387 MDXI, AGOSTO. 388 homeni d’arme 800 in 900, senza alcuni liomeni d’arme todeschi, et che vi sono in campo venturieri assai. De le artellarie dize ut supra. 196* A dì 21, la matina, letere di Padoa, di provedadori. Chome.i nimici erano, ut supra, a monte Galdella, et questa matina, zoè eri, ussì alcuni stratiotiet il conte Guido Rangon con li cavali li-zieri per veder etc. Item, continue veniano menati im Padoa qualche prexon de’ inimici, per nostri preso etc. Nota. Si ave, li zentilhomeni mandati, che hanno a intrar 40, di quelli sono andati a Padoa, erano in calze solade e tulimani, et alcuni si portavano mal etc. facendo danno per le caxe. Item, si ave da l’armiragio dii porto nostro.. . . . . ., come li arsilij, andati per levar il conte Vanis, tornavano indriedo tutti do et erano zonli in Risina, et su uno vien zercha 30 cavali dalmatini, ma de quelli di dito Vanis, ni lui, non è venuto alcuno. Veneno in colegio molli de quelli zentilhomeni mandati per lhoro di elade e praticha, per mandar con X homeni e darli ducati 40 al mexe, e vadino a Padoa e Treviso, e alcuni acetono di andar ; ma fonno mandati fuora, voleno balotarli. Noto. Sier Polo Valaresso, quondam sier Ca-hriel, fo retor e provedador a Cataro, si parli eri lui, a so. spexe, con X homeni et andò a Padoa. Da poi disnar fo pregadi per lezer le letere di ■ Roma, et lete, tamen li savij steteno a consultar, e non venQno im pregadi. Dì Padoa, di ozi, fo letere. Chome il campo nimicho si lieva ozi, e, si dice, vien a Limone, si che si fazi le provvisione etc. Di Trevixo, dii provedador Gradenigo. Di le fortificatiom et occurrentiis. Di TJdene, di sier Alvixe Gradenigo, locho-tenente. Chome de li non è fanti ni custodia, e si fazi provisione etc. Fu posto, per li consieri, aleuto il summo pontifi-ce habi conferito l’abazia de Vidor di Santa Bonn, in trivisana, al reverendissimo Cardinal Corner, Sancta Maria im Porlego, come apar per le bolle, li sia dato el possesso. Ave 25 di no, il resto de si, et fu presa. Fu fato elelion, per 4 man et la bancha, di go-vernador in Andre, justa la parte presa, et rimase sier Alvixe Contarmi, fo sopracomito, quondam sier Piero, 105 ; el 100 sier Sabastiau Balbi, fo cao di 40, quondam sier Jaconio, e altri poi, come qui avanti si vederà. Di Napoli, di Lunardo Anseimi, consolo nostro, fo letere, di 9. Come si aspetava, l’armada yspana zonzesse di brieve. Item, lì è assa’ zenle, fanti gran numero et homeni d’arme, et si aspeta 3000 fanti di Barbaria, per esser acordate quelle cosse, et reliqua. Dii provedador Gradenigo, da Trevixo, di 20, horre una di note, in risposta di letere di la Signoria. Come atende continue a la fortificha-tion e adverlirano ai lochi sacri justa le letere; e ù ’uto unii leteni, li à porta Jacoineto da Novello, di provedadori di Padoa, li dagi 300 cavali, e di Padoa ne bara 400, e voi far certa cossa. Scrive, è da considerar mollo ben. Item, poi, di bórre 8, scrive, aver ricevuto letere di la Signoria, che revocha el ditto hordine di la cavalchata, et za erano in bordine, et li fece ritornar li 300 cavali, justa i mandati. Sumario di una letera dii conte Hironimo da 197 Porzil, data a Roma a dì 12 avosto 1511, drizata a sier Zuam Badoer, dotor et cavai ier, recevuta a dì 20 dito. Come è tanto lasso e fastidilo che non poi scriver di sua mano, per esser venuta nova de lì, questa matina, da Venelia, por diversi, Io campo de’fran-eesi grosso, et quelli che erano in Verona esser ussiti a la campagna, et li nostri riirati al paduano; nè se credeva a quello se serivea Milano et Pranza. Et sono letere al prothonotario Stanga, conio monsignor di la Peliza era partito con 2000 lanze, benché Narbona dicea che erano solum 1200, e che dito monsignor havea scrito a l’imperador, che ’1 non lo fesse far la spesa de fantarie, si ’1 non volea venir o mandare le sue zenle ; et che volevano in-suma andare a Treviso, credendo loro eh’ el popu- lo di Venetia, come Treviso, fesse rnutatione o per amore, o per forza : tien quello fesse novità etc. Hano deliberato, quelli de Pranza, brusare et rumare tuto quello potrano de Treviso, et circumcirca per debilitare et tore le ale de Veniexia, et per far male. Erano ancora letere da Ymola, che li inimici andavano a Treviso, et haveano levato tuie le sue zente lì, a questo effeclo, ma non si credea, e precipue qualche homo sensato, perchè in secreto ha-via dito lo oratore di Spagna, che presto l’imperatore omnino si acordava con venitiani, e se intendeva che l’orator de’ veneti havia mandato da l’im-perador corieri a la Signoria, eli' è segno di bona praticha; e tractando di pace, dubita sia parole, perchè el si dice, l’imperalor è incognito a Verona. Beri furono letere di Napoli, come era gionta l’armata del re catholico, da circha 85 velie, e, per quanto me disse Flisco, sono 1200 cavalli e fanti 2000, ben*