351 MDXXXII, DICEMBRE. 352 Venetia. Questa maltina sono stato dal pontefice et li comunicai il tutto. Sua Santità li ebbe grati, et disse che’1 si voleva afaticar molto con Cesare per ritrovar forma di concordia tra questi principi, zoé il re Christianissimo et il re di Anglia con l’impe-rador, la qual cosa li par dificilissima, et a far prò-Vision (n caso bisognasse aver con nui sguizari, però la Illustrissima Signoria conseia et aricorda quello li par, perchè non altendemo alla spicilità nostra, ma soìurn al beneficio universa! de Italia. Poi disse esser avisato che 50 milia scudi del re Christianissimo, che dovea zonzer questo Nadal per darli a sguizari, erano inviati. Disse poi domino .bicorno Alvaroto orator dii duca di Ferrara era stato a lui facendoli oblation per nome del suo signor, el li havea risposto che li piaceva intender si bona disposition di quel signor duca, et che, come ■tulio di Medici con papa Leone, egli con papa Ila-driano havia operalo per lui, ma bora come pontefice conveniva aver l’ochio a l’onor el beneficio della Sede Apostolica, e aver bon animo verso de lui. El che in la sententia di Cesare parie si couteniva di iustitia, parte di gralia. Lui oralor laudò questa bona dispositione ; et dapoi ditto Alvaroto è stalo da mi oralor et mi ha dillo ut supra. Eri fo concistoro, il papa propose esser venuto a questi strani tempi el con tanti senistri de qui per rilrovarse con Cesare per beneficio universa! et per firmar pace tra li principi cristiani, pregando essi reverendissimi cardinali si pensasse quello li pareva bene a far questo bon effetto. Poi disse che per honorar Cesare si mandasse do cardinali a incontrarlo per do zornale, et cussi fono electi li reverendissimi Grimani et Cesarino li quali partano diman over l’altro. Scrive aver visilato monsignor Beiron gran maestro et l’arziepiscopo di Bari oratori cesarei et verba hinc inde dieta, et come Cesare sarà qui di brieve. Diman si aspetta io illustrissimo signor duca de Milano. Bel ditto, dì 11, hore 5, ricevute a dì 15, da sera. Questa malina l’oralor francese è stato col pontefice et ha molto instato Soa Santità a voler aspettar li do reverendissimi cardinali che vengono di Pranza, li quali fra 10 over 12 zorni sarano de qui, et in questo mezo non voi negoliar con Cesare. Et disse di la bona intention dii re Christianissimo, qua! voi esser bon fiol et servitor di Soa Santità, et verano per trattar union fra Cesare et il re Christianissimo. Et il Pontefice rispose è bon udir ditti cardinali e interlenerà a principiar il negotio fin i zonzino, dicendo voler la pace de Italia et la quiete et melter amor el union fra queste Maestà, benché vede molte difficullà, et il re Christianissimo lien sarà un poco duro. Et tal sua opinion sperava Sua Santità saria laudà da li principi de Italia. Esso orator francese rispose, laudava il primo proposito di Soa Beatitudine di ben unir li principi cristiani, et ehe’l suo re è duro, et che’l non sa come Cesare laserà Italia in pace, partendosi di quella, sì che in Italia dilla pace non si potesse perturbar. Qui sono lettere di la Corte di Pranza di 2 dii presente, che dilli reverendissimi cardinali vien per iuslificar al papa il Christianissimo re non haver auto intellìgentia con il Turco, et che’l non concedi a Cesare quello el dimandarà, et vengino per rizer-car far cardinali, et non volendo farli per Soa Maestà non li fazi etiam per Cesare, et instar che la causa del divortio del Serenissimo re Anglico sia comessa fuora di Roma. Si dice anche hanno a trattar union fra queste Maestà. Li cardinali ispani praticano secreto con questi cardinali che voleno far la pace de Italia sii stabilita. Ozi é sta concistorio e posto ordine per l’intrada di Cesare che sarà diman. 1! signor duca de Milan è zonto de qui. Questa sera son stato da Soa Excellentia a farli reverenda. Dice le grandissime obbligation ha a quel-i’excellentissimo Dominio. Questa matlina è partito li do cardinali, vanno contra Cesare. Il reverendissimo di Manloa mi ha mandato a dir per il suo secretano aver lettere dì 11 del passato di Pranza di Amìens, il parlar di monsignor armiraio con l’orator nostro di una liga si tratta far con li principi de Italia e l’imperador conira il re Christianissimo, si offensiva, come difensiva. Io mandai a ringratiar Soa Signoria di tal aviso, et che la Signoria voi pace con tutti, et aver bona amicitia col re Christianissimo, nè mai quella voi offender alcun principe. Scrutinio di orator al Serenissimo Signor turco, con pena. t Sier Toma Contarmi fo ambassador al Serenissimo Signor lureo, qu. sier Miohiel........115. 75 Sier Marco Minio fo savio del Conseio, qu. sier Bortolomio.....97.100 Sier Lodovico Falier el cavalìer, fo orator al Serenissimo re di Anglia, qu. sier Tomà........55.140 (1) La carta 128* è bianca*