- 133 - cratizzati gli antichi istituti regionali (consigli municipali nelle città, villaggi, tribù, consigli di vilajet); e forte potere centrale dall’altra che dia un impulso fermo all’istruzione, alla viabilità, alla sicurezza pubblica, aprendo nel modo più economico la via allo sfruttamento delle ricchezze del paese. Queste due esigenze non sono addirittura inconciliabili. Non intendo con questo che si debbano creare nello statuto albanese situazioni politiche speciali a favore di alcuna comunità religiosa o tanto meno in favore della lingua o degli interessi di alcuno.degli stati vicini. Non è possibile e non sarebbe giusto. Si è infatti parlato spesso negli ultimi tempi di eccezioni che sarebbero esiziali per la coesione del nuovo stato: si è, per esempio, accennato a un regime speciale di Durazzo a motivo del porto serbo; si è detto (non sappiamo con che fondamento) di un’autonomia per la città di Scutari e di favori economici da concedersi in essa al Montenegro; si è avanzata la richiesta per la conservazione in Epiro dei privilegii religiosi e scolastici goduti sotto il governo turco della Chiesa ortodossa; il cap. Spiromylios, un dei capi della scenografica insurrezione epirota, si appella perfino a Skanderbeg di cui i chimarioti furono i primi soldati per la perpetuazione, contro l’Albania, di certe loro esenzioni tradizionali.... non resterebbe altro che ai Malissori di far valere i loro diritti assai più fondati ed il guazzabuglio sarebbe completo ! Ma è bene ricordare che il regime di privilegi e di esenzioni alle comunità cristiane, come anche di giurisdizione consolare per gli stranieri, serviva di contrappeso necessario in uno stato fanaticamente incivile, ma costituirebbe una stridente ingiustizia in qualsiasi stato moderno aconfessionale. E quali privilegi religiosi e scolastici concedono mai