- 23 — appartiene al bacino dell'Adriatico dal semplice punto di vista geografico è certamente Albania. Ma come distinguere in linea verticale questa striscia di terre dalle contigue di Dalmazia e di Grecia, alle quali pur tanti caratteri geografici e geologici la collegano per sfumature insensibili? Benché più difficile, non è però impossibile, ove si abbia riguardo a due profonde interruzioni delle sue ondate d’alture parallele all’Adriatico. E costituita l’una dal fascio poderoso di rocce vulcaniche della Malsia e Madhe che corre sui confini meridionali del Montenegro dalle rive del lago di Scutari fino al pian di Cos-sovo, per prolungarsi poi e riprendersi a Sud-Est nello Sciar Dagh; mentre l’altra consiste nella profonda incisione del golfo d’Arta, sui confini della Grecia. Tanto più accettabile apparisce tale delimitazione, quando si pensi che proprio entro questi confini si è anche mantenuta ed ha prosperato costantemente la razza illirica. Però attorno a questo focolare centrale che costituisce un dominio compatto della lingua albanese (abitato da forse un milione e mezzo di persone con piccole minoranze di valacchi e minime di turchi, zingari, greci e slavi) s’irraggiano oltre lo spartiacque delle propaggini mal definite, ma sempre considerevoli, di popolazione albanese (quasi un altro milione di uomini) nel sangiaccato di Novi Bazar e nella pianura di Cossovo sin presso gli antichi confini del regno di Serbia, poi più giù verso il Vardar in direzione di Tetovo ed oltre fino a Kiiprulu e ad Istip, infine nei dintorni di Monastir, perdendosi grado a grado insieme con rilevanti isole turche nell’elemento serbo e nel bulgaro predominante dalla ferrovia di Salonicco in là. Convien notare che in queste propaggini sovente si è alimentato alcuno dei più tenaci germogli della rinascita na-