539 MDXI, SETTEMBRE. 540 el concilio va avanti, hanno fato iterum consejo e voleno dimandar molte honeste cosse al papa, e questo è voce di qui. Item ha inteso, il re di Pranza non è per lassar Bologna a instanti» dii papa, nè di Spagna, imo à usato qualche parola conira il re ca-tholico, non mostrando far stima alcuna de lui; ma li savij signori molte fiate hessendo ben d’acordo, per soi respeti mostrano una cossa per l’altra, e se mostrano nemici hessendo in streta amicitia. E re-plicha quello intese a Napoli dii ducha di Monte Alto, scrisse per avanti, e che le fantarie con el conte Piero Navaro, con 500 cavali linieri et 400 homeni d’arine si doveano mandar a la volta di Zerbi, e restava nel regno 3000 fanti, 500 cavali lizieri et zercha 800 homeni d’arme. Da poi disnar fo pregadi el luto molte letere e di Roma. Di Vegia, di sier Francesco Michiél, conte e provedador, di.... Come hanno, a Segn i Bolli Andreas, bau, slava malissimo di febre. Et nota. Poi vene dito, a di 8 di I’ instante esser morto, et lassò comissario el conte Zuanne di Corbavia, stipendiato nostro, con condition, non desse Segna al re di Ilongaria se prima il re non li dà ducati 16 milia, dia aver dii suo servito. Di Udene non fu letere dii luogotenente, che parve di novo. Di Trcvixo, dii provedador fo letere, di borre 21. Manda una relatione, la copia di la qual è questa : Uno compagno del cuogo de monsignor de la Paliza, questa malina prèso et per stratioti menalo de qui, è sta esaminato, dice, che monsignor de la Paliza era passato la Piave per andar a disnar con li conti da Colallo, e francesi alozano solo Nar-vesa, sopra la Piave, e la persóna di monsignor di la Paliza aloza ne la Badia, e che sono lanze 1200 de conduta, ma in etlelo da zercha 1000; li capi sono questi, vidclicet : Monsignor da la Paliza......lanze 50 Monsignor ile Boisi.......» 50 Missier Hubert de la Massa.....» 50 Monsignor de Stasom............» 50 El gran scuodier................» 100 Monsignor de Frontaglia.....» 50 El conte Zuam Francesco da Gambara . » 50 El capetanio de Borgognon .... » 100 numero lanze 500 Et quelle altre lanze veneno, le qual, per fama, sono 400, ma li nomi tie li capi dice non saper. Dimandato circha li fanti, risponde, che monsignor de Molard, capetanio de le fantarie francese, ha “2000 fanti pagati, et Jacob Todesco, eli’ è a soldo ile’ francesi ne ha altralanli, venturieri assai. Dice che hanno 6 canoni grossi et 6 colubrine mezane et 2 grosse et alcuni falconeti, che in tutto sono al numero XX. Interogato zercha li todeschi, dice che sono alozati de là de la Piave e che sono andati a la volta de Conejan el Sazil, et che dieno tornar sabato, a dì 20, el suo capetanio con tutte le sue zenle, perchè aspelano da 30 in 40 milia ducati del Friul ; ma come siano mandati e da chi, dice non saper. Dice che fanno preparamenti di vitualie, et alcuni dicono che voglino venir a questa impresa, e alcuni dicono che sono per andar a la volta de padoana e andar a la sua via. Afferma, li todeschi volevano far questa volta per abrusar el tulio, et che monsignor de la Paliza diceva, non voler acompagnarli per abrusar, 280‘ perchè tornando un’altra volta non troveriano cossa alcuna, et che sono siati 3 zorni senza pan, et che un pan valea i marcheti, et qualche volta non se haveria trovato pur un pan chi havesse voluto pagarlo un ducalo, ma che beri sera furon porlati molli cari de pan in campo, mandato da le parte de là de la Piave. Item, dimandato come 1’ era sta prèso, dice, che tulli li sacomani del campo eran venuti a questa volta con una scorta de 300 homeni d’arme per cerchar strami, vini et biave, che pur ne alrovava-no, perchè villani non haveano voluto condur le robe sue dentro, ma le hanno ascose, et sono da’ne-mici trovate, et che non beri l’altro monsignor de la Paliza ha scrilo al re di Pranza el a l’imperador, et per questo crede, per la dimora che fano, che 1’ haspelta la risposta. Noto. Si ave, Pordenon esser preso, et sier Alvise Bondimier ozi zonse in questa (erra, era li pro-vedilor. Etiam sier Alvixe de Mezo, era podestà di Sgravale, zonse ozi qui. Vene eri sier Andrea Bondimier, era capetanio zeneral ini Po, vien di Chioza, alquanto indisposto, et fui a visitarlo. Fu posto, per i savij, d’acordo, una letera in corte a l’orator nostro, in advisarli li progressi de’ i-nimici in Friul, et che ’1 papa voi ultimar la conclu-sion di la liga, el alia etc. Presa. Fu posto,’per i savij, excepto sier Antonio Trun, provedador, e sier Zacaria Dolfin, non erano im pregadi, che si possi meter arzenti in zecha, lavoradi, fino a di...., e le fature habi da 1/2 ducato fin un