523 MDXXXIII, FEBBRAIO. 524 serenissima imperatrice sua sorda, et il duca re- • sterà nel stato suo et partirà de qui in brieve. 11 [ reverendo episcopo di Verona hozi è stalo da nui, et nui poi da soa signoria. Cesare partirà a di 17 di questo, come si dice, ma per luto il mexe si tien, perchè non si vede ancora segno de partirse. lo Venier ho hauto lelera zerca intimar al reverendissimo Grimani si rimovi de la citation in Rota del fìol di domino Marco da Molin procurator et la fazi definir in partibus. Soa signoria non è de qui per esser venuto a Venetia col reverendissimo Redolii, però non ho potuto exeguir. Dii JBaxadonna orator, di Bologna, di 11, ricevute a dì 13. Comunicai li avisi da Conslanti-nopoli al signor duca et di la risposta futa l’ha hauta dal suo orator è rimasta soa excelleutia satisfata, et era stato da l’imperalor. Soa Maestà si confermeria et sarà contenta: et un’altra volta che io vi parli vi dirò più di quello che intendete al presente. A li oratori di Ferara è slà offerto che per anni (3 over 8 il suo signor non patirà nel Stato che possiede et li volseno prometer, poi li pontificii li oferseno Ravena et Zervia et loro non l’hanno voluta. Lu-chesi aspeta il mandalo di soi signori. Li oratori di zenoesi è contenti contribuir a li 120 milia scudi ma voleno in caxo di guera non esser ubligati, perchè li exercili convenivano star sul suo. Il deposito par non si farà a Zenoa, ma in Alemagna, et si dice è stà fato per altro questa contribution che per Italia ; et molli di questi oratori si hanno doluto con me di questo. La scritura per il concilio non è slà ancora fata, fieri partì de qui, per andar nonlio al serenissimo re di Romani per nome dii Pontefice il reverendo Vergerio protonolario. Et licenliato il Pregadi a bore una di note reslò il Conseio di X con la Zonta, et questo perchè in la Quaranlia novissima si (ratava una sententia fata in favor di la Signoria nostra per certo piezo dii dazio di la imbotadura di Trevixo a danno de la Signoria, era slà fata pender, et non era alcun difendesse le raxon de la Signoria, et però fo taià il pender fato. A dì 15. Fo ballolà in Collegio li piezi di le galle di Darbaria di sier FlironimoGradenigo : fo sier Antonio da Mula qu. sier Polo, ave 19, 0, sier Ga-leazo Semitecolo, 12 et 6, sier Zuan Balista Contarmi, sier Zacaria di Prioli qu. sier Lunardo 20, 2; di sier Zorzi Bragadin qu. sier Piero, sier Marco Trun qu. sier Antonio 18, 2, sier Jacomo Michiel qu. sier Ilironimo 20, 0. (1) La carta 188* è bianca. Et nota. Heri in Collegio vene sier Vicenzo Zen qu. sier Tomà el eavalier et disse haver tolto la galla per sier Zorzi Bragadin. In questa malina, non fo alcuna lelera. Vene in Collegio 1’ orator cesareo per cose par-ticular. Se intese esser morto questa note sier Piero Dàdoer prior di S. Zuane Evanzelista. Da poi disnar, fo Conseio di X con la Zonla, et fo letere di l’orator nostro in Anglia. Fu fato eassier per mexi 4 sier Polo Trivixan ; sora le artellarie, in luogo di sier Lorenzo Bragadin è intrà consier, sier Zuan Moro qu. sier Damian. Fu preso luor ducali 250 per conzar il ponte de Rialto. Fo scrilo a Napoli di Romania zerea queli sub-diti andono a danizar su i lochi dii Signor turco, debino far il processo et castigarli come i meritano. Fo posto, far et renovar il salvoconiluto a quel prete manifestò alcuni inslrumenti contra li frati de S. Juslina a sier Marin Morexini et compagni ; et non fu preso. Fu preso, che li Savi sora le aque, possi etiam esser electi di quelli è in officio continuo, ancora che non havesseno et fosseno mai stati in questo Conseio. La qual parte fu posta per compiacer alcuni procuratori, che pertendeno esser per intrar nel Conseio di X. In questa matina, in Collegio, con li Cai di X, sier Jacomo Justinian è di la Zonla, qu. sier Marin, propalò il suo modo dì trovar a la Signoria ducali 400 milia.........., . . . A dì 16, Domenega. La malina, non fo alcuna lelera.. Vene il nonlio dii sanzacho di Bossina, qual portò la lelera scrita in lurchesco, el apresentò li do tapedi. Il Serenissimo li fè bona riera. Si translalerà la lelera. Da poi disnar, fo Gran Conseio et ben in ordine. Vene il Serenissimo, che alcuni mexi non è sialo. Fu posto, per li Consieri, poi leto una suplica-tion di Luchina . . . . fo moier di Filipo Campanaio, era masser a l’Insida, morto, et ha lassato Ira fioli et fie numero 17 et lei graveda, et domanda do gralia la massaria di consoli di mercanti da poi compito li anni 10, da sier Zuan Balista Falier che l’ha al presente, qual sia data a Francesco suo fiol per sustentation di tutta dita fameia. Et posta per 4 Consieri che più non erano a Conseio, la parie et gralia, qual è passada per tulli li Consegli. Fu presa, ave : 1404, 62, 0.