i 17 MDXI, APRILE. 118 Di Hongaria, di V orator nostro, fono lete Mere, frate di zìfra, di 8,12 et 18 marno, date ........Come uno oralor di Maximian e uno di Pranza erano venuti dal re a dir, tolesse la Dalmati», aliter lhoro la vegneriano a tuor. El re li ha dito, che ’1 torna a Bada, dove sì fa la dieta questo San Zorzi, e 11 darà risposta, e manderà orator qui, domino Filipo More, stato altre fiate, e altre particula-rità; et che l’ha inteso, da quel di Maximiano, esso orator, che seguirà acordo con la Signoria nostra. Fu posto per alcuni consieri, è di colegio. la parte, che sier Orio Venier e fradelli. quondam sier Jacomo, da Santa Lucia, atento l’infortuni] patiti et mezi faliti, siano absolti di tanse dii 15......in qua, ut in parte. Ave 35 di no ; non fo publicà presa, perchè bisognava veder le leze ; e la matina poi, perla Signoria, fo termina fusse presa. Fo malia stampa e cativa parte respeto al fin. Et poi sier Alvixe da Molin, savio dii consejo, andò in renga et propose, la praticha hanno facto questi zorni con Agustim Gixi, senese, qual dà tanti alumi a la Signoria per ducati.......milia, e de contadi ducati 40 milia, videlicet 20 milia de presenti et 20 milia fra do mexi, e di questi alumi ne tuo’ indriedo, zoè uno altro li tuo’ per ducati..... milia; item, voi pegno in man, et piezi a suo modo di primi di la terra etc.......... Fu posto per i savij a tera ferma, che a Zuam di Fiori, fo preso bombardier in Moncelese, suo fìol sia fante ai provedadori di comum, in locho dii primo vacante. Ave 2 di no. Fu posto, per i savij tutti, dar per l’amor di Dio a monache observante in questa terra, stera 200 farine. 2 di no, fu presa. ")'ì ’ A dì 16, mercore santo, da matina. Il doxe fo in colegio per esser venute, da Ravena via, letere di la corte da Bologna, di 1’ orator nostro di 10 et 11, et fono lecte con li capi di X, mandati tutti fuora. Unum est se intese, non è bone letere, so-lum de l’intrar dii curzense in Bologna., et è stato do volte col papa ; altre particularità. Come lete le sarano im pregadi, scriverò, più copiosamente, la intrata; et chome avi, peravisi particular, la lista di quelli introno con dito curzense, e qui soto notati, videlicet questi : Lo reverendissimo domino Matheo Lanch, episcopo curzense, orator di la cesarea majestà, con la sua compagnia. 8 Consieri, e sono signori. 15 Cavalieri, signori, conti todeschi. El fradelo de lo ambnsador con cavali 30 di zen ti 1. homeni todeschi; in summa tutti cavali 2G0. Lo ambasador di Spagna, vescovo, ohe sta apresso lo imperatore, con cavali 20. El signor Zuanne di Gonzaga, fradello dii mar-chexe di Mantoa, et in soa compagnia sono questi : El signor don Ferante, dispoti di l’Arta. Missier Zuam Lodovico Faela, orator di Verona. Missier Antonio Dabisa, avochato fiscale. Missier Antonio da Drcsano, con la sua catena grossa al collo. Antonio da Tiene, inimico de la umana natura. Antonio Cao di Vacha, padoano. El conte Cortesia da Serego, veronese. El conte Hironimo da Nogarola, veronese. Jacomo Alvaroto, padoano. Nicolò Trapolin, padoano. Antonio Bagaroto, padoano. Zuam da Dresano, vicentino. Jacomo da Dresano, vicentino. Antonio Nicuola Loscho, vicentino. Lo ambasalorg di Lucha. El conte Bastiano de Archo. El ducha de Bropa. Domino Agustim Semenza. Domino Paulo Semenza. Domino Alvise Darmelino. Domino Zorzi Corner. Sumario di letere di sier Zuam Moro, capeta- 60 nio generai im Po, date in porto di Ravena, ■ a dì X aprii 1511, drizate a suo fratello, sier Jacomo Moro. Heri matina mandai el mio armiraglio con alcune barche fino a la rota de Pillo, per veder de far qualche riparo, per poter devedar che li nimici non butasseno ponte sopra di quella. Dove, stando su questa provisione, li vene adosso, che apena se ne acorseno, due galie armate, dui bergantini, una fasta, 4 gati, una barbota, tute le barche longe del ducha, barche a 7 et 8 remi assai, et molte altre burchielle armade, adeo cheli fu forzo retirarsi in-dreto alquanto. Jo, intesa questa nova, li mandai alcune altre barche al socorsso, le qual tutte longa-mente scaramuzorno con lhoro inimici. Questa matina, a 1’ alba, essendo el sopradito armiragio a la vardia, le predite galie et armata inimicha li vene adosso, eodem modo. Havuta la nova, mandai al-