CIO MDXr, SETTEMBRE, bole in Cradischa, con mandati dii provedador Mo-cenìgo per voler levar queste fantarie et menarle in Gradiscila; e, fatoli la mostra, trova esser soìum fanti, perliò voria altri fanti 300 e artelarie. Dii dito, a dì 22, hore 4 di notte. Come a borre 2*2 zonseno domino Jacomo Antonio Ronchon, contestabele, con il resto di la compagnia prima, e zonto el fu, volse veder la terra, e visto esser aperta per la imperfelion di la fabricha e repari, li ari-cordoe molte provisione, le qual, scrive, tutte farà, ma bisogna aver artelarie di ogni sorte e polvere e piombo per far balote e le forme di spingarda e arcbobuso. Item, bombardieri 12, fanti 600 in tutto, vastadori, badilli, zafioni et vange, perchè di 11 non poi aver salvo 3, over quatro, vastadori a la volta. Item, è zonto domino Thodaro Castella, capo de....., é voi pan e vili per non aver danari. Di vin I’ ha provisto, di pane no, perhò se li manda 500 stera di farina. Item, manda 4 citadini de li, videlicet Biasio Brocheta, pre’ Sabastian Bocasso, Antonio de Mitto e Jacomo de Albertini con una barella armata. Dii dito, a dì 23, hore 15. Come questa note etiam mandoe de qui a presentarsi Nicolò Bocasso. Scrive, tuta la terra havendo vista ben con il Ronchon dize, è tuta aperta da tutte bande ; bisogneria vasladori 400. Tuto el paese è ribellato; li bisogneria cari da condur legname, marangoni etc., non hanno bombardieri, ni artellarie, ni munitione, si che si vede in manifestissimo pericolo di perderla et Iboro perder la vita, si non li è provisto, e mandar li qualche armada per asecurar il porto e la terra, perchè le barche, veneno, si voleno subito levar. Con gran falicha li han tenuti fino domali, dandoli stara uno farina per barella et lo vin.-Scrive, si mandi almen stera 500 farine de lì ; non si poi masenar per esser lì mobili in man de’inimici, e fanti 600, i qualli facesseno li repari. Scrive, in quella borra ha, i nimici esser acampati a Gradisca, et he sta sentiti assa’ colpi de artellaria; e per alcuni nostri noncij di Aquileja, visti che sono trali per quelli di Gradisca. Item, ha ricevuto letera di la Signoria con quelle va al' provedador Mocenigo in Gradisca, et domino Thodaro dal Borgo con una barella, stravestito, anderà tino in Aquileia, e lì tegnirà modo siano portate a salvamento. Item scrive, la Signoria comandi a Grao, mandino qualche barcha de lì a Maran, perchè quella terra è impossibele possi far tanta spesa per esser poverissima. Dii dito, a dì 24, horre 21. Come in quel zorno, a hore 14, ricevete letere di la Signoria de li ducati 300, andava a Cividal, desse ducati uno per cadaum di le barche di Chioza, sono lì, risponde, li danari è slà riportati a Venecia per Nicolò Danza, Etiam quelli di le barche tutti si voleno partir, dicendo, non haver stipendio alcuno, nè de qui poter viver; e, partendossi, quel loco è perso, maxime perchè si trova in mar molti fusti a la roba de chi mancho poi, e dubita, non sia sachizato Maran da la ballila di mar, hessendo senza le dite barche di Chioza, perhò dimandi! bon numero di barche et presto. Item, la Signoria li comanda l’habi a dar tuli favori el poi a domino Nicolò Zane, do-tor, citadin di Udene, in condur sue robe de li. Scrive, in questa hora, 18, è zonto lì Francesco da la Porta, contestabele, con la sua compagnia, e subito zonto, mandoe fanti 50 a la volta di Grado a quel conte, i qualli li spazi dove sarà mazor bisogno ; el resto ha retenuto lì, a Maran, di dita compagnia. Etiam, a horre 20, ricevete letere di la Signoria con letere al provedador zeneral, scrive, non è possibele mandarle per esser il campo atorno Gradiscila, e lui è dentro. Ha mandato molte spie fuora et ha, il campo ha ’uto mandato di levarsi subito, e aspeta il ritorno di, esploratori, e aviserà; et l’altra, diretiva a domino Bironimo Sovergnan, subito spazoe uno suo fidato insieme con uno di domino Thodaro dii Borgo, e tien, certo barano bon recapito. Et a hore 3 di note ritornerano, piacendo a Dio. Item, di le farine mandate, scrive, a la compagnia dii cavalier stratioto di missier Zuam eretico et di missier Thodaro Caslelan li vien dato el pan e vino per non haver danari da darli, e non li hanno auti, dicono, za molti zorni, e cussi a le barche di Chioza ; tamen le se voleno levar questa notte dite barche. Item, è zonto Antonio de Patras-e Scipion di Ugoni, contestabeli, erano in Cividal, i qualli, per esser persone di sospeto fra lhoro, non li ha lassati intrar et li ha pregato li remeta a la Signoria, e cussi li mandano per esser persone degne. Item, hessendo per scrar, è ritornato domino Zuam Turcho, dice aver, per molte spie, i nimici esser alozati a Bruma, e se distendeno tino a le ci-Uidele vecbie; quelle zenle, erano in Gradisca, sono di là de l’Izonso ne la possession di domino Thodaro dal Borgo. Item, è zonto una sua barcha da Busto, che porta legne, la qual ha ’uto la fuga dai brigantini 3 de’ triestini, e subito ha spazato le barche armade a quella volta; tien, li harano in le man. Item, Zuam Turco è partito subito con tanti 50 di 327 la compagnia di Francesco di la Porta, qual spera condurli in Gradischa securi, perchè da Monfalcon,