119 MDXI, APRILE, 120 quante barche al suo socorsso, judicando dovesseno soprasieder a venir de longo, et io, con el resto de P armata, me missi ben in ordine, mandando assa’ barche suso. Scontrorno esso armiraglio che veniva seharamuzando con P armata predita et giente per terra et a cavalo, et a piedi asai. Jo, visto che 1’ armata et giente (erestre li devano P incalzo, me levai et me redussi a Santo Alberto per veder de far testa. Zonto a quel loco, forno discoperte da barche 200, et piuj, de ogni condition, con fanti bonis- ■ simo numero, venuti per le valle de Comachio, le qual, arivate dreto a Santo Alberto con artellarie assai, subito i levono uno foco, dando segno a P armata grossa veniva zoso, et a le giente per terra. Jo, con quella armata me trovai, scharamuzai con Ihoro fino che hebi.coadunata la mia armata; poi, visto che me toìevano de mezo, me ne vini con loro contrastando. Visto che de P armala grossa et da quella menuta, la qual tragetorno lì a Santo Alberto in uno momento, et da giente terestre a cavallo et piedi numero assai, hora con mirabile impeto incalzando, et che non era suficiente, con le forze mi atrovò, poter resister, nè speranza da socorsso niuno haveva, ancor che fusse mar et vento assai, tìzi ussir tuta l’armata del porto, la qual, apena fo tuta fuora, che ’1 zonzeno le galie de soto de P ostaria de Pri-mier, e tutavia soprazonzevano altri navilij assai, et ho conduto la fusta sopra questo porto de Ravena, et le barche minute ho fato intrar im porto con le 5 fuste et bergantini picoli ; et, perchè de qui regnano malissimi tempi el pericolosi da perder le 3 fuste GO * grosse, ricordandomi de la superior armata persa, ho deliberato mandar quelle a Chioza per conservarle, per esser qui mala spiaza et molto pericolosa. Ho dato ordine a li patroni stiano ferme a Chioza fin che da me hanno altro ordine, poi, con lo resto di 1’ armata, qual ho qui reducta im porto a salvamento, starò cussi fermo, finché da la Signoria nostra tiabia ordine quanto ho a far. E stando di qui, si poi reputar tuta questa armata esser disolta de homenj; meglio saria redur li fusti et barche con li homeni a Chioza et salvarli, cha lasarla risolver de qui, con pericolo de perder li homeni e le barche; e, zercha questo, aspeterò prestissima risposta da la Signoria nostra ; e afermò, non esser più possibile condur questi homeni im Po de Primier, per quanto da ogni parte me vien fato intender, etiam per esser occupato quello da li nimici. Mi meraveglio che P i-nimico, sentendo P esercito dii pontifico doversi redur soto la Bastia, se habia messo a venir zoso con tante forze j vedo le cosse procieder molto malie, e sono causa le tarde e longe provisione dii pontifice, le qual mai hano fine e causano, per la lhoro tardità, simel disturbi et inconvenienti. Immediate ho scrito questo successo al magnifico orator in corte, aziò lo fazi intender a sua beatitudine, et etiam ho dato aviso al reverendissimo legato in campo, aziò non li fosse dato qualche danno da questa gente, e a domino Zuam Forte, condutier nostro, et a la Signoria nostra la copia di questa. Dii dito, ivi, a dì XI. Ozi mi è sta dito, mis-sier Julio Tason, capo de le giente d’ arme dii du-cha, era venuto im persona a danno di questa armata ; e che sopra doi burchi] grandi haveano uno bastion de legname e teren, come se fanno in terra, con molte boche di artellarie atorno, et ben in hor-dine de fantarie; e con due alzane tirava dito bastion zoso, perchè havea el vento contrario et fresco, e, zer.to, credevano aver quella armata. E tandem dito missier Julio era disperato, che dito bastion non veniva zoso cussi presto come el desiderava, et questo è sta la salvation nostra ; e si pensava venir a la bocha siando vento de fuora, e me-terse in geto con el predito bastion, galie, barbote, fuste et gati, et bersajar l’armata : grafia Dei ogni suo pensier è stato vano. Dii provedador Capelo fo letere, date in 62 campo al Final. Il sumario di le qual sarano qui avanti scripte. Di sier Alvise Arimondo, va orator al signor turcho, di XI marzo. Come erano con le do galie 40 mia lontan di Eno, dove dismonteria, et a caxa di quel prothogiero li era sta preparà ho-noratamente, e scrito a la Porta per cavalchadure e scorta. Di Cataro, di sier Marco Arimondo, retor e provedador, si ave letere. Come, justa i mandali di la Signoria nostra et le bolle pontificie, havia fato retenir lì domino Àlexandro di Pranza, debitor di quel Agustin Gixi ; il modo scriverò poi di soto. Et poi a nona etiam vene altre letere di la corte da Bologna, di 1’ orator nostro, di 13, horre 2 di note, et 14 mane. 11 sumario di tutto scriverò di soto, lete sarano im pregadi. Da poi disnar el principe fo a San Marco a l’ofì-cio con il legato dii papa et primocerio di San Marco et altri senatori. Da Chioza si ave, le fuste andono im Primier, et il capetanio di Po ritornò con le barche im Po; il campo è pur a la Bastia. A dì 17, suola santo. La malina partì la galia