italia a so spexe è gran cosa ; io ho obligo a la Signoria, el duca de Ferara non intrarà in la liga, il papa da principio era caldo, ora è tepido, Andrea Doria è zonto con Tarmala a Zenoa per levar l’imperador qual voi prima andar a Milan. Vi voio ragionar una cosa seguì. In uno picolo castelo era uno prete che celebrava la messa ; poi la conseeration levò l’hoslia, uno de quel loco disse che dovesse levarla più alla aziò luti ia vedesse meglio in ogni loco che (osseno, cussi quando Cesare andarà a Milan seguirà che ’1 vederà quella terra per le guere l’ha fato ruinata parte. Poi inlrò dii matrimonio de la neza dii papa nel signor duca de Milan, dicendo il Papa l’aveva repudiato ; el lui orator li dimandò de le cose de Scozia, però che ’I gran maistro li havia dito le gente se augu-mentava et che ’1 sperava che quel gentilhomo, ha mandato el re per aquietar le cose, faria bon effelo. Il re disse, vien dito esser gente a quelli confini, non però cussi numerose, et credo la pace seguirà perchè 1’ uno el l’altro de queli re la desidera. Scozia non ha danari, l’è vero le zente dii paese ha obligo a sue spexe per zorni 40 star a la campagna et potrano esser da 80 milia homeni, sono come bestie, vano avanti a farse amazar, sono valenti homeni di le sue persone, il re de Anglia è molto più potente, ha fondamento de danari, ma non ha terra forte da potersi salvar et potrà esser astreto a far la zornata, et quando a Scozia li fusse subministrar scudi 100 milia, 4000 archihusieri, qualche numero de lanzinech, 1000 cavali lizieri, 300 lanze, una banda de artelarie daria da far al re di Anglia ; et quando fu con lui a Cales, li parlai de questa cosa et lo trovai molto turbato contra dito re di Scozia, et la differenlia è processa di uno picol locho che non vai cinque carlini el è più presto di Scozia che di Anglia, et il re di Scozia con 3000 homeni andò a prenderlo et da questo è venuto la inimicitia, il re de Anglia bora è inimico de l’imperador, et lo J96, imperador potrà aiutar Scozia et farli far la guera. Se voleano meler in me, io non ho voluto tuor questo cargo. Il re di Anglia è mio bon fratello, il re di Scozia mio antiquissimo amico benché ho da dolermi de lui, per lui spexi un milion d’oro contra il re de Anglia, poi lui ha acelà el colar da l’imperador, tamen ha eonsegià le ragion ; poi disse lo