479 MDXI, SETTEMBRE. perchè la feria, l’à sul colo, li ha dà molto fastidio, et à mollo stracho, e va ogni note a horre 7 e sta fino le 1G ini pie con questi ajeri pestiferi. 11 podestà a gran paura horra che ’I campo vien qui. Item, si ha letere di l’adoa, di horre una di note, eri, dai provedadori e dal governador, che le artelarie de’ inimici erano zonle 3 mia areale Eas-san, e che por le aque grande erano restati e stentavano a condurle per esser roti i ponti, et esser gran langi, e non sono più di 4 canoni, e che non si persuadeno che con si pocha artellaria venisseno a campo a Trevixo, e che i 21)00 fatili, hanno, sono discalzi e malissim i armadi ; et lieneno, non verano acaftiparsi, ma venendo, prometeno far tal cossa che i nimici non vorano esser venuti, et non man-cherano di ogni ajuto et pressi,lio etc. De campo non è venuto ni tronibeta, ni spia, ni altri, salvo alguni villani scampati dal bosco di! Monlello, i qual dicono, franzosi et todeschi erano ven di a le man, et erano lì, dove erano sti zorni alozali. Fo, per colegio, scrito in corte a l’oralor con li sumarij de le nove si ha de’ inimici di Padoa e Trevixo. Noto. Nel monasterio di San Francesco di la Vigna morite do frati di peste, venuti di'Udene, e fo serà la chiexia et il monasterio. E nota. Più in alcun tempo non vi è stà peste in dito monasterio, poi che ’1 fu fabrichato', si non al presente, e fra’ Francesco Zorzi andò a Chioza fuzendo il morbo. In questa malina fo conduto di Padoa qui do presoni, videlicet uno capo di stratioti, preso a. Maro-stega, chiamato Zuam Zafa, lepantino, qual scampò da Mercurio Bua, et fu posto in la prexon forte, et uno altro francese, qual fu posto......., era ferito. A dì X, damatina, fo 1etere di ster Piero Orio, podestà di Noni, di eri, e di domino Zuan Forte da Orti, condutier nostro di cavalli linieri. Cliome erano stati a li molini di Gastei Francho et di Godego, et quelli rumati e tolto farine de’ inimici, erano masenale. Itcm, chome il campo era alozato a Quinto e Liziera, zoè monsignor di la Peliza con 350 lanze et 3500 fanti, et altre particula-rità, ut in litteris. Di Padoa, di eri sera. Di certa cavalchata ordinata di farssi questa note, secretissima, et sarano più di 3000 cavalli nostri etc. ; ma voleno danari, durati 7000 almen. Di Trevixo, di eri sera, di sier Lunardo Zu-stignaji vidi letere, di horre 4 e mesa di note. Chome tutti li è di bon cuor etc. a mantenirsi, e ve- nendo a campo li inimici 0 farano, e si harà gloriosa vitoria e li aspeclano vigorosamente. Lauda molto il signor Vitello Vitelli, è de inzegno, cuor e bon consiglio ; et è certo la nostra Dona, è lì devotissima, li ajuterano, e tanto più che si fa ogni cossa de non lochar la chiexia, ma ben si à quasi compito a rumar el campaniel e la più parte dii monasterio; e, si anderà zo di la chiesia, noli sarà si non la ca-pella granila e le do pizole, con la, sagrestia, che si coìitien con la capela granfia, e non voleno gitar la capella di la nostra Dona, perchè par a quelli, la nostra Dona ajuterà conira l’inimico. Avisa di 500 da Venecia, dia esser lì horamai, non ne sono 250, e la più parte mal andati, exelo quelli di zenlhiloine-ni, ma quelli fo manda con i marinerie chi havea 25 homeni non ne ha Ire, perhò è meglio mandar la *./j tanti fanti usadi dia de quelli di Veniexia, perchè luti scampa, e parte sono anialati, e saria bon castigarli per exempio di altri. Scrive, non son in Treviso da 4000 fanti in lutto; voria fusse altri 1000, o almen li danari richiesti, el solimi hanno haulo ducali 3000. Item, chome è stà redopià le guardie, e a le porle li sla ogni note un zenthilomo e fase i squaraguaiti, come s’ il campo fosse qui solo. Item, che li sia Iratado dentro, non lo crede. Item, eri sera il podestà et provedador ebbe una letera di la Signoria, che ha inteso, quelli zen-thilomeni l'ano tuto il zorno cuslion con soldati, e voleno, dove i slatino, Sf> li lazi le spese per forza, la qual lelera à tolto el ben servir ili molti, che me-leno li danari e la vita per la patria, qual è ingrata, e sono obedienti, e si fatichano tulli. Et il podestà e provedador ha risposto a la Signoria in bona forma, e voi domenega scriver una, in llioro .laude, pregando la sia leda in gran consejo, e la sarà apre-sentada a hora di consejo. Item, di campo inimico hanno, come stanno con gran spavento, da do slra-lioti, erano presoni, el relassati, e questo dapoi el pari ir di monsignor di la Peliza de campo, e hanno paura di nostri, che non li vadano ad asaltar, e non ossano mandar a sacoman; e dize die da 50 cavali de’ stratioti, sono in dito campo, voriano scampar de qui, e die i diceva, uicesseno al suo capo die non havesseno paura, perché tute le zelile, sono in campo, sono descalzi e mal in ordine e pur assai amaladi, e che non sono zente da prender terre; e chi dize, venirano a campo, e chi dize di non, e che non era zonto ancora monsignor di la Peliza in campo. Item, è letere, di hore 17, dì Padoa, di ozi, che hanno, per i sdì, le zente da piedi erano con l’artelarie, e che a Soave erano rimase le 200 lanze,