455 MDXI, SETTEMBRE. 456 hano fato da valenti homeni, e volendo quelli di Padoa far il dover suo, tarano che ’1 campo nimicho non vera a questo loco, e dicono diti stratioti, la più parte di fanti dii campo nimicho sono venturieri, e che mai non sono per venir qui a campo, ni tor altra impresa si non viem l’imperador, el qual ogni zorno, per sui cavalari dize, che ’1 vien, e che non restano de far ogni ben, che lui subito sarà a ste bande con gran numero di gente ; e' francesi se fieno esser soiati. Item si dize, domino Antonio So-verguan è zonto su la Piave con X milia persone. Item, de lì, a Treviso, atendeno a forti Sellarsi, e sono a bon porto, e si stagi di bona voia, e si pregi il provedador Gradenigo, stagi sano, e lo lauda assai : e da adorarlo. Da poi disnar fo cuiisejo di X simplico, et li sa-vij si reduscno a consultar, et 11011 fo alcuna cossa di novo. Di Roma fo letere particular, di 28, borre 2 di note, dii reverendissimo Cardinal Gri-mani, qual era tornato di San Silvestro, mia 12 «li Roma, et venuto in Roma avisi, il papa era varilo et havia manzalo pernigoni ctc. Et inm di questo è lelere di Roma in Zuam Antonio di Paxim. E noia. 1/ ultime lelere di I’ orator nostro, è in corte, ili. . Noto. Questa matina fodelivrado il dazio dii viu a sier Bernardo da Leze, di sier .lacomo, condutor, per ducali 71 milia 570, e l’anno passalo fo per ducali....., et io incanlado con li capitoli consueti, et non dar de contadi. A dì 4, la matina, fo letere di provedadori Moro e Capclo, di Padoa. Come a borre 3 di note lo illustrissimo governador domino Luzio Mal-vezo slava in extremis. Item, dimandano danari . per pagar le zente e far qualche bon effeeto conira nimici, di qual li hano nova di Treviso, si dieno levar et venir a Santa f. Item avisano, quel Ferer, capelanio milanese, fu preso, zonlo in Padoa fo transfurato da uno baleslrier di misSier Luzio, el qual baleslrier fato venir davanti li pro^edadori et negando non saper, li proyedadori ordinò fusse confessato per farlo apichar; si che subito diio presoti fu trovato, e menato davanti li provedadori si scu-soe, dicendo, veria a soldo di la Signoria eie. ; el è è homo di parlilo. Ila 50 lanze con missier Zuam .lacomo Triulzi, el lui era capo di dita cavalehala. 234* Di Trevixo, di sier Lunardo Justinian, da Treviso, date a dì 3, hore 18. Come Mega Ducila è ritornalo, dice, missier Antonio Sovergnan liavea manda a dir a tute quelle vile, si alrovaseno in or- dine, perchè ozi saria su la campagna, e voria far le mostre, e diio Mega Ducha ha lassalo i balestrieri fuora. Item, ozi hanno per uno stratioto, zonse questa note, dize, i nimici esser levati la milà di lhoro, e che ’I resto era per levarsi sta note pasata; e per un altro stratioto si ha, el dito campo non esser partito dal loco, et che era zonlo el vescovo di Lubiana con 5 bandiere, si che non è zerleza di nienle. Etiani per uno baleslrier di Batagin, eh’ è sta preson de’ inimici, è ritornalo, si ha, Cividal di Belun aversi reso a l’imperador, e quel provedador, sier Nicolò Balbi, esser scampalo. Item si ha certo, el podestà di Conejan esser a Porlo Bufolé amalato a la morie. Dii dito, di 3, horre 3 di note. Come alguni cavali de’ stralioli hano preso cavali 4 de’ inimici tra li qu;d à menalo uno francese, dal qual, exami-nato, si ha, el campo nimicho esser dove I’ hera a Monte Belum, e, si dicea per campo, l’imperador non era per venir, tanto pitiche le 5 bandiere,zon-seno eri in campo, non fu el vescovo di Lubiana, ma questo francese dize, esser li finiti erano andati in feltrina conira l’imperador; e si dicea assa’ zanze, che l’imperador venia con gran numero di zente, e che luti li francesi erano certi esser soiati, e che erano per levarse stanole, over fra do dì, e che si havia inteso di la rola di Maroslega, e pocho conto levano. Dimandato, quanto numero di fantarie erano francesi, dize, Ira guasconi e taliani erano da 4000, e todeschi, pagadi per il re di Pranza, da 2000 in conduta di capelanij di le fantarie, ma che 11011 credeva fosseno tanti. Lanze 800, todeschi da 12 bandiere mal in bordine, i qual alozavano da parte una zente di l’altra, e che francesi non havea salvo arlelarie menude, e todeschi, daspersi, haveano da 13 boclie d’arlelarie, tra le qual ne era 5 grosse, et che si trovava a Soave da 3000 fanti, 400 lanze, el da 8 pezi d’arlelarie grosse, le qual zente non erano mosse e non volea moverse lino l’imperalor non venia in Italia. Item hanno, Mercurio Bua esser stato mia 3 di Treviso lontano con cavali 300 per achiapar di nostri stralioli ; non si sa 1’ babi fato mal niun. Si ha spazato a Soave per intender come è quelle cosse, e si aspeta uno explorator di campo, homo fidato. Lauda il provedador Gradenigo, el si fatieha assai eie. Dii provedador Gradenigo, da Trevixo, ve- -235 nute eri, date a dì 2, hore 7. Cimine hanno ricevuto letere di la Signoria, di ozi, che hessendo il campo apresso a Padoa, fu scrito a monsignor di la Pelisa, era contento si facesse il cambio di Maldo-