153 MDXXXlI, gente sue esser siali usali modi inumani el in ! tutto fuori di la expetation nostra, havendo sa- : chegiulo le vitualie né voluto parte alcuna di quele pagar, alogiando a descrilione, anzi avendo a Giorgino di Salelo 1’ uno de li capi scrito lui rector, non ne ha tenuto tanto conto et in risposta ha usate parole insolentissime et villane, facendo mollo peggio apresso che prima fato non havea, il che quanto molestamente sia stalo da noi udito, la excelentia vostra da sè lo può considerare che cognosse molto più offender li danni che vengono inferiti da li più congiunti amici et da queli che si doveria promoter obviassero a li altri che inferir se volessero. Noi certo le affirmemo esserne grandemente risentiti, nè voluto per ciò restar di scriver la presente a la exeellentia vostra, pregandola esser contenta farne con effelo cognoscer a lei niente menor dispiacer ha porta questi licen-liosi modi dii dito Giorgino et altri soi che a noi 1’ habbiano, si perchè siano a li altri sui exempio de modestamente diportarsi con li subditi nostri, come perchè le gente forestiere che ve-rano apresso passando questi impuniti non pren-dino ardir de pegio operar con disturbo grandissimo de le preparatone s’è fale per il transito di la Cesarea Maestà. Ne lo qual converà necessariamente sueeder qualche disordine per el timor barano li contadini de esser svalisali come da queste sue zente bora si è avenuto. La cosa è de lai qualità el a noi così molesta che credemo la deba mover la excelentia vostra a quela provision che se li conviene, et non dissimulando che similmente già comisero passando per il Veronese, dii che alora se ne do-lessemo col magnifico ainbasalor suo, troppo ci rin-ereseeria esser costreli noi dar quel remedìo a tali inconvenienti che forzatamente far converemo, quando per la excelentia vostra non vengi opportunamente proveduto. Data in nostro ducali Palatio, die 21 de Od ohi s 1532. Leda collegio universo. Copia di la risposta dii dito duca di Ferrara, ricevuta a dì 26 Odobrio 1532. Serenissime Princeps et domine pater co lendissime. Con mia grandissima dlsplicenzia ho lelo la Ie-tera di la Serenità Vostra di 24 dii presente, che parla dì le insolentie et mal tralamenti die la coni- 154 pagtiìa de miei cavali lizieri che tornano de Germania ha usato verso li subditi de Vostra Serenila, la qual puoi ben esser certa che così come io son bon et ohservanlissimo figliolo di quel Serenissimo dominio vorei sempre che li mei havessero ogni debito et possibel rispelo a le cose sue; anzi havendo 50* incontrato avanti beri per camino li dili mei soldati io slesso feci una bona amonitione al comissario et a li capi per li discorlesi termini che fumo usati nel venir in qua, el expressamente comandai loro che nel tornar a casa se porlasseno de maniera che non ne sentisse querela alcuna. Et veramente seioha-vesse hauto la sopradeta prima che io li havessi incontrati havrei con le mie proprie mani falò tal demonstralione che si saria conosciuto el inteso che più a me che a la propria Sublimità Vostra fosse dispiaciuta la querela venuta a Venetia; ma non mi hessendo pervenuta essa letera a tempo di poler far questo, subito havendo visto quel che la Serenità Vostra mi ha scrito, ho falò montar a cavalo el mio thesorier, et tosto mandato drieto a la dilla compagnia con ordine che per prima fazia relenir el capilanio Giorgino et lo mandi pregione in castello a Ferara, et poi dia tal commission al comìs-sario et a li soldati che se porlino più modesla-mente in li loci di quel Serenissimo dominio che non fariano in Ferara propria, et perché meglio lo possano fare Io mando col modo dii danaro di so-venìrli, el se mi serano fato intender li danni dati io li farò satisfare. Non dico de essi soldati che venendo unde vengono tornano minati, ma dii mio proprio, per la observanlia ch’io porto a la Serenità Vostra, et tanto più che per luto ove io son capitalo in le tere dii prefato Serenissimo dominio son stato honorato et si amorevolmente visto et tralato che ne sento obligo perpetuo ad essa Vostra Serenità et illustrissima Signoria, a la paterna demonslration di la quale verso me son per mostrar graia demon-slralione di obsequente el observandissimo figliolo, et a la Serenità Vostra el illustrissima Signoria molto mi ricomando. Da Coneiano di 25 Octobre 1532. Soltoscrita : Eiusdem Serenitatis Vestrae oh-servandissimus fìlius Alfon-xus DUX. A tergo : Illustrissimo et excellentissmo patri domino colendissimo domino Andrea Griti duci Venetiarum eie. OTTOBRE.